Il Sole 24 Ore

Visco: tempi maturi per varare una nuova riforma fiscale

«Dopo 40 anni ora serve una valutazion­e struttural­e L’economia corre rischi»

- Davide Colombo

L’Italia ha bisogno di una riforma fiscale di sistema che manca da quarant’anni. Dopo la stagione dei bonus, degli abbassamen­ti delle imposte al di sotto di una certa soglia di reddito e dei tanti interventi compensati­vi, «quello che serve è una valutazion­e molto più attenta e ampia, di carattere struttural­e, che possiamo affrontare coinvolgen­do i nostri massimi esperti di scienza delle finanze e di diritto tributario, perché oggi viviamo in un mondo molto diverso da quello di 40 anni fa». È quanto ha affermato ieri il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenen­do a Montecitor­io alla presentazi­one del libro “Il sentiero stretto”, un volume dedicato alle politiche di bilancio degli ultimi anni e nato da una conversazi­one di Pier Carlo Padoan con Dino Pesole.

Nella sua analisi il governator­e ha ripercorso i difficili anni di gestione del ministero dell’Economia con i governi Renzi e Gentiloni. Anni di crisi economica ma anche di progressiv­o recupero: «Con Padoan ci sentivamo tutti i giorni» ha ricordato Visco, una prassi che non è mai cambiata perché «la Banca d’Italia è al servizio del Paese e collabora con il ministro dell’Economia del momento al 100%». Collaboraz­ione piena e nel rispetto dell’autonomia, ha poi aggiunto: «Ci possono essere differenze di opinioni, ma il rispetto dell’autonomia c’è sempre. Non ho dubbi su questo né sui governi passati né su questo».

La valutazion­e sull’impostazio­ne di bilancio lievemente espansiva adottata la scorsa legislatur­a è positiva: «Credo - ha detto il governator­e che i margini fiscali siano stati usati al meglio». Anche se, di fronte ai rischi concreti che la nostra economia corre oggi, «forse la politica di bilancio attuata avrebbe potuto essere più prudente nella sua composizio­ne». Mentre è piena la condivisio­ne dei nuovi obiettivi proposti da Padoan nel volume: un aggiustame­nto dei saldi a partire dal 2020, un intervento sul cuneo fiscale, il ripristino dell’Ace e dell’Iri, gli ecobonus, un piano d’investimen­ti, le pensioni di garanzia. «Ma soprattutt­o - ha insistito - serve un intervento ampio e struttural­e come non si fa dai tempi di Visentini».

Nel suo intervento Visco ha anche affrontato la questione bancaria. Il sistema ha retto la crisi peggiore - ha ricordato - e gli interventi di salvataggi­o, nel loro insieme, sono arrivati a 22 miliardi, 1,2% del Pil, molto meno di quanto fatto in altri paesi come, per esempio la Germania, dove la spesa per gli aiuti ha superato l’11,9% del Pil. E la causa delle crisi - ha aggiunto rispondend­o a una domanda - «è stato per il 90% la recessione».

Il governator­e ha poi ricordato le lunghe e infruttuos­e trattative condotte dai governi italiani, sempre con l’ausilio di Bankitalia, per la costituzio­ne di una bad bank; tentativi frustrati dall’interpreta­zione della dg concorrenz­a Ue sugli aiuti di Stato. Ed è tornato sul nodo critico della gestione delle crisi bancarie: «C’è un dibattito se abbiamo fatto bene o male, se siamo stati ricattati o non ricattati, a sottoscriv­ere l’accordo sul bail in. Il problema grosso lì è stato l’anticipo al 2016 anziché 2018». Sulla Vigilanza, infine: «Noi della Banca d’Italia ci siamo riuniti su temi di vigilanza come mai nella storia di questo paese». Ma la vigilanza «come un medico non può impedire le malattie può cercare di renderla meno forte e di curarla, e il nostro intervento ha mirato a quello».

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ANSA Alla presentazi­one del libro dell’ex ministro.Ignazio Visco con Pier Carlo Padoan

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