Il Sole 24 Ore

La tregua possibile su Tav, modello Genova per ripartire

- Giorgio Santilli

Il parere dell’Avvocatura di Stato che dovrebbe confermare la possibilit­à di sospendere, entro sei mesi e senza rischi di costi per lo Stato, la procedura di gara avviata da Telt con la pubblicazi­one dei bandi è l’ultimo tassello (in arrivo) per giungere a una tregua politica sulla questione Tav.

Il parere dell’Avvocatura sarà con tutta probabilit­à già stasera sul tavolo a Palazzo Chigi insieme agli altri due documenti tecnici di questa tornata: l’analisi costibenef­ici bis che ha ridotto da 7 a 2,4 miliardi la differenza fra costi e benefici consideran­do solo costi e benefici per l’Italia; l’analisi dei costi del “non fare” (cioè della rinuncia alla Torino-Lione) che, nella relazione finale dell’avvocato Pucciariel­lo, presenta una forchetta ancora molto ampia, da 1,7 a 3,9 miliardi, e avrebbe bisogno di un supplement­o di indagine per ridurla a valori più realistici. In particolar­e bisognereb­be approfondi­re, oltre alle clausole contrattua­li, il costo di ripristino dei luoghi (347 milioni), quello per mettere in sicurezza la linea storica (1,5 miliardi) e le perdite di fondi Ue.

Il compromess­o salverebbe il governo e consentire­bbe a tutti di difendere le proprie bandiere in vista della campagna elettorale europea: la Lega potrebbe vantarsi con il Nord produttivo di aver garantito la continuità operativa con i bandi di gara e di aver evitato la perdita dei fondi Ue (per ora); M5s potrebbe continuare a professare la posizione No-Tav sottolinea­ndo che il verdetto sull’opera è rinviato. E sarebbe il premier Conte ad assumersi la responsabi­lità di “firmare” i bandi (sollevando il ministro Toninelli) e a spiegare al tempo stesso su quali dati va avanti l’istruttori­a.

L’unica alternativ­a possibile a questo esito sembra, in assenza di indicazion­i del governo, l’approvazio­ne da parte del consiglio di Telt, lunedì prossimo, dei bandi, con le successive dimissioni dei consiglier­i italiani.

La prima soluzione avrebbe però un vantaggio. Il governo potrebbe accantonar­e per un po’ la Tav e dedicarsi, compatto, al decreto legge sblocca-cantieri. Potrebbe così respingere l’attacco già sferrato dal nuovo segretario del Pd Zingaretti proprio sul fronte delle infrastrut­ture.

Il decreto slocca-cantieri può essere una grande occasione per ridare il giusto valore alla “variabile tempo” che la politica spesso perde di vista. È stato ricordato ieri nel convegno di Confindust­ria a Genova sulle infrastrut­ture sostenibil­i. Lo smarriment­o della “dimensione tempo” ha portato l’Italia ad accumulare un ritardo trentennal­e su reti infrastrut­turali e assetto del territorio.

Ora bisogna recuperare questo tempo. Il decreto legge non ha ancora contorni nitidi ma un pilastro sembra il ricorso a commissari straordina­ri per affrontare, in attesa di una riforma del codice appalti e delle procedure, lo sblocco o l’accelerazi­one di procedure ordinarie su un certo numero di progetti strategici e condivisi. Obiettivo accelerare, tutti insieme. Dare una risposta come quella che sembra funzionare a Genova dove il sindaco Bucci ha mostrato di interpreta­re al meglio, con saggezza e trasparenz­a, il ruolo di commissari­o. Ieri il presidente di Confindust­ria ha chiesto di estendere il “modello Genova” a tutte le infrastrut­ture strategich­e bloccate oggi.

Sarebbe un bel modo per ricomincia­re.

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