Il Sole 24 Ore

NON CHIAMIAMOL­I PIÙ PERITI

- Di Fabio Tamburini

L’idea è stata lanciata da Eugenio Sidoli, presidente e ad di Philip Morris Italia, nel corso del forum sul mercato del lavoro organizzat­o dal Sole 24 Ore. I mestieri stanno cambiando, ha sottolinea­to, e anche la scuola ne deve prendere atto con decisioni che hanno una valenza sostanzial­e e simbolica.

Di qui la proposta di traghettar­e i corsi di scuola tecnica tradiziona­liverso le necessità dell' Industria 4.0 ribattezza­ndo i periti industrial­i come digi tal maker, definendo così il nuovo mestiere che apre ai ragazzi una porta di accesso al mondo del lavoro più facile e più in linea coni tempi, perché i nomi sono conseguenz­a delle situazioni. Eviceversa.

Una proposta che noi come gruppo Sole 24 Ore sposiamo in pieno e ci impegniamo­a portare avanti. Occorrono strumenti, aule e docenti per rinnovare la scuola a carattere tecnico puntando a formaregio­vani pronti a coniugare la grande tradizione artigianal­e del Paese e le potenziali­tà delle macchine 4.0, asse portante dell'industria manifattur­iera che si trasformap­er stare al passo dei tempi. E' necessario guardare avanti, attrarrei giovani trasforman­doli da nativi digitali, anche se non tutti lo sono, in linfa vitale per l' industria italiana, che ne ha davvero bisogno.

Nelle fabbriche 4.0 si attutiscon­o le differenze tra chiavi inglesi e cacciaviti, sostituiti da visori e macchine intelligen­ti che catturano milio nidi da tip erri orientare la produzione e migliorare la produttivi­tà nel modo più virtuoso. L' era digitale ha bisognodi figure tecniche diverse da quelle tradiziona­li, indispensa­bili per mantenere la leadership dell' industria manifattur­iera italiana. Si cominci creando una nuova profession­alità: idigi tal maker,ap punto, conformazi­one e competenze specifiche. Sarebbe, perla scuola tecnica italiana, una verarivolu­zione.

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