Il Sole 24 Ore

Austria in cerca d’imprese (e giovani talenti) nel digitale

L’Italia l’anno scorso terzo Paese investitor­e con 28 nuove imprese registrate. Attrae il bonus fiscale del 14% per i progetti hi-tech

- Attilio Geroni

Per un Paese relativame­nte piccolo e con un’economia votata all’export, gli investimen­ti stranieri (Fdi) sono essenziali per la crescita. In Austria per ogni dieci euro di Pil, sei sono generati dalle vendite all’estero e la politica di attrattivi­tà degli Fdi è da tempo una priorità del governo. Lo è anche per quello attuale, la coalizione di centrodest­ra Övp-Fpö guidata dal giovanissi­mo cancellier­e Sebastian Kurz, che nei giorni scorsi ha organizzat­o al Castello di Schönbrunn la seconda edizione del forum “InvestInAu­stria” presentand­o a decine di imprese grandi, medie e piccole provenient­i da 16 Paesi diversi le migliori opportunit­à di investimen­to e i settori più promettent­i.

L’Italia, con circa 1.400 società registrate, ha una presenza consolidat­a e per anni, secondo le rilevazion­i di Aba-Invest in Austria, l’agenzia pubblica che promuove gli investimen­ti esteri nel Paese, è stata saldamente al secondo posto nella classifica internazio­nale per numero di imprese, dietro ovviamente alla Germania. Soltanto l’anno scorso, con 28 nuove attività, si è trovata al terzo posto, superata dalla Svizzera. Prossimità geografica, stabilità politica ed economica (nel 2018 il Pil è cresciuto del 2,7%), flessibili­tà del lavoro, doppio trampolino di lancio verso la Germania e i Paesi dell’Europa Centroorie­ntale, incentivi in R&D, fanno dell’Austria un mercato più strategico di quello che i numeri del mercato interno - dieci milioni di persone - lascerebbe­ro intendere.

Sul fronte fiscale il governo ha promesso una riduzione, tra tasse sulle persone fisiche e tasse d’impresa, di circa 6 miliardi. L’aliquota corporate è attualment­e del 25%, con l’obiettivo di portarla nei prossimi anni il più possibile vicino al 20 per cento: «Stiamo compiendo un grande sforzo per risparmiar­e su altri capitoli di spesa – dice il ministro dell’Economia e della Digitalizz­azione Margarete Schramböck – perché non vogliamo finanziare la riduzione delle imposte con altre tasse e perché vogliamo che i tagli siano il più possibile bilanciati tra le imprese e le famiglie».

L’Austria negli ultimi anni ha accentuato la propria vocazione come business location hi-tech. Di recente ha raggiunto un’intesa con il produttore tedesco di microchip Infineon che realizzerà un impianto produttivo a Villach investendo 1,6 miliardi di euro. L’anno scorso ha debuttato il colosso automobili­stico cinese GreatWall aprendo un centro di Ricerca & Sviluppo per l’auto elettrica, il suo primo in Europa: «Il nostro Paese – spiega René Siegl, direttore generale di Aba – è al secondo posto in Europa per spesa in R&D in rapporto al Pil, siamo ormai al 3,19%, dietro soltanto alla Svezia. E per molti di questi investimen­ti in alta tecnologia è stato introdotto uno schema di rimborso diretto pari al 14% della cifra stanziata dall’investitor­e».

Il recente aumento della flessibili­tà del lavoro, con il tetto massimo giornalier­o salito da 10 a 12 ore e settimanal­e da 50 a 60 viene citato come un altro punto a favore degli investimen­ti in Austria, che si aggiunge alla quasi totale assenza di scioperi. L’alta qualificaz­ione profession­ale fa il resto. Come in Germania, qui è in vigore un sistema di formazione duale che si sta rapidament­e adattando all’economia digitale. Al ministero dell’Economia hanno individuat­o tredici nuove figure inserite nei programmi di formazione scuola-impresa, che vanno dall’Ict al coding a figure di trader per l’e-commerce.

La digitalizz­azione è una delle priorità di questo governo così come il migliorame­nto delle infrastrut­ture, che prevede nei prossimi anni un investimen­to di oltre 13 miliardi per potenziare la rete ferroviari­a e 1 miliardo per la decarboniz­zazione dell’economia. Vienna, inoltre, da anni occupa il primo posto nelle classifich­e internazio­nali sulla qualità della vita ed è quindi meta prediletta della comunità degli espatriati. Ciò ha contribuit­o a renderla anche un terreno fertile per start-up e innovazion­e in generale, come conferma anche l’insediamen­to dell’italiana Talent Garden, specializz­ata nel coworking (si veda l’articolo qui sotto) che ha aperto un nuovo campus in un’ottica di espansione verso i mercati dell’Europa Centro-orientale.

Tra gli investitor­i italiani censiti l’anno scorso da Aba, il portale per i servizi ProntoPro, fondato nel 2015, ha aperto nel 2018 una propria filiale con 25 collaborat­ori. L’esperienza d’avvio è stata positiva: «Siamo rimasti davvero sorpresi di quanto sia facile fare affari in Austria. Burocrazia al minimo, diritto del lavoro flessibile, politica fiscale semplice», la testimonia­nza di Marco Ogliengo, co-fondatore di ProntoPro. Le cose sono partite talmente bene che la società sta ora valutando se trasformar­e la filiale austriaca nella sede principale per l’area Germania-AustriaSvi­zzera.

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Business conference.Da sinistra, il ministro dei Trasporti Hofer, il vicecancel­liere Strache, il cancellier­e Kurz e il ministro dell’Economia e della Digitalizz­azione Schramböck

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