Huawei farà causa al governo Usa
Lo scontro tra Washington e Pechino su Huawei è la più drammatica saga parallela al negoziato commerciale e rivela quanto incognite e tensioni potrebbero restare potenzialmente alte nella sfida tra le due potenze economiche. Huawei si appresta a presentare fin da giovedì denuncia contro il governo americano in un tribunale del Texas. In gioco è la legittimità di una legge statunitense dell’anno scorso - la NDAA, o U.S. National Defense Authorization Act - che ha reso più severi i controlli sugli investimenti stranieri e in particolare più difficili contratti con aziende cinesi. Il colosso delle telecomunicazioni cinese ha inoltre fatto scattare ricorso contro il governo canadese, che sta procedendo con un processo di estradizione negli Usa ai danni del direttore finanziario dell’azienda Meng Wanzhou, nonché figlia del fondatore, l’ex alto ufficiale delle forze armate Rex Zhengfei; l’estradizione è stata chiesta dagli Stati Uniti per accuse di violazione delle sanzioni contro l’Iran e di aver ingannato banche internazionali nell’orchestrare simili operazioni pro-Teheran. Meng era stata arrestata il primo dicembre mentre era di passaggio a Vancouver su un mandato di cattura emesso delle autorità satunitensi. Washington ha anche attaccato duramente Huawei perché rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza nazionale del Paese, a causa di potenziali attività di spionaggio a favore del governo cinese attraverso le sue tecnologie. L’amministrazione Trump preme sugli alleati affinché i prodotti Huawei, leader mondiale nelle attrezzature destinate ai network di telecomunicazione con un fatturato annuale da oltre 92 miliardi di dollari e 180.000 dipendenti, vengano esclusi da delicati e strategici progetti di wireless di nuova generazione 5G.
Il difficile equilibrio tra il sostegno al Pil e la riduzione dell’indebitamento nelle grandi imprese statali