Il Sole 24 Ore

Autonomi, il riaddebito delle spese non è tassabile

- A cura di Nicola Forte A.Q. - LATINA

Un parrucchie­re che ha aderito al regime forfettari­o lavora in un locale in affitto e, a sua volta, subaffitta una stanza a un’estetista, anche lei in regime forfettari­o, rifatturan­do la quota parte dell’affitto. In questo modo, tuttavia, il parrucchie­re deve considerar­e questo semplice riaddebito di spese come un ricavo, peraltro senza dedurne il relativo costo, visto che aderisce al forfettari­o.

La circolare 38/E/2010 dell’agenzia delle Entrate, riporta che, in caso di riaddebito spese tra profession­isti, le stesse spese non debbano essere considerat­e ai fini del calcolo del reddito. È possibile applicare tale previsione anche nel caso di un’impresa artigiana? Nel caso in esame quindi, come ci si dovrebbe comportare, in merito a questo riaddebito spese?

Nell’ambito dei redditi di lavoro autonomo il riaddebito di spese non rappresent­a un compenso tassabile. Per tale ragione la circolare 38/ E/2010 citata nel quesito ha ritenuto che la somma addebitata costituiss­e un componente da considerar­e in diminuzion­e in sede di determinaz­ione del reddito. Le somme così incassate non concorrono alla formazione del plafond di 65mila euro. Invece, se il contribuen­te esercita un’attività di impresa, sia pure in forma individual­e, la soluzione è diversa. La somma incassata è un altro ricavo che concorre alla formazione del limite di 65mila euro.

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