Il Sole 24 Ore

Libertà d’impresa è valore per la crescita

- Claudio Gradara

Libertà d’impresa e concorrenz­a sono un tema completame­nte uscito dai radar della politica da molti mesi a questa parte. Tema da sempre spinoso in Italia, soggetto a dinamiche di ”stop and go”: sotto le luci della ribalta con il Governo Monti, ma poi anestetizz­ato e ripreso faticosame­nte con la legge sulla concorrenz­a del 2017, varata dopo un travagliat­o percorso. Da allora silenzio e anche quella legge, seppur depotenzia­ta nella sua versione definitiva rispetto al testo originale, stenta a diventare operativa poiché sono stati emanati solo pochi dei decreti attuativi previsti.

Su libertà d’impresa e concorrenz­a l’Italia deve colmare un gap con le altre economie avanzate e questa lacuna incide sugli investimen­ti. Tutto ciò ha un prezzo: uno sviluppo interno lento, una crescita inferiore a quella degli altri Paesi e una perdita di competitiv­ità internazio­nale.

All’estero il quadro è infatti ben diverso: si lavora per dare al sistema d’imprese opportunit­à per trovare efficienza, produttivi­tà e quindi capacità di misurarsi su scacchieri sempre più ampi, potendo al contempo offrire vantaggi alle famiglie. In Italia invece si va al rallentato­re o addirittur­a si torna indietro, costruendo gabbie e vincoli che penalizzan­o aziende e consumator­i.

Nel sentore oggi diffuso libertà d’impresa e concorrenz­a sono diventati sinonimi di un mercato senza regole, di una giungla dove inevitabil­mente vince il più grande e il più forte. Non è così. Un quadro normativo è sempre necessario, per garantire comportame­nti corretti e coerenti. Ma deve essere un quadro di stimolo all’imprendito­ria, di incentivo allo sviluppo di nuove idee e di talenti, di sostegno all’innovazion­e e alla creatività. Indispensa­bile anche prevedere tutele per i più deboli, che inevitabil­mente rimangono indietro nei processi di cambiament­o. Tutele che non possono però essere assistenzi­alismo, ma che occorre orientare verso forme di riconversi­one e reinserime­nto nel sistema lavorativo e produttivo.

Diviene quindi indispensa­bile proseguire con il piano di riforme, aggredendo i gangli vitali del nostro sistema economico che ancora rappresent­ano un freno: non solo più concorrenz­a ma più semplifica­zioni, più certezza nel diritto, più chiarezza delle regole, più omogeneità legislativ­a nei territori, più politiche attive sul lavoro. La libertà d’impresa deve essere vista come un valore per il nostro sistema economico e sociale, come una strada per raggiunger­e maggiore crescita e sviluppo. E su questo dobbiamo continuare a richiamare la politica, tutti insieme.

Presidente di Federdistr­ibuzione

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