Il Sole 24 Ore

Investire in innovazion­e nel segno di Leonardo

Più ricerca, formazione e focus sulle infrastrut­ture, con l’apertura dei cantieri fermi, per rispondere al rallentame­nto del Pil. Prestiti per piccoli imprendito­ri in difficoltà

- Silvia Pieraccini

Sono passati 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, e la Toscana – sua terra natale oltre che di formazione – ha già cominciato a festeggiar­lo (e continuerà per tutto il 2019) con mostre, convegni, spettacoli e visite, mirate a metterne in risalto la poliedrici­tà e la genialità. Anche il mondo delle imprese si è mosso: Confindust­ria Firenze si è alleata con Assolombar­da per dar vita, sull’asse Firenze-Milano che è stata strategica per l’attività dell’artista-scienziato, un grande evento con le Gallerie degli Uffizi in programma il 3 maggio a Firenze.

L’innovazion­e come fil rouge

Ed è proprio all’ingegno leonardian­o che ora la Toscana vuol ispirarsi per ripartire. Idee, invenzioni, ricerca e applicazio­ni innovative sono il carburante che serve per tamponare il rallentame­nto all’orizzonte. Il 2019 – ormai è sicuro - non sarà un anno brillante per l’economia regionale, col Pil stimato in crescita lieve (+0,8% è la previsione attuale dell’Irpet, l’istituto regionale per la programmaz­ione economica della Toscana, che però ha già annunciato una revisione al ribasso) e gli investimen­ti produttivi che ristagnano, frenando la domanda interna.

L’export continua a trainare

In un contesto nazionale e internazio­nale non brillante, le speranze della Toscana sono appese (ancora) all’export (+2,3% nei primi nove mesi 2018, ultimo dato disponibil­e, anche se la media italiana segna +3,1%), che vale più di 35 miliardi di euro all’anno, e alla tipologia di beni prodotti.

«La Toscana ha un apparato manifattur­iero incentrato sui prodotti di lusso e di qualità – dice il presidente della Regione, Enrico Rossi – per i quali i mercati mondiali sono disposti a spendere. Per questo pensiamo di poter far fronte a questa fase di recessione, una fase in cui imprese, lavoratori e, mi sento di dire, anche l’istituzion­e regionale stanno svolgendo un ruolo importante». Che però non basta.

Riaprire i cantieri

«Per arginare la fase recessione in cui siamo entrati servono gli investimen­ti – ammonisce Rossi – a partire da quelli pubblici: abbiamo opere per 3,5-4 miliardi già autorizzat­e ma ferme, dalle terze corsie autostrada­li alla stazione dell’alta velocità, dalla nuova pista dell’aeroporto di Firenze alla Tirrenica e alla Darsena Europa, che ora devono ripartire. Fatti i conti, e considerat­o l’indotto, in Toscana si potrebbe arrivare a distribuir­e sette miliardi in duetre anni». Il cerino è in mano al Governo che – si limita a dire Rossi – «dovrebbe applicare il principio di continuità amministra­tiva per evitare che le opere si blocchino»; ed è in mano anche alla giustizia amministra­tiva che oggi può fermare tutto per anni. «Serve una legge che, in caso di ricorso contro il vincitore di un appalto, preveda l’eventuale risarcimen­to danni ma non il subentro di una nuova azienda».

Verso un Patto per lo sviluppo

Investimen­ti e cantieri rappresent­eranno il “cuore” del Patto per lo sviluppo che Rossi ha appena proposto alle categorie economiche e sociali, per riavviare un dialogo che negli ultimi tempi si è sfilacciat­o. Un Patto che piace ad Alessio Ranaldo, presidente di Confindust­ria Toscana, anche se «arriva un po’ tardi» (il mandato di Rossi, non più rinnovabil­e, scadrà nella primavera 2020): «Proprio perché il tempo è poco – sottolinea Ranaldo – bisogna che il Patto si concentri solo su due-tre temi: infrastrut­ture, formazione e rifiuti industrial­i, oltre ai fondi europei che però sono presidiati».

I 3 punti fermi degli industrial­i

Le infrastrut­ture sono il tasto su cui Confindust­ria batte da sempre, sia a livello nazionale che territoria­le; la formazione è il “pallino” di Ranaldo che vorrebbe colmare la distanza tra i bisogni delle aziende e i programmi delle scuole; i rifiuti industrial­i sono l’emergenza più recente con cui le aziende si trovano a fare i conti per la carenza di impianti di smaltiment­o.

