Alitalia, per l’offerta ci sarà da attendere aprile
Nuovo summit Fs-partner ancora interlocutorio: a rischio la scadenza di marzo
Nuovo incontro ieri a Londra tra Ferrovie dello Stato, Delta Airlines e easyJet sul piano di salvataggio di Alitalia. I colloqui proseguono su aspetti di tipo operativo, per verificare la percorribilità di un piano industriale condiviso dai potenziali partner industriali di Fs nella «nuova Alitalia». Non ci sono state decisioni. Impegni non ne sono stati presi, la discussione prosegue.
I tempi però si allungano. Difficilmente si riuscirà a finalizzare entro il 31 marzo (come indicato dal governo) un’offerta di acquisto delle attività di Alitalia da presentare ai commissari della compagnia. Più probabile che, se si farà, l’offerta slitti al 15-20 aprile.
Fino ad oggi non è stato deciso di aprire una trattativa in esclusiva tra Fs e le controparti. Una simile decisione dovrebbe essere autorizzata dal cda Fs, ad oggi non ancora convocato per questo.
Del «Progetto Az» hanno parlato in un incontro il 6 marzo l’a.d. di Fs, Gianfranco Battisti e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Le Fs conducono il negoziato come soggetto aggregatore, ma hanno posto la condizione di non avere più del 30% della «newco» e di non penalizzare il loro bilancio.
Il progetto prevede che Delta sia il partner per i voli a lungo raggio e acquisisca una quota del 20% nella «newco». Invece easyJet si occuperebbe di voli punto-punto. Secondo alcune fonti la combinazione tra Delta e easyJet non sarebbe facile da realizzare e la compagnia low cost (indicata per acquisire una quota potenziale del 10-15%) al dunque potrebbe non entrare nell’operazione. Fonti vicine alla trattativa replicano che la discussione procede in entrambe le direzioni, secondo i binari già indicati.
I temi caldi del trasporto aereo sono stati discussi in un convegno internazionale di due giorni a Roma, il «legal symposium» della Iata. Il general counsel di Delta, Peter Carter, interpellato da Il Sole 24 Ore su Alitalia si è schermito sorridendo: «Non posso dire nulla. La situazione è molto dinamica. Alitalia è un grande partner».
C’è molta attenzione sull’impatto della Brexit, questione che riguarda in particolare British Airways, easyJet, Ryanair. Se il 29 marzo la Gran Bretagna uscirà dalla Ue senza un accordo, ci sarà un’interruzione dei voli tra i due territori?
L’avvocato Laura Pierallini, fondatrice di uno studio specializzato nell’aviazione, ha spiegato che i potenziali rischi di blocco dei voli, la «disruption», dovrebbero essere scongiurati perché è stato predisposto un «contingency plan» legale, va sotto il nome di «basic connectivity agreement». «Questo accordo prevede il mantenimento degli attuali voli tra Gran Bretagna e le destinazioni nei paesi dell’Unione europea per un anno, purché venga ratificato dalla Commissione Ue, è previsto il 12 marzo. Inoltre _ ha detto Pierallini _ l’accordo prevede che Ue e Gran Bretagna facciano tutto quanto in loro potere per risolvere problemi di carattere locale. Per l’Italia potrebbe sorgere il caso Linate, perché i voli contingentati su Linate sono regolati da un decreto ministeriale, non rientrano nei diritti di traffico in generale».
Il basic agreement durerebbe però solo un anno. «Lo scopo _ ha spiegato Pierallini è dare tempo per negoziare un accordo permanente tra Ue e Londra, come ad esempio quelli tra la Ue e la Svizzera o la Norvegia, le cui compagnie sono assimilate ai vettori Ue».