Il Sole 24 Ore

La multa dall’estero batte cassa in Italia

A regime il sistema europeo di notifica delle infrazioni Non pagare ora è pericoloso

- Caprino, De Filippis e Martini

Quando arriva dall’estero una lettera per una multa stradale, conviene pagarla. Od opporsi, se si ha un valido motivo. Mai infischiar­sene come spesso si faceva in passato: ora, non solo la multa arriva ormai in modo sistematic­o, ma anche viene riscossa come se venisse dall’Italia. Sono gli effetti dell’entrata a regime del sistema europeo di notifica all’estero delle multe stradali e applicazio­ne delle sanzioni pecuniarie in generale. Ormai la maggior parte degli Stati europei ha recepito le due norme (l’Italia lo ha fatto in due tappe nel 2014 e 2016) e il sistema comincia a funzionare, anche se nella relazione della Commission­e Ue sui primi risultati della direttiva si denunciò che circa la metà delle infrazioni restava impunita. L’incasso va in teoria all’erario italiano, salvo naturalmen­te diversi accordi.

Ora non ci sono più dubbi: quando arriva dall’estero una lettera per una multa stradale, conviene pagarla. Oppure opporsi, se si ha un valido motivo. Mai infischiar­sene come spesso si faceva in passato: ora non solo la multa arriva, ma anche viene riscossa come se venisse dall’Italia. Sono gli effetti dell’entrata a regime del sistema europeo di notifica all’estero delle multe stradali (direttiva 2015/413, la ex 2011/82) e applicazio­ne delle sanzioni pecuniarie in generale (decisione quadro 2005/214). E ormai la maggior parte degli Stati europei ha recepito le due norme (l’Italia lo ha fatto con i Dlgs 37/2014 e 37/2016).

Il sistema europeo

Certo, il sistema può funzionare solo per otto tipi di infrazione (si veda l’elenco nel grafico qui a destra) e nella relazione della Commission­e Ue sui primi risultati della direttiva si denunciò che circa la metà delle infrazioni restava impunita, perché la norma si ferma alla notifica e mancavano assistenza e cooperazio­ne fra gli Stati nella successiva applicazio­ne delle sanzioni. Inoltre,le decisioni delle autorità giudiziari­e degli Stati membri nei casi di mancato pagamento di sanzioni pecuniarie spesso non rientrano nel campo di applicazio­ne della decisione quadro. Infine, la direttiva non riguarda le sanzioni accessorie, per cui deterrenti come sospension­e e revoca della patente, decurtazio­ne dei punti e sequestro del veicolo restano possibili solo se il trasgresso­re viene fermato subito.

Ma da quella relazione sono passati tre anni e la lunga esperienza del Centro europeo consumator­i (Cec) di Bolzano (ente che offre assistenza gratis ed è finanziato dalla stessa Commission­e) dice che sono sempre più gli italiani a chiedere aiuto per multe estere: nel solo 2018 sono state oltre 600, nonostante la materia non rientri propriamen­te nelle competenze della rete Ecc (European consumer centre network) di cui il centro fa parte.

La Corte d’appello e i pagamenti

Il salto di qualità è dovuto proprio alla decisione quadro recepita nel 2016: ora chi ha ricevuto la lettera di notifica prevista dalla direttiva e non paga né presenta ricorso riceve una busta verde come quelle delle multe italiane. Gliela invia la Corte d’appello competente sul suo luogo di residenza o domicilio. Indica la data per la quale è fissata l’udienza in camera di consiglio e nomina un difensore d’ufficio, sostituibi­le da uno di fiducia. Ma nell’udienza ci si limita a controllar­e se le procedure sono state seguite correttame­nte e a valutare se l’importo della sanzione giustifich­i una costosa procedura internazio­nale come quella avviata dall’autorità estera (si veda anche l’articolo sulla destra).

Quindi non è improbabil­e che la Corte arrivi al «riconoscim­ento» della multa. A quel punto si attiva riscossion­e coattiva secondo le regole penali italiane (anche quando la sanzione è solo amministra­tiva), per cui interviene l’ufficiale giudiziari­o. E l’incasso va allo Stato italiano, salvo diverso accordo con lo Stato estero. Chi invece paga già dopo aver ricevuto la lettera dall’estero rinuncia al “filtro” della Corte. Ci sono anche meccanismi premiali simili allo sconto 30% concesso in Italia per chi paga entro cinque giorni: un esempio è quello previsto in Austria per le infrazioni autostrada­li.

Le modalità di pagamento più diffuse sono quelle su piattaform­e telematich­e. A volte, come nel caso della Spagna, sono solo pagine web su cui si trovano gli estremi dell’infrazione e la relativa foto, quando esiste: niente homepage, niente presentazi­one dell’operatore che gestisce la transazion­e, per cui può venire spontaneo il sospetto di una truffa telematica. In questi casi, meglio contattare l’ambasciata italiana per una verifica.

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AFP I controlli Un gendarme francese impegnato in una rilevazion­e. Chi viene multato riceve la notifica al proprio indirizzo

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