Inter, tifosi vip pronti a entrare nel capitale
Interspac cerca un’intesa con Suning e LionRock: mandato a Cottarelli
«Se investiremo nell’Inter? Non posso confermarlo». Così, soltanto a metà dicembre, Carlo Cottarelli aveva raffreddato gli entusiasmi legati alla nascita di Interspac, società costituita l’anno scorso da un nucleo di tifosi nerazzurri vip – tra cui lo stesso ex commissario straordinario per la spending review – per rilevare partecipazioni in società sportive. Oggi, tuttavia, la situazione è evoluta: come ricostruito dall’agenzia Radiocor proprio Cottarelli, in qualità di presidente di Interspac, di recente è stato autorizzato dal proprio board ad avviare un dialogo con i vertici dell’Inter per illustrare obiettivi e contenuti del progetto di investimento nel capitale sociale del club nerazzurro. Al momento, secondo quanto risulta, il dossier sarebbe in una fase embrionale – dall’Inter si fa sapere che non ci sono ancora stati contatti ufficiali - ma l’intenzione di Interspac è quella di mettere a punto un documento strategico che illustri le possibili strategie e articolazioni dell’operazione per poterla poi sottoporre nel dettaglio al management della società e, ovviamente, alla famiglia Zhang.
Come potrebbe essere strutturato l’ingresso nel capitale della Beneamata? Il ventaglio delle ipotesi è ampio, ma c’è anche un punto fermo: qualsiasi operazione sarà amichevole e concordata con gli attuali azionisti, cioè Suning (col 68,5%) e LionRock, che avrebbe appena rilevato il 31% di Thohir. A fronte di questo scenario una strada potrebbe essere quella di un aumento di capitale, che avrebbe il vantaggio di portare risorse fresche nel club, a fronte di debiti saliti lo scorso 30 giugno a 814 milioni (di cui 230 comunque verso lo stesso Suning). L’entità, poi, è tutta da vedere: in teoria il cda può aumentare il capitale fino a 25 milioni, ma quella potrebbe essere la base su cui fare leva per raccogliere ulteriori denari sul mercato, come peraltro previsto dal modello della Spac. È ovvio, in ogni caso, che un riassetto simile – se mai il progetto prenderà consistenza – non potrà che avvenire in piena sintonia con gli attuali soci dell’Inter, anche in un’ottica di definizione della nuova governance societaria.
Certo, avere nel proprio capitale un nocciolo duro di tifosi vip italiani (di cui molti di estrazione economico-finanziario) per il club nerazzurro potrebbe essere un valore aggiunto. Proprio nelle scorse settimane, Interspac ha peraltro accolto altri tre soci di rilievo: il banker Davide Mereghetti, il numero uno di DeA Capital Paolo Ceretti ed Emanuela Banfi (Natixis). Si affiancano ai soci fondatori di Interspac, tra cui spiccano – oltre al presidente Cottarelli – anche Dario Frigerio, ex numero uno di Pioneer e del gruppo Prelios, Riccardo Ardigò (managing director e country COO di Ubs Italia), l’ex presidente della Rai Roberto Zaccaria e un nucleo di manager Azimut composto da Gianfranco Dentella, Marco Rognoni e Gianluigi Altobrando. I prossimi mesi diranno se e come si arricchirà ulteriormente l’azionariato e come verranno intessuti i primi rapporti con i vertici dell’Inter per definire un eventuale ingresso nel capitale.
In parallelo, anche il club nerazzurro vivrà settimane decisive in cui si giocherà, oltre all’Europa League, anche la conquista di un posto per la prossima Champions League che, evidentemente, avrà un peso specifico rilevante sui futuri equilibri di bilancio. LInter ha chiuso l’ultimo bilancio (allo scorso 30 giugno) con una perdita netta ridotta a 17,7 milioni (dal rosso di 24,6 milioni dell’esercizio precedente) ma anche con ricavi record a 347 milioni, battendo il precedente record di 323,5 milioni stabilito nella stagione del Triplete, cioè del 2010-2011.