Il Sole 24 Ore

Dati e creatività: così Pirelli consolida il «lovebrand»

Algoritmi e storie, pianificaz­ione editoriale e misurazion­e dei risultati Il dietro le quinte e la strategia di uno dei marchi con la reputazion­e più alta al mondo

- Fabio Grattaglia­no

Algoritmi e storie, pianificaz­ione editoriale e misurazion­e dei risultati. Ogni anno la comunicazi­one targata Pirelli produce e racconta centinaia di storie sul proprio mondo, ognuna articolata in differenti modalità narrative, dai video alle infografic­he, dagli articoli per magazine ai post sui social media. Incrociand­o big data e analytics e misurando l’efficacia dello storytelli­ng. Il che ne fa una “media data company”.

L’equilibrio tra dati e creatività, la necessità di dosare le potenziali­tà degli algoritmi e renderli funzionali a una narrazione coerente dei brand è di gran lunga il rebus contempora­neo di tanti profession­isti e organizzaz­ioni che si occupano di comunicazi­one. Una ricerca che risente di ulteriori complessit­à legate alla parcellizz­azione in mille piattaform­e sul fronte della distribuzi­one delle informazio­ni, all’attenzione sempre più distratta dei target e alla necessità delle aziende di generare interesse costante e nel tempo affinché si possa instaurare una relazione di qualità con gli stakeholde­r.

La media company

In un contesto del genere diventa di indubbio interesse la risposta a queste istanze da par tedi un lovebrand planetario­come Pir el li. Perché è ai vertici delle rilevazion­i sulla reputazion­e delle marche e perché è entrata realmente a far parte di quel cluster delle cosiddette “media company”. Ogni anno Pirelli produce e racconta centinaia di storie sul proprio mondo, ognuna articolata in differenti modalità narrative, dai video alle infografic­he, dagli articoli per magazine ai post sui social media. Incrociand­o big data e analytics e misurando l’efficacia dello storytelli­ng. Il che, se vogliamo, ne fa una “media data company”.

Il bacino delle storie

Le aree aziendali d acuila comunicazi­one di Pir el li attinge per generare le storie sono tantissime. Si spazia dalle storie su tecnologia e prodotto a quelle sul motorsport (dalla Formula 1 al Superbike), dalle sponsorizz­azioni (come l’Inter, la new entryLunaR ossa, los ciel’ hockey ), alla comunicazi­one finanziari­a ecorp orate( conl’ annu al re port che è diventato una vera piattaform­a comunicati­va) e, infine, tutta l'attività in campo artistico e culturale (Fondazione Pirelli, Pirelli Hangar Bicocca, Pirelli Design fino allo storico Calendario che rappresent­a uno stream editoriale molto potente).

La costruzion­e del palinsesto

Una complessit­à governata attraverso un piano editoriale, dove le diverse storie vengono incanalate in quattro stream narrativi. Road (legato al prodotto e che ruota intorno al core business ); R ace( il mondo delle emozioni do vela Formula Uno fa la parte del leone ); L ife( dal Calendario alla rivista World fino al Pirelli Hangar bicocca); Corporate (dalla sostenibil­ità agli aspetti finanziari per arrivare alla comunicazi­one interna). «Questi filoni narrativi generano un vero e proprio palinsesto-racconta Maurizio Ab et, direttore della comunicazi­one Pirelli -. I contenuti che produciamo alimentano quotidiana­mente i nostri canali e generano un flusso di comunicazi­one costante per informare, dialogare e creare un legame, anche emotivo, con i nostri stakeholde­r».

La piattaform­a

Le storie vengono veicolate attraverso la piattaform­a di comunicazi­one di Pirelli che integra le esigenze di tutte le funzioni aziendali dandogli voce in modo coordinato :« Siamo presenti sui soci alche riteniamo più giusti perla nostra marca-sottolinea Ab et-compreso Wec ha teWei bo per il mondo cinese. Da questi luoghi cerchiamo di portare il pubblico verso il nostrohubr­appr esentato dal Pir el li. com,unsit oche racconta tutto il nostro mondo e che è repository dei nostri contenuti editoriali, oppure su landing page dedicate al prodotto». Pirelli.com, tra altre cose, ha in pancia cinque magazine digitali che presidiano­le aree di interesse delbrand:The racing spot( competizio­ni e F 1); Con nec te dR oads, che raccontala mobilità sostenibil­e, la new mobility e l’innovazion­e legata al mondo digitale; Veloworld (legata al progetto Velo del mondo della bici, compreso l’E-bike); Pirelli Calendar e Pirelli World (la versione digitale che raccoglie il meglio di quello che compare sul raffinato magazineca­rtaceo distribuit­o in 5 mila copie ). Anche perché in un contesto di generale euforia perla rappresent­azione digitale il contatto con la fisicità delle esperienze non viene trascurato. «Cerchiamo di mantenere costante il rapporto trai due mondi - sottolinea Abet - perché siamo convinti che l’esperienza con la marca non possa essere solo digitale, così come non basta portare qualcuno in un luogo do vela proposta delbrands il imita esclusivam­ente a un prodotto fisico. Il nostro obiettivo è creare un mondo, sia dig italesi aoff li ne, dove lostak eh oldersip ossa sentire a proprio agio anche dal punto di vista dell’ affinità coni valori el ostile di vita che ilb rand propone ».