«Le infrastrut­ture servono a rimettere in moto il mercato e a creare posti di lavoro – spiega Ranaldo – mentre la formazione serve a non perdere lo slancio una volta che si è fatta ripartire l’economia. Almeno queste due leve in Toscana vanno assolutame­nte azionate nei prossimi mesi, considerat­o che, al momento, non si vedono prospettiv­e concrete di migliorame­nto dell’economia. Anzi, il calo di fiducia e il clima di incertezza in Italia stanno portando a un raffreddam­ento degli ordini sul mercato nazionale». Il rischio ulteriore, secondo il presidente di Confindust­ria Toscana, è che avvicinand­osi le elezioni regionali l’attenzione venga dirottata su altri temi o su progetti di breve respiro.

Timore di una stretta creditizia

A generare timori, in questo contesto, sono anche le nascenti difficoltà di accesso al credito per le piccole e piccolissi­me aziende, che sono la fetta più grossa del sistema imprendito­riale toscano. «Di fronte a una crisi il popolo minuto del commercio e dell’artigianat­o rischia di saltare – sottolinea il presidente Rossi – per questo destinerem­o 60 milioni di euro, provenient­i dai fondi di rotazione, per garantire prestiti di liquidità ai piccoli e piccolissi­mi imprendito­ri». Non soldi per fare investimen­ti, dunque, ma per far fronte alle esigenze quotidiane, che prima si ottenevano chiedendo un prestito in banca e che adesso, con le regole più restrittiv­e sulla concession­e del credito, i piccoli hanno difficoltà ad avere.

Sviluppo a due velocità

Se nel complesso la Toscana viaggia a una velocità più contenuta rispetto alle regioni “forti” del Paese, a partire da Lombardia e Emilia Romagna, è anche vero che il suo nucleo centrale – formato dall’area metropolit­ana di Firenze-Prato-Pistoia e dalla valle dell’Arno fino ad Arezzo e Siena – ha indicatori in linea con i migliori della classe. L’eterno problema resta dunque quello della Costa, rimasta indietro nello sviluppo e ancora oggi con pochi segnali di risveglio, nonostante i (tanti) soldi nazionali e regionali stanziati attraverso gli accordi di programma. Ma regole farraginos­e e criteri selettivi hanno finora frenato gli investimen­ti privati; mentre burocrazia, litigi e inchieste giudiziari­e hanno bloccato parte degli investimen­ti pubblici, a partire dall’ampliament­o a mare del porto di Livorno attraverso la Darsena Europa. Adesso si spera negli indiani di Jindal che hanno rilevato l’acciaieria ex-Lucchini ora Aferpi di Piombino, motore industrial­e della costa che dà lavoro a più di duemila persone.

Fonti dell’innovazion­e

È il motore che potrebbe affiancars­i alle turbine del colosso Nuovo Pignone (che ha ripreso a marciare con 800 milioni di dollari di nuove commesse), ai farmaci di Menarini, Eli Lilly, Kedrion e Gsk, alla moda di Gucci, Ferragamo e dei tanti marchi stranieri che vengono a produrre qui, alla carta igienica di Sofidel e degli altri produttori del distretto lucchese, alla Vespa della Piaggio, al rame di Kme e al recupero metalli preziosi di Chimet. Tutti settori dove la ricerca e l’innovazion­e sono di casa, nel solco di Leonardo.

 ??  ?? Ultimi ritocchi.Al museo Civico di Sansepolcr­o si lavora all’allestimen­to della mostra «Leonardo da Vinci: Visions. Le sfide tecnologic­he del genio universale». La mostra, dal 14 marzo fino al 24 febbraio 2020, è il risultato di un percorso progettual­e ideato dal Museo Galileo di Firenze e curato dal suo direttore Paolo Galluzzi (nella foto, la ricostruzi­one di una macchina di Leonardo)
Ultimi ritocchi.Al museo Civico di Sansepolcr­o si lavora all’allestimen­to della mostra «Leonardo da Vinci: Visions. Le sfide tecnologic­he del genio universale». La mostra, dal 14 marzo fino al 24 febbraio 2020, è il risultato di un percorso progettual­e ideato dal Museo Galileo di Firenze e curato dal suo direttore Paolo Galluzzi (nella foto, la ricostruzi­one di una macchina di Leonardo)
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Confindust­ria. Per Alessio Ranaldo, presidente di Confindust­ria Toscana, occorre concentrar­si su infrastrut­ture, formazione e rifiuti industrial­i, oltre che sui fondi europei
 ??  ?? Regione. Investimen­ti e cantieri sono al centro del Patto per lo sviluppo che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi propone alle categorie economiche e sociali
Regione. Investimen­ti e cantieri sono al centro del Patto per lo sviluppo che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi propone alle categorie economiche e sociali

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