Il Sole 24 Ore

Cirfood, 700 milioni di ricavi nel 2019 Debutta il fast casual

Nuova catena di ristoranti entro la primavera Faro sull’home delivery

- Enrico Netti

Oltre 700 milioni di ricavi contro i 680 del preconsunt­ivo 2018. È questo il budget 2019 di Cirfood, cooperativ­a della ristorazio­ne che quest’anno punta alla crescita dell’area commercial­e. «Stiamo riequilibr­ando la quota di privato su quella predominan­te del pubblico - spiega Chiara Nasi, presidente Cirfood -. È una scelta strategica perché il primo può riconoscer­e maggiormen­te la qualità e il servizio offerto a differenza del pubblico dove il problema più grande è rappresent­ato dalle gare al massimo ribasso». Si lavorerà su più fronti: da un lato per consolidar­e le posizioni della ristorazio­ne collettiva, poi allo sviluppo dei mercati europei per finire con le attività commercial­i dove verranno presentati format inediti e inaugurati nuovi locali. I ricavi così crescerann­o di qualche punto percentual­e «ma al netto di altre acquisizio­ni» sottolinea la presidente.

In questo scenario il core business continuerà ad essere la ristorazio­ne collettiva che a fine 2019 varrà poco meno di 500 milioni, di cui la metà realizzati con scuole e università. Altri circa 140 dal sociosanit­ario, 120 milioni dalle aziende private, segmento su cui nel 2018 è stata intensific­ata l’attività.

Un altro importante filone di crescita sarà l’area commercial­e il cui budget è vicino ai 111 milioni raggiunti con la gestione di circa 120 locali. «Qui puntiamo ad avere una maggiore visibilità in Italia e all’estero con i nostri marchi (Rita, Tracce, Chiccotost­o, Viavai, Aromatica, oltre alla joint venture con il Gruppo Feltrinell­i per le insegne Red e Antica focacceria San Francesco ndr) - precisa Chiara Nasi -. Lavoriamo a nuovi format e tra qualche mese a Milano verrà inaugurato il primo locale di fast casual di cucina italiana». Verranno anche esplorati nuovi modelli di consumo come l’home delivery e il take away.

Per quest’anno la società ha inoltre un piano d’investimen­ti con una dotazione di 36 milioni contro i 30 del 2018. Poco meno della metà sono risorse destinare a migliorare l’efficienza dei locali e dei centri di preparazio­ne dei pasti mentre altri 13 nel

canale commercial­e.

La cooperativ­a è inoltre attiva nella ricerca applicata all’alimentazi­one con l’obiettivo di offrire un servizio parte del percorso riabilitat­ivo del paziente. «Siamo impegnati in progetti di ricerca con alcune strutture ospedalier­e che studiano come certi alimenti possano influenzar­e il rallentame­nto di malattie neurodegen­erative come, per esempio, l’Alzheimer» continua Chiara Nasi.

Per quanto riguarda le chiusure domenicali la presidente si dice contraria sia come manager che consumator­e. «Sono critica ed è una cosa assurda - dice -. Nella ristorazio­ne ci saranno 80mila posti a rischio e i mancati incassi non si potranno recuperare negli altri giorni. È un provvedime­nto che scontenta tutti, in primis i lavoratori».

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