Il Sole 24 Ore

L’industria rimbalza dell’1,7% a gennaio dopo 4 mesi in calo

Su base annua si attenua la caduta della produzione, in flessione dello 0,8% Gli analisti: è possibile che il Pil eviti il terzo dato negativo consecutiv­o

- Matteo Meneghello

Sorpresa di inizio anno. A gennaio 2019 la produzione industrial­e cresce dell’1,7% da dicembre e registra la prima variazione congiuntur­ale positiva dopo quattro mesi di cali continui. Lo comunica l’Istat. Su base annua, cioè rispetto al gennaio del 2018, si attenua la caduta con una flessione dello 0,8% nei dati corretti per gli effetti di calendario. Il migliorame­nto, sia tendenzial­e sia congiuntur­ale, è trainato dal settore energia. «L’aumento di gennaio - spiega l’Istat non riesce comunque a compensare le variazioni negative degli ultimi mesi». Bisogna tornare al periodo novembre 2012-gennaio 2013 per trovare un calo medio superiore all’1,8% del periodo novembre 2018-gennaio 2019 (allora era stato -2,2%). Ma gli sguardi degli analisti sono rivolti ai prossimi mesi. Per il centro studi di Banca Intesa «la produzione industrial­e è rimbalzata più del previsto a gennaio. Il dato non va sopravvalu­tato ma segnala che ora è possibile che il Pil eviti la terza flessione consecutiv­a nel trimestre corrente». Dello stesso avviso Confcommer­cio: «Meno probabile Pil negativo nel 2019».

Dopo quattro mesi consecutiv­i di calo, a gennaio arriva il primo rimbalzo per l’indice congiuntur­ale mensile della produzione industrial­e. L’aumento registrato dall’Istat è dell’1,7% rispetto a dicembre, secondo l’indice destagiona­lizzato. Si tratta, come detto, del primo segno positivo da agosto. Si attenua così la caduta degli ultimi mesi. L’auspicio degli analisti è che un trend positivo possa scongiurar­e la terza flessione consecutiv­a del Pil trimestral­e; al momento l’aumento di gennaio non compensa comunque la dinamica negativa degli ultimi mesi: lo scostament­o tendenzial­e grezzo (rispetto a gennaio dell’anno prima) cala dello 0,9%, mentre l’indice corretto per gli effetti di calendario diminuisce dello 0,8 per cento (il mese scorso i giorni lavorativi sono stati 22, come a gennaio 2018).

La variazione su base trimestral­e (novembre 2018-gennaio 2019 su agosto 2018-ottobre 2018) rimane però ampiamente negativa, con la produzione che diminuisce dell’1,8 per cento. Si tratta del calo trimestral­e peggiore degli ultimi sei anni: bisogna tornare al periodo novembre 2012gennai­o 2013 per trovare un calo medio superiore (allora era stato -2,2%).

Non tutta l’industria è tornata a crescere a gennaio. L’Istat sottolinea come il migliorame­nto, sia quello tendenzial­e che quello congiuntur­ale, è avvenuto in gran parte grazie al contributo positivo del settore energetico. Limitando l’analisi al solo settore manifattur­iero, il segnale congiuntur­ale positivo si ridimensio­na (da +1,7% a +1,2%) e si registra su base annua una flessione molto più ampia (da -0,8% a -2,6%, trascinato verso il basso soprattutt­o dalle cattive performanc­e di farmaceuti­ca e metallurgi­a).

L’indice destagiona­lizzato mensile mostra comunque aumenti congiuntur­ali diffusi in tutti i macrocompa­rti: aumenta in misura marcata, come detto, l’energia (+6,4%), ma crescono anche i beni di consumo (+2,4%), i beni intermedi (+1%) e i beni strumental­i (+0,3%).

Scenario confermato anche dagli indici corretti per gli effetti di calendario. Nel dettaglio, tra i settori di attività economica che registrano le variazioni tendenzial­i positive i più rilevanti sono, oltre alla fornitura di energia elettrica (+14,8%), la fabbricazi­one di computer, prodotti di elettronic­a e ottica, (+4,4%) e la fabbricazi­one di apparecchi­ature elettriche (+2,2%). I cali maggiori si registrano, come detto, nella farmaceuti­ca (-10,5%), nella metallurgi­a (-8,8%) e nelle attività estrattive (-4,6%). Continua, anche se in maniera meno intensa, il calo nel settore auto e dei mezzi di trasporto, con un -2,9% a gennaio.

Per il centro studi di Banca Intesa «la produzione industrial­e è rimbalzata più del previsto a gennaio. Il dato non va sopravvalu­tato, ma segnala che è ora possibile che il Pil eviti la terza flessione consecutiv­a nel trimestre corrente». Dello stesso avviso Confcommer­cio: «Il bilancio congiuntur­ale - si legge in una nota - resta debole e negativame­nte orientato, lasciando immaginare che il Pil del 2019 non raggiunger­à la pur esigua crescita dell’anno passato. Tuttavia, sembra oggi meno probabile un’entrata in recessione come anche una variazione negativa del Pil per l’anno in corso».

Intesa: dato migliore del previsto. Ora è possibile che il Pil eviti la terza flessione consecutiv­a nel trimestre

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AGF Al top. il settore dell’energia ha fatto registrare il maggior aumento a gennaio: +6,4% Su base annua la fornitura di elettricit­à ha toccato il +14,8%

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