Cirfood, 700 milioni di ricavi nel 2019 Debutta il fast casual
Nuova catena di ristoranti entro la primavera Faro sull’home delivery
Oltre 700 milioni di ricavi contro i 680 del preconsuntivo 2018. È questo il budget 2019 di Cirfood, cooperativa della ristorazione che quest’anno punta alla crescita dell’area commerciale. «Stiamo riequilibrando la quota di privato su quella predominante del pubblico - spiega Chiara Nasi, presidente Cirfood -. È una scelta strategica perché il primo può riconoscere maggiormente la qualità e il servizio offerto a differenza del pubblico dove il problema più grande è rappresentato dalle gare al massimo ribasso». Si lavorerà su più fronti: da un lato per consolidare le posizioni della ristorazione collettiva, poi allo sviluppo dei mercati europei per finire con le attività commerciali dove verranno presentati format inediti e inaugurati nuovi locali. I ricavi così cresceranno di qualche punto percentuale «ma al netto di altre acquisizioni» sottolinea la presidente.
In questo scenario il core business continuerà ad essere la ristorazione collettiva che a fine 2019 varrà poco meno di 500 milioni, di cui la metà realizzati con scuole e università. Altri circa 140 dal sociosanitario, 120 milioni dalle aziende private, segmento su cui nel 2018 è stata intensificata l’attività.
Un altro importante filone di crescita sarà l’area commerciale il cui budget è vicino ai 111 milioni raggiunti con la gestione di circa 120 locali. «Qui puntiamo ad avere una maggiore visibilità in Italia e all’estero con i nostri marchi (Rita, Tracce, Chiccotosto, Viavai, Aromatica, oltre alla joint venture con il Gruppo Feltrinelli per le insegne Red e Antica focacceria San Francesco ndr) - precisa Chiara Nasi -. Lavoriamo a nuovi format e tra qualche mese a Milano verrà inaugurato il primo locale di fast casual di cucina italiana». Verranno anche esplorati nuovi modelli di consumo come l’home delivery e il take away.
Per quest’anno la società ha inoltre un piano d’investimenti con una dotazione di 36 milioni contro i 30 del 2018. Poco meno della metà sono risorse destinare a migliorare l’efficienza dei locali e dei centri di preparazione dei pasti mentre altri 13 nel
canale commerciale.
La cooperativa è inoltre attiva nella ricerca applicata all’alimentazione con l’obiettivo di offrire un servizio parte del percorso riabilitativo del paziente. «Siamo impegnati in progetti di ricerca con alcune strutture ospedaliere che studiano come certi alimenti possano influenzare il rallentamento di malattie neurodegenerative come, per esempio, l’Alzheimer» continua Chiara Nasi.
Per quanto riguarda le chiusure domenicali la presidente si dice contraria sia come manager che consumatore. «Sono critica ed è una cosa assurda - dice -. Nella ristorazione ci saranno 80mila posti a rischio e i mancati incassi non si potranno recuperare negli altri giorni. È un provvedimento che scontenta tutti, in primis i lavoratori».