Cattolica, Minali: «Tranquilli sul rinnovo» L’utile oltre 100 milioni
Ai piani alti di Cattolica c’ è soddisfazione peri risultati raggiunti nel 2018, presentati ieri e chiusi con un risultato operativo in crescita del 42,2% a 292 milioni di euro. Tanto più ora che l’operato del vecchio management e del consiglio è finito nel mirino di una parte dei soci della compagnia, rappresentati dall’ associazione Cattolica al Centro, pronti a dare battagliai n assemblea con una propria lista che verrà presentata il 18 marzo e che punta a ribaltare gli assetti di comando.
Il passato esercizio, ha tenuto a precisare il ce odi Cattolica, Alberto Minali, è stato archiviato con« i miglio rinumeri degli ultimi dieci anni ». In particolare, co mesi diceva, i profitti operativi sono« il vero termometro del cambio di passo, per fine piano, al 2020, ci eravamo dati come target un risultatocompreso tra 375 e 400 milioni, sia modi fatto già a metà percorso, siamo in traiettoria per raggiungere l’obiettivo». Tanto più considerato che il 2018 è stato un anno fortemente caratterizzato da costi legati al rilancio del gruppo. Un lavo roche, ha aggiunto Minali, assicurerà «ottimi ritorni anche nel 2019». Il manager ha infatti ricordato che appena arrivato in Cattolica era molto« preoccupato perla bassa redditività del business danni non auto. Aveva un combined ratio superiore di otto punti alla media del mercato, ora è in linea con il settore ». Un esempio, ha sottolineato, utile per comprendere le efficienze generate negli ultimi 18 mesi. Anche a livello diraccolta, sian el danni che nel vita, Cattolica ha saputo crescere. Complice, in parte, il contributo degli accordi di bancassurance .« U bi eI ccrea sono andate molto bene, Banco Bpm ha segnato invece una flessione ma considerato che abbiamo avviato la partnership prima del previsto siamo comunque in linea con le attese». A proposito di Banco Bpm, Minali ha commentato anche la spinosa vicenda dei diamanti che ha coinvolto i principali istituti di credito italiani: «So che la questione è in cima alle preoccupazioni del ce o, Giuseppe Castagna, confido quindi chela cosa si possa risolvere velocemente e bene. Nonne deve soffrire né il capitale reput azionale della banca né quello della compagnia ». Quanto alla sfida lanciata da Cattolica al Centro, Minali ha messo subito in chiaro: «Non sono preoccupato, ma voglio chiarire che non ho nessuna intenzione di salire sul carro del vincitore, io sono espressione di questo cd a, sono qui perché mi ha cercato il presidente Be doni e di conseguenza sarò nella lista che verrà presentata da questo board. Non mi è chiaro quale sia l’obiettivo finale della lista alternativa, né mi sono chiari quali siano gli eventuali punti di forza. Sono molto tranquillo perché è stato fatto un lavo rodi qualità; poi deciderà l’ assemblea se premiare o meno questi numeri, molto solidi. Aggiungo che tutti gli investitori di capitale appoggeranno i candidati del consiglio. I nuovi investitori hanno creduto in questo progetto e non sposeranno idee alternative». Tanto che Fondazione Cari verona, azionista al 3,4%, ha fatto trapelare di aver apprezzato i conti e di aspettare la composizione della lista che però, come riferisce una fonte ,« dovrà rispettare alcuni irrinunciabili profili di competenza e qualità ». Dall’ associazione è arrivata invece la replica al manager :« Da un ce o cè lecito attender siche lavori e agisca nel rispetto di tutti i soci e azionisti e non so lodi quelli che appoggia nola li stadi cui fa parte. Quanto ai risultati, il fatto stesso che vengano celebrati come i migliori degli ultimi 10 anni è un segnale dei numeri non soddisfacenti della gestione ultra decennale del presidente Be doni ».
Per entrare nel dettaglio delle cifre, Cattolica ha registrato un utile net todi 107 milioni( da 41 milioni del 2017), in virtù del quale il cd a ha proposto un dividendo di 0,4 euro per azione, + 14,3% rispetto all’anno scorso. «La cedola è attorno al 65% dei profitti consolidati, di reich eèunottim op ayou te ritengo peraltro che la polemica di Cattolica al Centro sul prelievo delle riserve per pagare i dividendi derivi dall’incapacità di capire le logiche contabili dei bilanci civilistici italiani», ha commentato ancora Minali. Sul fronte del business, la raccolta complessiva è risultata in aumento a 5,8 miliardi (+15,7%) sian el danni (+4,4%) sian el vita (+23,2%) mentre il comb in ed ratio è sceso al 93,4% e il Solvency II si è attestato al 172% post dividendo .« Un dato, quest’ ultimo, che conferma come, contesto di mercato non si astato certo favorevole, Cattolica sia comunque riuscita a mantenersi all’ interno del range indicato a livello di piano». In ogni caso, proprio per ridurre la« dipendenza dallo spread », la compagnia abbasserà l’ esposizione sui tito lidi Stato italiani. A fine 2018 valevano il 54,3% degli investimenti complessivi di gruppo.