Anche negli Usa stop ai Boeing Max 8 Il titolo giù in Borsa
Il presidente cede e rinuncia alla difesa a oltranza del colosso dell’aviazione Usa Decisivi i report di alcuni piloti americani su problemi dell’aereo in fase di decollo
Dopo lo stop deciso in numerosi Paesi per i Boeing Max 8, in attesa di verifiche, anche gli Stati Uniti hanno deciso di lasciare a terra tutti gli esemplari del velivolo caduto ad Addis Abeba domenica scorsa (157 le vittime). Il colosso aeronautico Usa: ok allo stop temporaneo deciso da Trump, ma «piena fiducia» nei 737 Max 8. Il titolo Boeing ha accusato nuove perdite a Wall Street.
Dopo il no del Canada, i voli con il Boeing 737 Max 8 ieri, per alcune ore, sono stati vietati in tutto il mondo, ma non negli Stati Uniti. Alla fine Donald Trump ha rinunciato alla difesa a oltranza del colosso dell’aviazione Usa annunciando dalla Casa Bianca che verrà emesso un «ordine di emergenza» per «lasciare a terra i 737 Max 8, i 737 Max 9 e tutti gli altri aerei collegati a questi modelli». Ha aggiunto che sia la Federal Aviation Administration che Boeing «sono d’accordo» con la sua decisione. «Ogni aereo in volo continuerà fino al raggiungimento della destinazione e poi rimarrà a terrà». Le compagnie aeree e l’associazione dei piloti sono stati informati, ha spiegato il presidente che ha motivato la scelta Usa, buon’ultima, con il fatto che “la sicurezza del popolo americano e di tutte le persone è la nostra principale preoccupazione».
Fino a nuovo ordine dunque è vietato in tutto il mondo volare con il nuovo jet a medio raggio di Boeing. Decisione seguita allo schianto del volo 302 dell’Ethiopian Airlines di domenica, dove sono morte tutte le 157 persone a bordo. Incidente simile al primo avvenuto su un 737 Max 8, operato da Lion Air, in Indonesia, lo scorso ottobre, nel quale morirono 189 persone. In entrambi i casi il crash è avvenuto pochi minuti dopo il decollo. Il ceo di Boeing Dennis A. Muilenburg poche ore prima aveva telefonato al presidente Trump «per rassicurarlo sulla sicurezza dei 737 Max». Ma la telefonata non è stata sufficiente.
All’indomani del tragico incidente in Etiopia anche la Faa aveva detto di «non intravedere nessun problema» sull’aereo e ha continuato a resistere alle richieste di lasciare a terra il velivolo. Tuttavia, nonostante il via libera dell’agenzia federale, diverse compagnie americane avevano deciso in via precauzionale in questi giorni di non utilizzare i 737 Max nei loro voli. Un particolare che ha fatto crescere la pressione sulla Casa Bianca è il fatto che in almeno cinque occasioni piloti americani nel recente passato avevano riscontrato problemi nel controllare il 737 Max durante le fasi del decollo. Le denunce erano arrivate alle autorità subito dopo il primo incidente in Indonesia, come risulta dai database della Faa dove vengono raccolti i report dei piloti post-volo, che sono stati rivelati da alcuni giornali. Gli episodi denunciati coinvolgono lo stesso sistema anti-stallo che è sospettato come potenziale causa dei due incidenti. Nel novembre 2018, ad esempio, in uno di questi report alla Faa, il pilota di un volo commerciale americano raccontava «che in due tre secondi il naso dell’aereo ha picchiato verso il basso» in un modo così rapido da azionare il suono e il segnale rosso del sistema di allarme. «Una volta disinserito il pilota automatico, l’aereo ha ripreso a volare normalmente».
Domenica uno dei due piloti dell’Ethiopian Airlines, dalle conversazioni rivelate dai controllori di volo di Addis Abeba, durante il decollo aveva parlato di «problemi ai sistemi di volo» tre minuti prima della perdita dei contatti radio e dello schianto. Per Boeing si tratta di un danno enorme in termini di reputazione ed economico. Il titolo in questi giorni ha perso quasi 27 miliardi di dollari del suo valore.