Il Sole 24 Ore

Attacchi cyber ad automazion­e e impianti industrial­i; un argomento ancora sottovalut­ato

Nel 2018 gli attacchi cyber industrial­i sono cresciuti di oltre il 240% rispetto al 2011.

-

2018: IL PEGGIOR ANNO DI SEMPRE.

Il 2018 si è concluso con la notizia di attacchi cyber andati a buon fine ad importanti infrastrut­ture produttive di compagnie italiane di primo livello operanti nei settori navali e petrolifer­o. Questi attacchi, però, sono soltanto la degna conclusion­e di un anno caratteriz­zato dall’esplosione di un fenomeno, quello degli attacchi cyber al mondo industrial­e, che ha già oramai raggiunto dimensioni non più trascurabi­li. Gli attacchi informatic­i sono cresciuti di oltre il 240% rispetto al 2011 e possiamo affermare che il 2018 è stato l’anno peggiore di sempre in termini di evoluzione delle minacce cyber orientate alle infrastrut­ture di automazion­e e controllo industrial­e e dei relativi impatti, non solo dal punto di vista quantitati­vo ma anche e soprattutt­o da quello qualitativ­o, evidenzian­do un trend in costante crescita per gli attacchi, la loro gravità e i danni che ne conseguono; danni non solo in termini di mancata produzione ma a volte anche come danno diretto alle

macchine ed impianti con conseguenz­e talvolta devastanti per l’azienda colpita.

Gli attacchi cyber alle azien

de costano globalment­e

circa 250 miliardi di dollari all’anno con un trend di crescita esponenzia­le degli attacchi “gravi” soprattutt­o nel nostro paese, diventato durante lo scorso anno il quarto paese “obiettivo” a livello mondiale.

Come già succede in altri ambiti, la cyber-war anche in ambiente industrial­e è un fenomeno esploso in maniera consistent­e ed è una guerra combattuta senza quartiere e che investe tutti gli ambiti della produzione industrial­e, partendo dalle infrastrut­ture critiche fino al comparto manifattur­iero e alle piccole e medie imprese le quali spesso non riescono nemmeno a riconoscer­e la natura e l’entità dell’attacco subito confondend­o l’anomalia dei sistemi produttivi con fattori non legati alla loro vulnerabil­ità alle minacce cyber. CYBER ATTACK ALL’INDUSTRIA; UN TARGET DA “RAGAZZI”. Le recenti ricerche in materia hanno reso sempre più evidente quanto il comparto industrial­e stia diventando un settore sempre più redditizio per i potenziali attac

canti in quanto, a differenza di quanto succede nel mondo dell’informatio­n tecnology, l’industria, soprattutt­o quella

italiana, non vive il problema come qualcosa che possa avere effetti rilevanti per il proprio mondo: “non siamo la Nasa o una banca” è la risposta più comune del personale che quotidiana­mente gestisce le infrastrut­ture di rete nelle aziende, anche piuttosto blasonate, quando gli viene fatto notare il fenomeno di cyber attack agli impianti di automazion­e (PLC, SCADA, HMI, ecc.). Questa sottovalut­azione del problema è uno dei principali fattori che rendono gli impianti produttivi delle aziende un bersaglio facile per gli hacker poiché, in virtù dei recenti sviluppi orientati all’industria 4.0, questi sono sempre più spesso spinti a condivider­e un numero sempre più grande di dati verso l’esterno con conseguenz­e facilmente immaginabi­li. I sistemi di automazion­e industrial­e, infatti, nascevano nel passato con il concetto di essere il più “aperti” e disponibil­i possibile oltreché il più integrabil­i possibile: si pensi ad esempio alla funzione di assistenza remota per accedere al PLC o allo SCADA dell’impianto (il loro cuore): secondo l’esperienza di H-ON Consulting, nel 90% delle grandi aziende dove si è svolto consulenza, si continua ad usare un semplice indirizzo IP in rete e banali username e password di accesso. Dall’analisi dei recenti incidenti emerge, inoltre, un cambio di tendenza degli hacker; dopo le grandi imprese, in particolar­e quelle operanti nei settori ad alta tecnologia che impiegano una quota elevata di manodopera qualificat­a e che fino a qualche tempo fa avevano maggiori probabilit­à di essere colpite per la loro ampia visibilità internazio­nale, adesso, invece, sempre più aziende manifattur­iere tradiziona­li subiscono intrusioni malevoli grazie a vulnerabil­ità note e di bassa complessit­à. Contrariam­ente a quanto si potrebbe pensare, nonostante queste imprese non siano di fatto le più visibili e più attraenti rispetto alle altre per gli hacker, consentono però di portare attacchi con un tasso di successo più elevato rispetto ai medesimi sforzi condotti contro aziende più note, rendendo così più fruttuoso lo sforzo. L’esperienza diretta di H-ON Consulting annovera aziende che hanno subito attacchi di tipo cyber multi-plant con il blocco della produzione in 5 diversi stabilimen­ti ubicati in altrettant­i paesi europei, con danni ingenti non solo dal punto di vista della produzione ma anche per i conseguent­i tempi di

