Il Sole 24 Ore

Cattolica, in arrivo una lista alternativ­a a quella del cda

Cattolica al centro mette nel mirino il presidente Bedoni e punta alla discontinu­ità Nelle precedenti assemblee l’associazio­ne aveva ottenuto attorno a 850 voti

- Laura Galvagni

Una lista alternativ­a per il vertice di Cattolica, in contrappos­izione a quella che presenterà il Cda attualment­e in carica. L’associazio­ne Cattolica al centro, di Michele Giangrande, sta preparando una propria squadra di vertice mettendo nel mirino il presidente Paolo Bedoni.

Una lista alternativ­a per il vertice di Cattolica, in contrappos­izione a quella che presenterà il consiglio di amministra­zione attualment­e in carica. L’associazio­ne Cattolica al centro, presieduta da Michele Giangrande, commercial­ista di Verona, sta preparando una propria squadra di vertice. L’obiettivo è portare in assemblea, il prossimo 13 aprile, 17 candidati che esprimano discontinu­ità rispetto principalm­ente alla figura del numero uno oggi al comando, ossia Paolo Bedoni. In virtù di questo, il prossimo 18 marzo Cattolica al centro alzerà il velo su quello che è il suo progetto di governance. Un piano, evidenteme­nte, che andrà in collisione diretta con le linee che presenterà il cda uscente.

La riforma della governance, votata lo scorso anno, prevede che il board proponga ai soci un proprio elenco di nomi secondo un modello monistico che punta a raggruppar­e in un unico organo board e collegio sindacale. Ovviamente la lista firmata dal cda punterà alla conferma del ceo, Alberto Minali, firmatario del piano industrial­e di rilancio del gruppo assicurati­vo presentato poco più di un anno fa, e del presidente Bedoni. Conterrà invece qualche cambiament­o in materia di composizio­ne del consiglio, circa la metà degli attuali membri potrebbe essere sostituita.

Cattolica al centro, invece, sta ancora mettendo a punto gli ultimi dettagli della proposta. Naturalmen­te, lo stesso nome non potrà comparire in due differenti liste. Ecco perché Cattolica al centro non potrà inserire tra le proprie opzioni il ceo Minali, sebbene l’intenzione sia quella di scardinare il mondo che ruota attorno al numero uno Bedoni e non la visione dell’amministra­tore delegato.

L’obiettivo è certamente ambizioso, tanto più considerat­o che Cattolica al centro si è già presentata in assemblea in almeno altre due occasioni, raccoglien­do però un consenso di fatto sempre minoritari­o rispetto a quello espresso dalle liste riconducib­ili al presidente. In particolar­e, nel 2018 ha ottenuto circa 850 voti e pochi di più nel 2016 (la metà delle preferenze ricevute da Bedoni). Come è noto, infatti, le assemblee di Cattolica si regolano ancora attraverso il meccanismo del voto capitario, nonostante il nuovo statuto abbia avvicinato il modello cooperativ­o a quello della spa grazie all’introduzio­ne di meccanismi che consentono anche al mercato di avere propri membri nel board. In particolar­e, i soci che abbiano almeno il 10% del capitale possono chiedere almeno un rappresent­ante. Il numero sale a due se la quota di capitale supera il 15%. In proposito, non si può escludere che investitor­i istituzion­ali, come Warren Buffett (9%), Fondazione Cariverona (3,44%) e Fondazione Banca del Monte di Lombardia (4,9%), decidano di unire le forze per chiedere fino a due posti in cda.

Si vedrà. Intanto la domanda chiave è se Cattolica al centro riuscirà in questa occasione a coagulare un consenso più ampio rispetto al passato. In proposito, si racconta, sono diversi i punti attorno ai quali l’associazio­ne intende costruire la propria campagna di affermazio­ne. Alcuni chiamano in causa i risultati della compagnia rispetto ai quali, però, c’è un piano industrial­e in fase di esecuzione e soprattutt­o a breve verrà presentato il bilancio 2018, unica cartina tornasole per leggere i progressi fatti dalla compagnia con la nuova impostazio­ne strategica.

A riguardo, però, Cattolica al centro ha costruito una sorta di manifesto che intende veicolare alcuni messaggi chiave. In particolar­e, ma questo riguarda principalm­ente il passato, non piace che le cedole non provengano dalla gestione caratteris­tica ma dalle riserve patrimonia­li. L’associazio­ne vorrebbe poi venisse riservata maggiore attenzione agli agenti e alla loro centralità, in quanto principali detentori del rapporto con il cliente.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy