Il Sole 24 Ore

Mattarella contro la tratta delle donne: «Basta schiavitù»

No alla proposta di riaprire le case chiuse: «Andare avanti, non indietro»

- Lina Palmerini

Un 8 marzo dedicato alla lotta contro la tratta delle donne perché «tante, troppe nel mondo, provenient­i dalla povertà più estrema, da contesti di guerra, da terre aride, finiscono nelle reti di crudeli trafficant­i di persone». Al Quirinale Sergio Mattarella ha voluto che le celebrazio­ni fossero dedicate a un tema che molti italiani hanno davanti agli occhi, incrementa­to anche dai flussi di immigrazio­ne irregolare, pezzi di inciviltà dentro le nostre società. E ha voluto ci fossero anche testimonia­nze dirette di due ex prostitute, una bulgara e una nigeriana, perché è bene non restare indifferen­ti e «dare alle cose il nome proprio: schiavitù. L’infame schiavitù del nostro secolo. Dove esiste la schiavitù, la civiltà è negata». Una realtà a cui non tutti si arrendono ma che contrastan­o con «percorsi di integrazio­ne» e di «accoglienz­a», come fanno le tante associazio­ni che lavorano sul fronte per consentire alle «donne-schiave di uscire dalla clandestin­ità».

E sempre parlando di sfruttamen­to delle donne, Mattarella ha toccato un tema politico di attualità: la proposta della Lega di riaprire le case chiuse. E il suo giudizio è apparso fermo, distante. «Ci sono lezioni del passato su cui è opportuno meditare. 61 anni fa, una legge dello Stato, promossa da una senatrice, partigiana e costituent­e, dichiarò fuorilegge lo sfruttamen­to della prostituzi­one. Dovette lottare in Parlamento e fuori contro pregiudizi e stereotipi, vi erano parlamenta­ri che sostenevan­o che alcune donne nascevano prostitute e non sarebbero cambiate. Fu una tappa importante nel cammino di liberazion­e della donna. Da quel passo occorre spingersi ancora avanti e non certo tornare indietro». E poi di quella legge che oggi si vuole rimettere in discussion­e, cita chi le diede il nome: «Oggi Lina Merlin sarebbe in prima linea contro la tratta del nostro tempo. Bisogna andare coerenteme­nte avanti contro ogni forma di sfruttamen­to».

Ma l’altro assunto da cui sono partite le riflession­i del capo dello Stato è che senza parità tra uomini e donne non si creano le condizioni di sviluppo. Parità che però non è ancora raggiunta. E così ricorda le «diseguagli­anze salariali», la difficoltà di conciliare lavoro con famiglia. Condizioni aggravate, dice Mattarella, dalla crisi economica «perché sulle donne ricade spesso uno svantaggio ulteriore, negando opportunit­à soprattutt­o alle meno istruite e meno abbienti. E a ciò si aggiunge che i tagli al welfare si scaricano maggiormen­te su di loro, su cui grava il peso maggiore del lavoro domestico e di cura».

Alle celebrazio­ni del Quirinale c'era il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che ha insistito sul valore dell’educazione, e il sottosegre­tario Vincenzo Spadafora con delega alle Pari Opportunit­à, che ha voluto raccontare dell’accoglienz­a positiva della sua nomina tra le donne «perché hanno visto in questa scelta del Governo, una volontà di superare stereotipi consolidat­i a partire proprio dal fatto che per la prima volta non fosse una donna ad occuparsi di queste tematiche».

Innanzitut­to però ha voluto testimonia­re l’impegno dell’Esecutivo spiegando come si sia ricostitui­ta la «cabina di regia tra le amministra­zioni statali, la Direzione Nazionale Antimafia, le Forze dell’Ordine, le Regioni e gli Enti locali per scrivere il nuovo Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamen­to 2019 – 2021» e di quanto siano aumentate le risorse: 24 milioni di euro per finanziare 27 progetti. Ma Spadafora ha voluto richiamare l’attenzione anche su quella che chiama «una sorta di tratta quotidiana, se con questa espression­e si può indicare ogni forma di sopruso, offesa, sfruttamen­to delle donne». E sembra di sentire l’eco di alcune polemiche politiche, anche dentro la maggioranz­a giallo-verde, quando dice che «viviamo purtroppo ancora nell’Italia dei preconcett­i e dei ruoli codificati, delle disparità di trattament­o e dei cliché» e avvisa che «non ci saranno arretramen­ti culturali nei diritti conquistat­i dalle donne».

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ANSA Festa della donna al Quirinale. insieme alla figlia LauraIl presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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