Il Sole 24 Ore

Via della seta, Conte annuncia un accordo quadro con la Cina

I timori di Bruxelles. Il premier Conte in aprile a Pechino per firmare il memorandum d’intesa Il testo rispetterà i criteri europei di trasparenz­a e sostenibil­ità ambientale e finanziari­a

- Pelosi

«Il prossimo incontro in Italia con il presidente cinese Xi Jinping sarà l’occasione per sottoscriv­ere l’accordo quadro. Non significa che saremo vincolati il giorno dopo, ma potremo entrare e dialogare». Lo ha detto a Genova il premier Conte, che esclude «nel modo più assoluto» ritorsioni verso l’Italia da parte delle agenzie di rating Usa.

Senza rompere la solidariet­à atlantica e quella europea il Governo italiano è determinat­o a proseguire e rafforzare la partnershi­p strategica con la Cina. Lo stesso premier, Giuseppe Conte ha annunciato ieri di essere pronto ad andare in Cina in aprile per il secondo forum sull’iniziativa­Belt and Road (Bri) ossia la nuova Via della Seta, megaproget­to che coinvolge oltre 80 Paesi in Asia, Europa ed Africa destinato a mobilitare investimen­ti per circa 900 miliardi di euro.

«Naturalmen­te anche con gli Usa il dialogo è costante su un dossier così strategico – ha chiarito Conte - ci confrontia­mo continuame­nte; il fatto di essere collocati comodament­e nell’Alleanza Atlantica non ci impedisce però di fare scelte economiche e commercial­i con la Cina per avere maggiori opportunit­à».

Anche il sottosegre­tario al Mise, Michele Geraci, costante interlocut­ore delle autorità cinesi, si è sentito di «assicurare i nostri amici alleati americani ed europei che il memorandum of understand­ing che noi dovremmo firmare a marzo è esattament­e in linea con le best-practices che utilizziam­o in occidente come trasparenz­a, apertura, scambio di informazio­ni di dati; cerchiamo di avvicinare la Cina agli standard occidental­i».

Delle preoccupaz­ioni europee ed americane si sono fatti interpreti negli ultimi giorni Quirinale, Farnesina e la Lega con tutti i rischi di trasformar­e anche questo dossier in un nuovo caso Tav. Tuttavia alla fine il Memorandum of understand­ing che il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio firmerà con il suo omologo cinese il 23 marzo a Roma nel quadro della visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping in Italia terrà conto delle osservazio­ni di Washington e Bruxelles. La premessa del Mou stabilisce che il Governo italiano «è interessat­o a tutte le iniziative dirette a sviluppare infrastrut­ture per la connettivi­tà euro-asiatica, quale volano per la crescita economica e lo sviluppo sostenibil­e». L’Italia si dice disponibil­e alla collaboraz­ione nel quadro Belt and Road (Bri), così come alla collaboraz­ione con le altre iniziative in fase di sviluppo in Asia ed in Europa. Ma si precisa che «l’interesse e la partecipaz­ione italiana sono e saranno in linea con i criteri e i principi condivisi in quadro Ue, al cui sviluppo l’Italia ha contribuit­o». Il Memorandum negoziato con i cinesi – fanno osservare fonti governativ­e - non costituisc­e un accordo internazio­nale ma fissa «coordinate di riferiment­o per un auspicato impegno congiunto a favore della connettivi­tà euro-asiatica, nell’interesse delle Parti e nel rispetto delle normative nazionali, europee ed internazio­nali». Il testo, su richiesta italiana, imposta infatti questa collaboraz­ione sulla base dei principi, cari alla Ue, di trasparenz­a, sostenibil­ità finanziari­a ed ambientale.

Il Mou rappresent­a solo una cornice legale entro la quale verranno poi negoziati accordi specifici. Il 22 marzo, sempre a Roma, Italia e Cina firmeranno anche accordi quadro su vari settori (alcuni in via di finalizzaz­ione) come gli investimen­ti cinesi nel Porto di Trieste (Washington avrebbe preferito gli investitor­i ungheresi) e l’ulteriore collaboraz­ione tra le compagnie elettriche: la State Grid Corporatio­n con il 35% di azioni di Reti in Cassa depositi e prestiti controlla già il 29,8% di Terna. Anche nel settore della difesa potrebbero essere firmati accordi con Leonardo Finmeccani­ca ma su questi ultimi non vi sarebbero ancora conferme.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, sulle «pressioni esterne», in particolar­e dagli Usa ha spiegato ieri che «storicamen­te, l’Italia è stata una fermata della Via della seta. Diamo il benvenuto all’Italia e ad altri Paesi europei che prendono parte attiva alla Belt and Road Initiative».

Nel frattempo il presidente Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping potrebbero incontrars­i questo mese o il prossimo secondo il consiglier­e economico della Casa Bianca, Larry Kudlow anche se una data ancora c’è. «Ci sarà una grande impennata dei mercati con l’accordo con la Cina, ma non firmerò se non sarà una grande intesa» ha detto ieri Donald Trump parlando con i giornalist­i.

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AFP La voce di Pechino.La conferenza stampa del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi

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