I big data e gli analytics

Anche attraverso i big data e gli analytics Pirelli individua le audience di riferiment­o, le modalità più efficaci per raggiunger­le e le loro preferenze. In virtù di queste informazio­ni - utilizzate anche per generare le storie - i contenuti vengono distribuit­i attraverso tutti i canali a disposizio­ne, siano essi di proprietà o “earned”, dai fan o follower che li rilanciano agli influencer con cui Pirelli collabora in modo costante, sino ai media tradiziona­li. Tutto questo lavoro viene misurato attraverso Kpi classici (reach, engagement, capacità di convertire il traffico dalle piattaform­e terze verso il proprio sito) compreso l’impatto che l’insieme delle attività di comunicazi­one genera sulla reputazion­e. Tutto sintetizza­to in una dashboard. «L’analisi in tempo reale sottolinea Abet - ci consente di verificare se siamo andati a segno e di raddrizzar­e il tiro se un certo tipo di contenuto non sta performand­o. Sappiamo quante persone abbiamo raggiunto, quante hanno interagito con la marca, quante hanno lasciato la loro mail per ricevere la nostra newsletter e quante sono atterrate dai social su Pirelli.com o su altri siti Pirelli. Questo è un dato importante perché avere le persone sulle nostre properties permette di stabilire una relazione più forte e diretta».

Le cinque W

Il dialogo di Pirelli con il consumator­e è costruito intorno a cinque attività che, senza confondere comunicazi­one e informazio­ne, vengono raccontate parafrasan­do le 5 W del giornalism­o. Qui il lavoro è a quattro mani con il marketing. Il Who serve a individuar­e l’audience di riferiment­o. Grazie ai big data e agli analytics si ricavano indicazion­i (per esempio, in base al modello di auto) per circoscriv­ere i target d’interesse. C on ilWhat si identifica­no it emiche appassiona­no i consumator­i, per produrre contenuti rilevanti e solo sugli argomenti in cui alla marca viene riconosciu­ta autorevole­zza. L’ analisi data dr iv enprosegue­c on ilWhen:alm omento del contatto c on ilb rand il consumator­e sta cercando dei pneumatici oppure li ha appena comprati? In base alla risposta cambia il tipo di contenuto offerto, più commercial­e nel primo caso, più editoriale nel secondo. Con il Where si individuan­o poi i canali digitali frequentat­i dai consumator­i di riferiment­o. In queste quattro fasi gli algoritmi aiutano il branda essere presente al momento giusto, sul canale giusto, con il contenuto più appropriat­o. Quando invece si arriva al Why, dall’algoritmo si passa alla filosofia: perché stare nel mondo di Pirelli? «Pirelli è un loveb rand.Un adi quelle marche che ha creato un legame emotivo con gli stak eh older.Ilr acconto che facciamo e i contenuti che produciamo-afferma Ab et devono alimentare questa caratteris­tica. Hanno l’ obiettivo di rafforzare la personalit­à della marca, rendendola riconoscib­ile e rilevante per il consumator­e, e introducon­o significat­o per mantenerla viva e al passo con lo spirito del tempo. Pirelli è uno di quei brand che va oltre la dimensione del prodotto, che pure rimane fondamenta­le. Senza prodotto di qualità non c’è comunicazi­one che possa durare. Ma questo non è un vincolo per la creatività. Al contrario - conclude Abet - nel caso di Pirelli bisogna sperimenta­re di continuo forme e linguaggi per non tradire un pay off talmente potente ,“powerisnot­hing without control”, che da 25 anni è per fortuna sempre un passo avanti rispetto a chi deve comunicarl­o».

Fenomeno Gordon. Al secolo Yuri Sterrore, youtuber con 600mila follower su Instagram, quattro milioni di views su YouTube e oltre un milione di fan su Facebook

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 ??  ?? Media company ante litteram. Un frame tratto da “Pirelli, un’italiana nel mondo”, una graphic novel digitale che è una sorta di “company profile 4.0”. Pubblicato sul sito pirelli.com, è una webserie in cinque puntate che rende fruibile il racconto di un'azienda che ha una storia lunga 145 anni. La miniserie è stata prodotta con il supporto dei materiali della Fondazione PIrelli e si arricchirà in futuro di nuove puntate
Media company ante litteram. Un frame tratto da “Pirelli, un’italiana nel mondo”, una graphic novel digitale che è una sorta di “company profile 4.0”. Pubblicato sul sito pirelli.com, è una webserie in cinque puntate che rende fruibile il racconto di un'azienda che ha una storia lunga 145 anni. La miniserie è stata prodotta con il supporto dei materiali della Fondazione PIrelli e si arricchirà in futuro di nuove puntate

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