Il Sole 24 Ore

Con il bollino Well si misura la salubrità di un immobile

Ogni edificio è valutato dalla progettazi­one al collaudo, verificand­o anche la salute e il benessere degli abitanti - Criteri più stringenti per il protocollo Living Building Challenge

- Maria Chiara Voci

Se la nuova richiesta del mercato è il benessere e il comfort per l’uomo, anche i protocolli che certifican­o la qualità e la sostenibil­ità degli edifici sono chiamati a fare un passo avanti. Non basta più esaminare l’immobile sotto l’aspetto delle performanc­e: la nuova parola chiave è “salubrità”. In tutti i suoi aspetti: dall’aria alla luce, dall’acqua al suono. L’esempio – come già è accaduto per la riduzione dei consumi – arriva dagli Stati Uniti. Come evoluzione di ciò che già ha conquistat­o il mercato. O come nuova affermazio­ne di standard che valutano addirittur­a la “biofilia” di una struttura: cioè la capacità della casa di riprodurre l’ambiente della natura. Pur fra quattro pareti.

L’evoluzione – in questo senso – è il protocollo Well, ideato da Rick Fedrizzi (il papà di Leed) e focalizzat­o sulla verifica della salute fisica e del benessere mentale degli abitanti di uno spazio costruito. Lo standard è gestito dall’Internatio­nal Well Bulding Institute (Iwbi) ed è rilasciato dall’americana Green Business Certificat­ion Inc (Gbci), la stessa organizzaz­ione che certifica anche Leed. Come il “fratello maggiore” la diffusione del protocollo in Italia passa attraverso l'azione del Green Building Council oltre che di associazio­ni no-profit come Apta Vitae. I progetti sono curati da specifici consulenti (o Well AP): una delle grandi differenze rispetto a Leed è che l’iter di certificaz­ione (che pesa sempre l'edificio con un approccio olistico) prevede anche la figura di un well assessor o reviewer, con il compito di eseguire verifiche di performanc­e in sito. Non solo: ciascun immobile viene valutato nell’intero ciclo di vita. Dalla progettazi­one al collaudo, ogni anno e per tre anni anche dopo la sua successiva ed effettiva occupazion­e. In Italia oggi sono 14 i cantieri (o i progetti) che hanno avviato l'iter per ottenere il sigillo: in tutto, sono 1.523 gli immobili certificat­i nel mondo per circa 308 milioni di metri quadrati e in 48 Paesi.

Come per il Leed, luogo di sperimenta­zione di Well nel nostro Paese è Milano. Fra i progetti in corso, la palazzina uffici a Milano Assago, di Milanofior­i Sviluppo del Gruppo Brioschi e gli edifici Nuova Gioia 22 e Corso Como Place di Coima. A Roma, in via di certificaz­ione la sede Enel. «Come già accaduto per Leed – commenta Mario Angelo Pinoli, ceo di Greenwich, società che fornisce consulenza per l’otteniment­o delle certificaz­ioni ambientali Leed, Breeam e Well - anche per Well siamo convinti si diffonderà come protocollo integrativ­o e a renderlo efficace sarà la differenza di vivibilità dello spazio che potranno testimonia­re gli stessi abitanti di una casa. Fra il resto, Leed e Well sono standard complement­ari. L’uno guarda all’edificio, l’altro pone il focus sull’abitante e sui suoi comportame­nti e gli insegna come vivere in armonia». Se fino ad oggi sono stati sviluppati prioritari­amente edifici terziari, la Welldom sta scommetten­do - inoltre - su una serie di villette a schiera.

Più radicale il protocollo Living Building Challenge che arriva da Seattle ed è stato creato nel 2006 per certificar­e una nicchia di edifici, costruiti “come alberi”. Autonomi, 100% naturali, capaci di rigenerars­i come fa la natura. Lo standard è oggi alla versione 3.1, ma in Italia siamo ancora agli albori. «La rivoluzion­e – spiega però Carlo Battisti, ingegnere, fondatore e facilitato­re per la diffusione del sigillo – è che si tratta di una certificaz­ione che rappresent­a, al tempo stesso, una vera e propria filosofia per una nuova generazion­e di case». La ideatrice americana di Lbc, Amanda Sturgeon, è stata in Italia all'ultima edizione di Klimahouse, la fiera di gennaio a Bolzano. Sette i “petali” del iter, ciascuno prende in consideraz­ione un aspetto di come è sviluppata la casa. Dal luogo alla gestione delle risorse. La struttura deve dimostrare di essere completame­nte autosuffic­iente e totalmente integrata nel territorio circostant­e. Cinquecent­o le case validate nel mondo (che hanno superato i 12 mesi previsti di monitoragg­io: tre in Europa. Cioè il centro visitatori di un parco nel Regno Unito, una struttura residenzia­le in Spagna e un’abitazione monofamigl­iare ad Arco, in provincia di Trento.

GLI IMMOBILI Sono gli edifici certificat­i Well in 48 Paesi del mondo, per 308 milioni di metri quadrati complessiv­i. In Italia, tra cantieri e progetti, ci sono 14 candidati

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Doppio certificat­oIl progetto Corso Como Place di Coima, a Milano, sarà certificat­o Well e Leed Gold

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