Il Sole 24 Ore

Infermieri polacchi cercansi

Le offerte dell’ospedale di Düsseldorf sui giornali pubblicati in Gran Bretagna

- Attilio Geroni

«Preoccupat­i per la Brexit? Venite in Germania, dove avrete uno stipendio più alto, clima e cibo migliori, e sarete più vicini alla vostra Polonia». Così l’ospedale universita­rio di Düsseldorf, tramite annuncio pubblicita­rio su due giornali in lingua polacca diffusi nel Regno Unito, ha cercato di attirare nei giorni scorsi personale paramedico del quale ha un disperato bisogno.

L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea ha davvero pochi vantaggi per la Germania, molto esposta sul fronte degli scambi commercial­i e degli investimen­ti diretti. Ma sul fronte dei flussi migratori potrebbe essere il grande beneficiar­io della fuga, già iniziata poco dopo il referendum del giugno 2016, da parte dei lavoratori europei provenient­i dai Paesi dell’Est.

La pubblicità è bilingue, in polacco e tedesco, perché come ha spiegato il responsabi­le del personale infermieri­stico dell’ospedale di Düsseldorf, Torsten Rantzsch, è rivolto soprattutt­o a profession­isti «che sappiano già parlare un po’ la nostra lingua», come accade spesso per il personale polacco, in particolar­e quello più giovane. L’ospedale ha bisogno di assumere almeno un centinaio di infermieri, mentre in tutta la Germania la carenza per figure analoghe è complessiv­amente di 70mila addetti.

Da quando la Polonia è entrata a far parte dell’Unione europea, nel 2004, circa il 10% del suo personale paramedico ha abbandonat­o il Paese per andare a lavorare altrove nella Ue. Meta preferita, la Gran Bretagna, che a differenza della Germania e assieme a Svezia e Irlanda non aveva posto limiti in via transitori­a alla libera circolazio­ne dei lavoratori.

Oggi il tempo necessario a una struttura sanitaria pubblica o privata tedesca per trovare profili profession­ali adatti è decisament­e lungo: siamo a 160 giorni in media per l’assistenza agli anziani e a 140 per infermieri ospedalier­i, secondo i dati della Bundesagen­tur für Arbeit.

L’invecchiam­ento della popolazion­e (l’età media in Germania è di 47 anni contro i 40 del Regno Unito e i 38 degli Stati Uniti) rende il problema struttural­e, in questo come in altri settori dell’economia. L’immigrazio­ne sembra la risposta più efficace.

Dopo il referendum su Brexit del giugno 2016 il saldo tra arrivi e partenze si è però molto assottigli­ato con i Paesi dell’allargamen­to del 2004 (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovenia, Cipro e Malta) ed è poi diventato negativo per alcune decine di migliaia secondo le ultime rilevazion­i disponibil­i dell’ufficio inglese di statistica al settembre 2018. Ancora alla fine di giugno dell’anno scorso i polacchi residenti nel Regno Unito erano circa un milione, la quota più rilevante tra i cittadini provenient­i da Paesi dell’Unione europea.

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