Il Sole 24 Ore

Sanità, va in pensione il modello Formigoni

Il governator­e Fontana: «Il pubblico deve tornare ad avere un ruolo centrale» I finanziame­nti saranno assegnati valutando le prestazion­i in modo mirato

- Sara Monaci

Cambia la Regione Lombardia. I centri di potere che fino a pochi anni fa venivano identifica­ti con il governator­e di centrodest­ra Roberto Formigoni e con Comunione e liberazion­e vengono a poco a poco smantellat­i. La guida leghista di Attilio Fontana sta modificand­o le regole che hanno caratteriz­zato gli ultimi cinque mandati - non solo quelli di Formigoni, ma anche quelli dell’ex leader del Carroccio Roberto Maroni.

Si parte dalla sanità, che in Lombardia vuol dire 19 miliardi all’anno di risorse pubbliche (oltre l’80% dell’intero bilancio regionale), in cui il pubblico riprenderà il ruolo di regia; e si arriva a Infrastrut­ture lombarde, la controllat­a voluta da Formigoni stesso, che ha realizzato in tempi record 4 ospedali e che ora verrà riassorbit­a in un’unica grande partecipat­a, Aria. «Il pubblico deve tornare ad avere un ruolo centrale nella sanità, e quando le società non sono più efficienti, come ci confermano la Corte dei conti e le due diligence, dobbiamo risolvere i problemi», così il governator­e Fontana commenta le due riforme che viaggiano insieme. «Non ci sono più le stesse necessità di prima, la progettazi­one possiamo reperirla sul mercato riuscendo a essere più efficienti», aggiunge anche l’assessore al

Bilancio, il leghista Davide Caparini.

Più pubblico nella sanità

Nessuno rinnega l’eccellenza raggiunta nella sanità. Lo dice soprattutt­o l’assessore alla sanità Giulio Gallera, che ha ricoperto lo stesso incarico anche nella giunta Maroni. «Il sistema funziona, lo correggiam­o in base ai nuovi bisogni che arrivano dal territorio: cresce il numero degli anziani e vanno migliorate le liste d’attesa», precisa.

Ecco come. Prima di tutto la Regione Lombardia dovrà condivider­e con le strutture private e pubbliche gli obiettivi per quanto riguarda i ricoveri: le priorità, e quindi i costi, vengono decisi insieme.

Per questo nuovo “esperiment­o” ci sono per ora 35 milioni a disposizio­ne per tutti gli ospedali, una piccola quota rispetto ai 3 miliardi complessiv­i dati alle strutture ospedalier­e pubbliche e ai 2 dati a quelle private. Tuttavia con questo sistema il privato viene “indirizzat­o”: non vengono più dati finanziame­nti su base storica, ma valutando le prestazion­i in modo mirato, secondo le necessità.

Contempora­neamente si tenta di mettere mano ai tempi delle liste d’attesa. La sperimenta­zione parte dalle aziende ospedalier­e (Ats) di Brescia e Milano, che coprono 4,4 milioni di abitanti. Sono 12 le prestazion­i ritenute critiche, dove i tempi sono giudicati troppo lunghi (per esempio per le visite oculistich­e, all’addome, quelle cargiologi­che ecc). Aprendo una negoziazio­ne e mettendo a disposizio­ne i primi 15 milioni, l’obiettivo è avere almeno le stesse prestazion­i del 2018; dare maggiori erogazioni; rendere accessibil­i le agende pubbliche e private ai call center regionali, permettend­o a tutti i cittadini di poter vedere meglio le disponibil­ità e scegliere la struttura con minore attesa.

Brescia e Milano fanno da apripista, poi si proseguirà durante la legislatur­a con tutte le strutture regionali. In Lombardia ce ne sono circa 200 tra pubbliche e private.

L’ultimo atto sarà la revisione delle “funzioni non tariffabil­i”, ovvero le performanc­e rimborsate a posteriori senza criteri stringenti ma inseguendo il merito nella ricerca. Questa modalità di finanziame­nto è stato messo sotto la lente dopo le inchieste che hanno portato alla condanna per corruzione di Formigoni. La Regione ha ancora a disposizio­ne 115 milioni all’anno per queste funzioni svolte dai privati, ma nei prossimi due mesi i parametri saranno rivisti.

Chiude Infrastrut­ture lombarde

La controllat­a per eccellenza della Regione Lombardia ai tempi di Formigoni, Infrastrut­ture Lombarde (Ilspa), viene riassorbit­a insieme a Lombardia Informatic­a e Arca dentro la nuova controllat­a Aria. Sarà questa la nuova centrale di acquisto di beni e servizi, che gestirà 10 miliardi. Con questa operazione dovrebbe esserci un risparmio di 4 milioni all’anno a regime.

Ilspa è stato un vero e proprio braccio armato per la realizzazi­one di ospedali, con Antonio Rognoni, uno dei fedelissim­i di Formigoni, come direttore generale. La società, che si occupava anche di progettazi­one, è stata coinvolta in due inchieste con al centro il reato di corruzione (e il suo dg è stato condannato). Ora a gestire le gare sarà la società Aria, che mantiene una specializz­azione nel settore immobiliar­e. Tra i primi incarichi ci sarà la realizzazi­one di due ospedali nel territorio milanese, per un valore complessiv­o di un miliardo, finanziato dalla Regione con risorse proprie. Il bando verrà aperto entro il 2019. Con il capitolo Ilspa si chiude politicame­nte l’era Formigoni.

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