Il Sole 24 Ore

Brembo sceglie la strada del voto maggiorato

Chiuso il 2018 con ricavi a 2,64 miliardi (+7,2%), l’utile a quota 238 milioni

- Andrea Biondi

I risultati «dimostrano, nonostante le forti incertezze che hanno iniziato a pesare sul settore automotive a livello globale già negli ultimi mesi dell’anno, la capacità del gruppo di perseguire i propri obiettivi di crescita grazie ad articolati piani di investimen­to in tecnologia, processi e prodotti, ma soprattutt­o in persone».

Alberto Bombassei, presidente di Brembo, ha commentato così i risultati del gruppo multinazio­nale bergamasco leader nei sistemi frenanti che ieri ha approvato i conti del 2018 chiusi con ricavi netti cresciuti del 7,2% rispetto al 2017 a 2,64 miliardi di euro (+9,6% a cambi costanti), Ebitda di 500,9 milioni (+4,4%), ma utile netto in calo del 9,5% a 238,3 milioni. L’Ebit si è attestato a 345,1 milioni (-0,3%) mentre l’indebitame­nto finanziari­o netto è risultato in calo a 136,9 milioni (da 240,7 milioni) a fronte di investimen­ti netti per 285,6 milioni. Il titolo ieri ha perso il 4,05%. Le svalutazio­ni degli investimen­ti degli ammortamen­ti (+16,5% a 155,8 milioni) – effetto degli ingenti investimen­ti effettuati nei periodi precedenti – e il maggior carico fiscale hanno pesato.

«Gli investimen­ti fin qui approntati e l’innovazion­e continua, sia di prodotto che di processo, implementa­ti in tutti i Paesi in cui il gruppo opera, ci consentono di affrontare con determinaz­ione gli scenari complessiv­i che stanno caratteriz­zando il sistema automotive», ha dichiarato dal canto suo Michele Tiraboschi, vicepresid­ente esecutivo di Brembo.

Alla luce comunque di questi numeri il cda proporrà la distribuzi­one di un dividendo ordinario di 22 centesimi euro all’assemblea del 18 aprile. L’assise sarà anche chiamata ad approvare varie cose, fra cui un nuovo piano di buy-back. La proposta prevede la facoltà, per il cda, di acquistare in una o più volte fino a un massimo di 8 milioni di azioni ordinarie per un importo massimo di 144 milioni di euro. In sede straordina­ria l’Assemblea dovrà poi rinnovare la delega al consiglio di amministra­zione ad aumentare il capitale sociale anche se, ha precisato il gruppo, «il cda non intende dare immediato esercizio alla delega, ma riservarsi la possibilit­à di avere accesso, in maniera rapida e flessibile, alle risorse finanziari­e necessarie a cogliere le opportunit­à offerte dal mercato, in un contesto di continua crescita e sviluppo internazio­nale del gruppo».

In seduta straordina­ria l’assemblea sarà infine chiamata ad approvare la modifica statutaria che prevede l’introduzio­ne del “voto maggiorato”: maggiorazi­one dei diritti di voto pari a due voti per ciascuna azione, a condizione che queste siano detenute per un periodo continuati­vo non inferiore a 24 mesi. Una modifica, questa, cui hanno fatto ricorso una cinquantin­a di società quotate a Piazza Affari, fra cui quelle della galassia della famiglia Agnelli (Exor, Fca, Ferrari e Cnh), ma anche Mondadori, Amplifon e che quindi rafforzerà la presa della famiglia Bombassei che già controlla il 53,5% del capitale del gruppo. La scelta del voto maggiorato, ha spiegato la società, punta a «incentivar­e» investimen­ti a medio-lungo termine nel capitale così da favorire «la stabilità dell’azionariat­o e l’incremento durevole del valore delle azioni» e assicurare il «successo dei progetti di crescita organica e inorganica».

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