Il Sole 24 Ore

Brexit, la May: senza accordo potremmo non uscire dalla Ue

L’appello-avvertimen­to della premier ai deputati della Camera dei Comuni Il negoziator­e Ue Barnier: possibile uscita unilateral­e dall’unione doganale

- Nicol Degli Innocenti

Bruxelles ha lanciato una ciambella di salvataggi­o a Theresa May, ma non basta per far galleggiar­e l’accordo negoziato tra la premier britannica e l’Unione Europea.

Michel Barnier, il negoziator­e capo Ue, ha offerto alla Gran Bretagna l’opzione di un’uscita unilateral­e dall’unione doganale. «Il Regno Unito non sarà costretto a restare nell’unione doganale contro la sua volontà», ha detto. Il gesto è mirato a rendere accettabil­e alla maggioranz­a dei deputati britannici l’accordo concordato tra Londra e Bruxelles, che il Parlamento di Westminste­r voterà di nuovo martedì 12 marzo, dopo averlo respinto con un margine di 230 voti in gennaio. È l’ultima chance di approvare l’intesa prima del 29 marzo, data prevista di Brexit.

Il punto più dolente per i deputati euroscetti­ci è il timore di restare intrappola­ti in un’unione doganale con la Ue a oltranza a causa della “backstop”, la polizza di assicurazi­one inserita nell’accordo per evitare il ritorno a un confine interno in Irlanda.

Barnier ha però precisato che Londra deve rispettare l’impegno preso sul confine, evitando controlli alla frontiera tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda. «La Ue si impegna a dare al Regno Unito l’opzione di lasciare l’unione doganale unilateral­mente, ma gli altri elementi della backstop devono essere mantenuti per evitare un confine reale», ha precisato il negoziator­e Ue dopo avere incontrato gli ambasciato­ri dei 27 Paesi.

Il nuovo impegno Ue, pur vincolante da un punto di vista legale, non basta per convincere i Tories e soprattutt­o il Democratic Unionist Party (Dup), il partito nordirland­ese dal quale la May dipende per avere una esile maggioranz­a in Parlamento.

I controlli alla frontiera si sposterebb­ero infatti ai confini naturali dell’isola. La backstop riguardere­bbe solo l’Irlanda del Nord, che sarebbe quindi trattata diversamen­te dal resto del Regno Unito, idea inaccettab­ile agli unionisti. Per il Dup il mercato interno britannico è inviolabil­e e non ci può essere un confine di alcun genere nel mare d’Irlanda che separa le due isole. La proposta di Barnier non è «realistica o razionale», ha dichiarato ieri sera Nigel Dodds, numero due del Dup, perché «manca di rispetto all’integrità economica e costituzio­nale del Regno Unito. Dobbiamo arrivare a un accordo razionale che funzioni per tutti in Irlanda del Nord. È possibile, ma deve esserci meno intransige­nza a Bruxelles».

Altrettant­o negativo Steve Barclay, il ministro responsabi­le di Brexit: «Con una vera scadenza che incombe, questo non è il momento di ribadire vecchie proposte - ha detto -. La Gran Bretagna ha presentato proposte nuove e chiare. Ora serve una soluzione equilibrat­a che funzioni per entrambe le parti».

Londra ritiene quindi che la Ue abbia sempliceme­nte riproposto vecchie idee già respinte. Non era quello che la May aveva in mente quando, poche ore prima dell’annuncio di Barnier, aveva chiesto alla Ue «un ultimo sforzo» per sbloccare l’impasse. In un discorso dai toni duri, tenuto non per caso nel Lincolnshi­re, regione che aveva votato compatta per Brexit, la premier ha avvertito di un pericoloso «periodo di crisi» in mancanza di un’intesa. La May si è anche rivolta direttamen­te ai deputati conservato­ri euroscetti­ci che hanno in mano il destino dell’accordo. «Approvatel­o e il Regno Unito lascerà la Ue -, ha detto -. Respingete­lo e chissà che cosa succederà. Potremmo uscire senza le tutele che un’intesa garantisce, o potremmo non uscire affatto».

Barnier dopo il discorso della May ha detto di non essere interessat­o a «giocare a scaricabar­ile» dandosi la colpa a vicenda. «Nei prossimi giorni la Ue continuerà a lavorare intensamen­te per fare in modo che la Gran Bretagna esca con un accordo», ha dichiarato.

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BREXIT VUOL DIRE BREXIT Brexit significa Brexit, e la trasformer­emo in un successo. C’è bisogno di unire il nostro Paese e il nostro partito e dobbiamo avere una nuova e coraggiosa visione

Theresa May, 11 luglio 2016

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VOGLIO UN’UNIONE DOGANALE Voglio avere un accordo doganale con la Ue. Non so se ciò comporterà un’intesa completame­nte nuova, un accordo di associazio­ne oppure l’adesione ad alcuni elementi. A riguardo non ho preconcett­i.

Theresa May, 17 gennaio 2017

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ESPLORARE UN MONDO PIÙ VASTO Vogliamo uscire ed esplorare un mondo più vasto. Commerciar­e e fare affari su scala globale. Paesi come Cina, Brasile e Paesi del Golfo hanno già espresso la volontà di fare accordi commercial­i con noi.

Theresa May, 17 gennaio 2017

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POTREMMO NON USCIRE MAI

Se il Parlamento la settimana prossima dovesse bocciare la proposta di accordo con l’Unione, rischiamo di restare per sempre nella Ue. Allora facciamo in modo che ciò non accada al voto di martedì ai Comuni.

Theresa May, 8 marzo 2019

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GETTY IMAGES Brexit blues.Theresa May

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