Dai commercialisti la guida anti-crisi per le aziende della Pa
Le raccomandazioni per le società sotto controllo pubblico
Una “guida” anticrisi per le società in controllo pubblico arriva dal Consiglio nazionale dei commercialisti in collaborazione con la Fondazione di categoria che ieri ha pubblicato le raccomandazioni per la relazione sul governo societario e il programma di valutazione del rischio di crisi.
L’elaborazione del documento, curata da un team di esperti, è stata coordinata dai due consiglieri nazionali delegati all'area «Economia degli enti locali», il vicepresidente Davide Di Russo e Remigio Sequi.
Queste linee guida rivolte alle partecipate pubbliche riempiono o un “vuoto” normativo dato che, sottolineano Di Russo e Sequi, « il legislatore del Testo unico ha omesso una descrizione contenutistica della relazione sul governo societario e ha rimesso alla discrezionalità della singola società il contenuto del programma di valutazione del rischio aziendale, oltre a non definire gli indicatori del rischio di crisi aziendale al cui rilievo è collegato l'obbligo di reazione»; proprio per questo, aggiungono i due consiglieri «il Consiglio nazionale dei commercialisti ha elaborato una serie di raccomandazioni per la predisposizione di tali documenti e per la selezione degli strumenti che possono consentire di monitorare il rischio di crisi aziendale».
Il documento contiene un esempio di relazione sul governo, un format di valutazione e di relazione sul monitoraggio e una sezione dedicata agli strumentiintegratividigovernosocietario.
Nelle linee guida i commercialisti si soffermano sulle differenze tra insolvenzaecrisi:mentrelaprimaèaccertabiledaidaticontabili,lacrisipresuppone una visione prospettica e i valori contabili e finanziari non sono sufficienti ad accertarla; è necessaria una programmazione a medio termine, l’analisi di dati qualitativi e il ricorso a indicatori prospettici e parametri sinteticamenterichiamatineldocumento.
L’elaborato fornisce un’impostazione generale che dovrà poi essere arricchita e adattata alle singole realtà, rappresenta una traccia elastica, che non va recepita in modo standardizzato e acritico.