Per il Venezuela un Piano Marshall da 200 miliardi
Manifestazioni e contromanifestazioni, ma soprattutto molte minacce reciprocate. Cambiano gli epiteti, eppure il “tiranno” e il “golpista” non recedono, piuttosto alzano i toni, rilanciati dagli alleati.
In Venezuela patisce la popolazione ma resistono i leader politici: quelli del governo di Nicolas Maduro e quelli dell’opposizione di Juan Guaidò. Con il corifeo internazionale di Cina, Russia e Cuba, a favore di Maduro. E sull’altro fronte, il corifeo internazionale di Stati Uniti ed Europa, supporters di Guaidò.
Tutto ciò mentre a Washington si parla di numeri e viene ipotizzato un Piano Marshall che permetta una ripartenza del Paese. Difficile quantificare, i calcoli più approssimativi immaginano una cifra superiore ai 200miliardi di dollari.
Il Piano Marshall venezuelano viene definito “Plan Pais, el dia despues”, Piano Paese, il giorno dopo.L’economistaAlejandroGrisanti,direttoredi Ecoanalitica, istituto di ricerca economica venezuelano,hapresentatounostudioarticolatoin unacinquantinadiproposte«miratearicostruire il Paese dopo 20 anni di chavismo e sei anni di recessione,duranteiqualihapersoil52%delsuoPil».
Anche il senatore americano conservatore Marco Rubio ha proposto un piano di rilancio che poggia sull’aumento della produzione petrolifera, volano dell’economia.
A livello internazionale, la rimodulazione dell’export di petrolio venezuelano è in atto da tempo: le sanzioni imposte dagli Stati Uniti hanno costretto il governo a ricercare nuovi mercati di esportazione. Il greggio estratto dai tecnici di Caracas è molto pesante e gli additivi necessari al suo trasporto sono sotto embargo. Per questo Maduro li importa da altri Paesi. L’India, negli ultimi mesi, è il Paese che ha aumentato sensibilmente l’import di greggio da Caracas, compensando la riduzione da parte degli Stati Uniti
In quella che si preannuncia una lunga partita a scacchi, in bilico tra diplomazia e decisioni (para)militari, il Consigliere per la Sicurezza nazionale americano, John Bolton, ha rivelato che gli Stati Uniti stanno cercando di riunire la più ampia coalizione possibile per estromettere Maduro. «Stiamo cercando di riunire appoggio per la transizione pacifica del potere da Maduro a Guaidó per sostituire tutto il regime corrotto».
Al riguardo ha poi aggiunto che «in questa amministrazione non abbiamo paura di usare la frase Dottrina Monroe», in riferimento ad un messaggio pronunciato il 2 dicembre 1823 dal 5/o presidente degli Stati Uniti, James Monroe, in cui si elabora l’idea della supremazia statunitense nel continente americano.
L’internazionalizzazionedellacrisivenezuelanaèconfermata dalle ultime misure adottate dall’amministrazione Trump. Il presidente americano intende inasprire la legge Helms-Burtondel1996,quellasull’embargoaCuba,perconsentire azioni legali contro compagnie straniere che commercianoconCubaousanobeniconfiscatidalgovernocubanodopolarivoluzionedel1959.Rappresagliaperilsostegno cubano al presidente venezuelano Nicolas Maduro.