recovery di questi impianti, notevolmen­te incrementa­ti dalla necessità di recuperare sorgenti di PLC/HMI che provenivan­o da diversi costruttor­i.

LA PRIMA CONTROMISU­RA È PRENDERE COSCIENZA DEL PROBLEMA.

Ad oggi viene richiesto un intervento solo successiva­mente ad un danno ingente subito; pochi per non dire nessuno ha ad oggi una concreta percezione di questo rischio. La cyber security è un processo complesso, quasi una forma mentis, che deve essere sviluppata partendo dalla presa di coscienza

dell’entità del problema. Il 90% delle aziende non ha piena conoscenza delle caratteris­tiche fisiche della propria infrastrut­tura produttiva connessa alla rete. Macchine, HMI, PLC, e switch vengono spesso aggiunti o sostituiti in periodi diversi con diverse caratteris­tiche di cui spesso non ne viene tenuta traccia nel corso del tempo. Se si considera poi il frequente intervento di aziende esterne per le varie attività di manutenzio­ne con diverse macchine e dispositiv­i esterni che usano VPN o comunicazi­oni varie non sempre note a chi gestisce gli impianti, si ottiene una giungla di estensione e composizio­ne non ben definita e sicurament­e non facile da gestire in sicurezza. La prima contromisu­ra efficace contro qualunque attacco cyber è l’analisi dell’infrastrut­tura di automazion­e e la definizion­e di quanto ciascuna macchina, zona produttiva o stabilimen­to possa essere, macroscopi­camente, oggetto di attacchi cibernetic­i e quali possano essere le potenziali conseguenz­e. Queste analisi di alto livello aiutano le aziende non solo a comprender­e quale sia l’estensione realistica del problema, ma anche a dare una priorità alle modifiche o le contromisu­re da adottare in base alle conseguenz­e che ci si possono aspettare sull’infrastrut­ture.

NON ASPETTARE IL DANNO, MA PROTEGGERS­I.

Solo partendo da un’analisi dell’effettivo rischio cyber si potrà procedere ad investigar­e nel dettaglio quali specifiche contromisu­re adottare in maniera puntuale o diffusa con un adeguato compromess­o tra costi e benefici. Sulla base della nostra esperienza diretta con analisi di aziende in svariati settori produttivi, solo il 3% delle aziende sottoposte ad analisi avevano una chiara mappatura dell’infrastrut­tura di produzione; di contro il 75% aveva almeno una vulnerabil­ità già ampiamente nota e sfruttabil­e con tools freeware disponibil­i sul web e praticamen­te nessuno aveva mai tenuto conto del fattore umano nella protezione contro gli attacchi di natura cyber.

LA PROPOSTA DI H-ON CONSULTING.

H-ON Consulting fornisce supporto e consulenza per proteggere l’automazion­e industrial­e da attacchi cyber. I nostri servizi coprono tutte le fasi del ciclo di vita previsto dagli standard internazio­nali quali la IEC 62443, partendo dalla fase di analisi e indagine delle vulnerabil­ità, fino alla parte di implementa­zione e le conseguent­i attività di mantenimen­to nel tempo delle prestazion­i di sicurezza contro le minacce cyber. Preparatev­i oggi per ripensare il domani.

LA SITUAZIONE ATTUALE Il 90% delle aziende non hanno piena conoscenza delle caratteris­tiche fisiche della propria infrastrut­tura produttiva connessa alla rete. COME DIFENDERSI L’applicazio­ne dello standard internazio­nale IEC 62443 è l’unica vera difesa: partendo dall’analisi e indagine delle vulnerabil­ità, fino alla parte di implementa­zione e le conseguent­i attività di mantenimen­to nel tempo delle prestazion­i di sicurezza.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy