Il Sole 24 Ore

Crocco S.p.A., la sostenibil­ità degli imballaggi flessibili

L’azienda vicentina unisce innovazion­edi prodotto e sostenibil­ità, mappando - prima azienda nel packaging

- Di ecodesign

Innovazion­e sostenibil­e non è solo uno slogan, ma una mission che Crocco, azienda leader nella produzione di imballaggi flessibili in plastica, promuove e concretizz­a quotidiana­mente da quando è nata, più di 50 anni fa. Lo fa attraverso la ricerca e lo sviluppo dei singoli prodotti, valutando l’impatto ambientale di tutti i nuovi progetti, ma anche intervenen­do in tutti i passaggi dei processi industrial­i. Investe in studi scientific­i in accordo con il ministero dell’Ambiente, promuove partnershi­p con i clienti più importanti per coinvolger­e tutta la filiera, sostiene l’economia circolare preoccupan­dosi del recupero e del riciclo degli scarti di produzione e degli imballaggi a fine vita.

Crocco è una media azienda del Vicentino, interament­e di proprietà dell’omonima famiglia della Val d’Agno: l’attività industrial­e è concentrat­a in quattro stabilimen­ti (tre in Italia e uno in Germania) con una superficie complessiv­a di 65.000 mq, nei quali lavorano 240 dipendenti. Ai quattro siti produttivi si aggiunge l’azienda T&T, che da 35 anni recupera gli scarti di produzione degli altri stabilimen­ti, rigenerand­o il polietilen­e e producendo tubi in plastica per molteplici utilizzi in ogni settore. Nel nome di un’economia circolare ante-litteram. Radicata nel mercato italiano e in 32 Paesi in tutto il mondo, Crocco nel 2018 ha fatturato 115 milioni di euro, di cui il 45% provenient­e dall’export.

“La nostra innovazion­e parte da lontano”,

conferma Renato Zelcher, amministra­tore delegato di Crocco e presidente di EuPC (European Plastics Converters), la federazion­e europea delle aziende di trasformaz­ione di materie plastiche.

“Tutti i progetti ricerca sono orientati a ridurre al minimo la quantità di imballaggi­o”, “Lavoriamo soprattutt­o con l’obiettivo di ridurre gli spessori, mantenendo le stesse performanc­e tecniche e meccaniche, producendo tipologie di film in grado di abbattere l’utilizzo di imballi e materie prime”

continua Zelcher. Una nuova linea di film estensibil­i, Più Stretch®, è stata studiata in modo da assicurare una perfetta stabilità all’imballo e confeziona­ta per non creare nessun rifiuto alla fine del suo utilizzo. Crocco investe costanteme­nte in innovazion­e fin dagli anni Settanta: è stata tra le prime aziende in Italia a lanciare l’estrusione del polietilen­e mediante soffiaggio in continuo con andamento verticale, e inoltre tra le prime industrie del Paese che ha studiato e realizzato una pellicola adatta al contatto diretto con gli alimenti, Aliprot, realizzata con il solo utilizzo di poliolefin­e, garantendo una perfetta sicurezza alimentare e la totale riciclabil­ità una volta utilizzato.

La nuova sfida industrial­e: L’innovazion­e sostenibil­e

Crocco ha deciso di unire all’impegno per l’innovazion­e tecnologic­a un secondo fronte, quello dell’innovazion­e sostenibil­e. Lo ha fatto calcolando l’impronta ambientale dell’intera produzione di film termoretra­ibile, utilizzato per il confeziona­mento di prodotti alimentari e bevande, come per esempio le bottiglie in PET. É la prima volta che un’azienda del settore packaging flessibile mappa la di un proprio prodotto, vale a dire il totale delle emissioni di gas serra generate nell’intero ciclo di vita, con l’intento di realizzare imballaggi sempre meno impattanti. È anche la prima volta che tutto il processo si svolge nell’ambito di un accordo volontario con

Carbon footprint

il Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo dell’analisi è valutare la prestazion­e ambientale e descrivere le fonti d’impatto in riferiment­o all’intero ciclo di vita dei prodotti studiati, dalla produzione al fine vita. Per quanto riguarda il film plastico termoretra­ibile, le emissioni generate per 1kg di film sono pari a 5,47 kg CO2 equivalent­i. La maggiore incidenza dell’impronta è attribuita alle fasi di acquisizio­ne delle materie prime (55%), al post consumo (25%) e alla fase di produzione (12%). L’utilizzo e il trasporto contribuis­cono invece in maniera assolutame­nte marginale (rispettiva­mente: 6 e 1%).

L’emissione totale generata dall’intera produzione di film plastico termoretra­ibile realizzata nel 2017 da Crocco è pari a 39.500 tonnellate di CO2 equivalent­e. Nello studio sulla linea film termoretra­ibile sono state prese in consideraz­ione tutte le produzioni realizzate, differenzi­ate per tipologia di stampa, caratteris­tiche del film e sistema di packaging. Questo meticoloso rapporto fornisce alcune indicazion­i di per minimizzar­e l’impatto sull’ambiente e indica al settore ricerca e sviluppo le strade da percorrere: incrementa­re, nei progetti futuri, l’utilizzo di materiale plastico riciclato o materiali sostituiti­vi a minor impatto ambientale; ridurre gli spessori e gli scarti di processo; ottimizzar­e i consumi energetici.

Aspetti di innovazion­e sostenibil­e che seguono un percorso virtuoso già intrapreso da Crocco, e che ha già permesso - ad esempio - di ridurre le emissioni legate al consumo del solvente utilizzato per la stampa. Il sistema di recupero, unico nel settore in Italia e basato su filtri a carbone attivo, permette di abbattere la carbon footprint generata di circa l’1,7%, come dimostrano i dati dello studio.

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Il soffiaggio “a bolla”, il sistema di produzione delfilm termoretra­ibile
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Renato Zelcher, amministra­tore delegato diCrocco S.p.A.
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Un impianto di stampa flessograf­ica del film termoretra­ibile nello stabilimen­to di Cornedo
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Crocco, lo stabilimen­to di Cornedo Vicentino (Vi)

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