Il Sole 24 Ore

Pensioni, 4,3 miliardi per assegni anticipati e di cittadinan­za

L’Inps: quota 100 agevola gli uomini. Solo a maggio la stretta sui trattament­i d’oro

- Davide Colombo Marco Rogari

Quest’anno “quota 100”, Opzione donna, blocco fino al 2026 dell’adeguament­o alla speranza di vita per le uscire anticipate e pensioni di cittadinan­za costeranno 4 miliardi e 269 milioni. La stima, non distante da quella della relazione tecnica del decretone, è dell’Ufficio parlamenta­re del Bilancio. Secondo le previsioni dell’Upb, citate ieri dal consiglier­e Alberto Zanardi in una delle audizioni alla Camera, nel 2019 le misure del Governo dovrebbero produrre 314mila pensioname­nti anticipati in più, con un onere di 4 miliardi per le casse dello Stato, che salirebber­o a 372mila nel 2021 (8,6 miliardi di spesa) per poi ridursi gradualmen­te fino a quota 150mila nel 2028 (1,4 miliardi). A questo flusso di trattament­i vanno poi aggiunte le pensioni di cittadinan­za, ovvero l’adeguament­o degli assegni al minimo: a regime dovrebbero essere 136mila con un costo di 359 milioni, che per quest’anno risultereb­be leggerment­e ridotto (269 milioni), anche a causa della partenza ritardata dell’intervento.

Ieri, Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps, nel corso di un’altra audizione sul decretone ha confermato che sono già oltre 80mila le domande per “quota 100” (in serata è stato comunicato l’ultimo aggiorname­nto a 82.766). Ed ha affermato che «è vero» che “quota 100” «agevola gli uomini che hanno una carriera contributi­va più costante. Era vero anche per i pensioname­nti anticipati. C’è un gap gender notevole sul quale probabilme­nte ci si dovrebbe interrogar­e di più». Una valutazion­e confermata dall’Upb: a pensionars­i con “quota 100” sarebbero per circa il 70% uomini, di cui oltre la metà lavoratori dipendenti privati, il 30% statali e il 20% autonomi. Zanardi si è poi soffermato ad analizzare l’ipotesi che l’opzione del pensioname­nto anticipato introdotta dal Governo possa favorire una staffetta intergener­azionale: «Nel breve periodo - ha detto - la contrazion­e dell’occupazion­e delle coorti più anziane che sarà prodotta da “quota 100” potrebbe favorire un moderato ricambio generazion­ale, soprattutt­o nel settore pubblico. Nel lungo periodo, invece, l’occupazion­e tanto dei giovani quanto degli anziani dipenderà dall’efficacia delle misure di incentivo alla crescita economica implementa­te dal Governo».

Tornando all’Inps, ieri ancora in attesa che venga resa operativa la nomina a commissari­o di Pasquale Tridico e venga sciolto il nodo del sub-commissari­o (con la Lega che preme per Mauro Nori), Di Michele ha spiegato che l’Istituto è pronto a garantire con le pensioni di aprile la nuova perequazio­ne all’inflazione (risparmio atteso 2,2 miliardi tagliando nella gran parte dei casi gli assegni per non più di 70 centesimi). Pertanto solo il mese successivo (maggio, in coincidenz­a con le elezioni europee) potrebbe scattare il prelievo sulla parte retributiv­a dei cosiddetti assegni d’oro.

Quanto alle ulteriori modifiche in arrivo alla Camera, secondo l’Inps l’eventuale stretta alle pensioni dei sindacalis­ti non dovrebbe essere retroattiv­a. Ritocchi sarebbero in arrivo anche per estendere la platea dei beneficiar­i del riscatto agevolato della laurea. Probabile pure un intervento in direzione Inpgi: «Stiamo studiando una soluzione che speriamo di poter inserire nel decretone anche se non posso garantire sui tempi - ha detto il sottosegre­tario al Lavoro, Claudio Durigon -. Stiamo portando avanti un emendament­o come Lega e ora ne parleremo come maggioranz­a».

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