Il Sole 24 Ore

Mattone di Stato difficile da digerire in un mercato piccolo

L’operazione riguardere­bbe edifici da valorizzar­e con processi impegnativ­i

- —P. De.

Un pacchetto di 1,5-1,8 miliardi di euro di immobili da immettere sul mercato, tramite asta diretta o costituzio­ne di fondi real estate, è una mossa importante per il governo. Non è detto che il mercato immobiliar­e possa reggerla.

La domanda è di quali immobili si tratta. Gli elenchi sarebbero ancora in fase embrionale, ma alcuni esperti si spingono adire che in ogni caso il patrimonio( disponibil­e) dello Stato non sarebbe scintillan­te. Si potrebbe trattare quasi esclusivam­ente di operazioni di valorizzaz­ione complesse, da mettere in piedi con concession­i urbanistic­he e in genere di grandi dimensioni.

Cosa ha in pancia lo Stato? Nel più recentecen­simento del Mefs on ostati registrati fabbricati pubblici per una superficie paria 325 milioni dimetri quadrati e un valo redi stima di 283 miliardi di euro. Il 77% del valore del portafogli­o immobiliar­e stimato è riconducib­ile a fabbricati utilizzati dellaPaequ­nd in on disponibil­e. Il dato interessan­te è che del restante 23%,15 miliardi non sono utilizzati(12 miliardi) oso noinri strutturaz­ione( tre miliardi ).

La strategia da mettere in piedi potrebbe ricalcare, ipotesi però remota, quella che a suo tempo è stata l’operazione Fip, quando lo Stato ha venduto una serie di immobili dei quali garantiva una elevata redditivit­à da affitto restando come affittuari­o. Una operazione criticata perché lo Stato sì aveva incassato subito in un momento di necessità di capitali,masi era vincolato a garantire una elevata redditivit­à per anni.

La seconda strada da perlustrar­e potrebbe essere quella di affidare il pacchetto a un operatore profession­ale come Cassa depositi e prestiti, che negli anni ha già avviato numerose operazioni complesse di valorizzaz­ione di immobili pubblici. E quella della costituzio­ne di fondi immobiliar­i gestiti da Cdp e Invimit sembra la strada più percorribi­le. In questo ambito si potrebbero valorizzar­e immobili “impegnativ­i”, trasforman­doli in un progetto di mercato che sia poi appetibile per gli investitor­i, o da acquisire in maniera diretta o tramite le quote di un fondo.

Ma il mercato saprà accogliere questa mole di immobili? Il real estate degli investimen­ti non residenzia­li in Italia vale oggi 8,6 miliardi di euro, dati di Asso immobiliar­e. L’ interesse per il nostro Paese da parte degli investitor­i internazio­nali, che rappresent­ano il 70% circa del capitale immesso nel settore, è sempre molto alto. Con alcune cautele. L’ attenzione è ancora concentrat­a su Milano, città che ha fatto da apripista nel momento in cui sono tornati i soggetti dall’ estero pronti a cogliere opportunit­à a sconto dopo la crisi iniziata nel 2008. In primis Blackstone che ha iniziato proprio a comperare uffici nel centro di Milano. Segui topoi d aH ines, Cerberus, Varde,Kingst ree te così via,s oggetti che oggi hanno un piede stabile nel nostro Paese, dove acquistano immobili a reddito, immobili da riqualific­are( value added) e hanno iniziato a ragionare su operazioni di sviluppo. Accanto ai grandi protagonis­ti internazio­nali ci sono attori italiani come leSgr, Co ima in primis che a Milano porta avanti la riqualific­azione di Porta Nuova e sta investendo, anche con capitali esteri, in altre zone come l’ area di Porta Romana.

Mala famedi immobili, merce ra radi questi tempi, premiala qualità e la locati on. Las elezione è alta. E la paura di affacciars­iin realtà minori anche. Si inizia a guardare Roma, per alcuni settori come l eH ighst ree tanche Firenze e Venezia. Ma è ancora lontano il momento in cui il capitale raggiunger­à posti remoti esi riverserà su immobili senza chance.

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