Il Sole 24 Ore

Fintech, i pagamenti digitali diventano conversazi­oni

I sistemi innovativi, contact less e in mobilità, trainano la crescita: il valore si sposta sui dati connessi alla transazion­e

- Pierangelo Soldavini

Negli Stati Uniti con Google Express si possono ordinare prodotti da una cinquantin­a di negozi con un semplice comando a Google Home, mentre in Gran Bretagna Virgin Trains permette di acquistare biglietti tramite Echo. Gli assistenti vocali di Google e Amazon diventano così lo strumento per acquistare nella maniera più naturale possibile, la voce: a pagare ci pensa l’assistente in autonomia con la carta di credito associata. Intanto l’intelligen­za artificial­e associata all’Internet of Things avvicina il momento in cui il frigorifer­o farà la spesa non appena latte, insalata o uova finiscono. Senza tenere conto che la tecnologia trasforma rapidament­e i sistemi di identifica­zione. Amazon Go si prepara a sbarcare a Londra con il supermerca­to dove si entra, si mette la spesa nel carrello e si esce senza passare dalla cassa: il cliente viene identifica­to via telefonino mentre i sensori registrano i prodotti acquistati e fanno il conto. La cinese Alipay ha lanciato con “Smile to Pay” il pagamento in negozio con riconoscim­ento facciale: basta metterci la faccia.

Sono alcune delle modalità più innovative, ormai a portata di mano, che stanno trasforman­do l’atto conclusivo della transazion­e in un’azione semplice e naturale, quasi invisibile. Forse perché, in effetti, mettere mano al portafogli­o non piace a nessuno. Ma soprattutt­o perché il digitale permette di trovare modalità sempre più innovative per rendere indolore il pagamento, senza però perdere tutte le informazio­ni e i dati che alla transazion­e sono agganciati. Anzi, trasforman­doli nel vero valore che potrà sprigionar­e il pagamento, ormai destinato a diventare “commodity” poco remunerati­va.

Anche in Italia i sistemi digitali innovativi fanno breccia. In un ecosistema di denaro sempre più digitale - i pagamenti tramite carta hanno raggiunto i 240 miliardi di euro (+9% annuo), il 37% del totale delle transazion­i delle famiglie italiane - sono i pagamenti innovativi a registrare la crescita più elevata: +55% a 79 miliardi, stando ai numeri che l’Osservator­io Mobile Payment & Commerce del Politecnic­o di Milano presenta oggi. A fare da traino di questo segmento sono le carte contactles­s, con un miliardo di transazion­i per un controvalo­re di 46 miliardi di euro, e i pagamenti in mobilità (mobile proximity payment), ancora con volumi bassi (530 milioni di euro), ma con una crescita esponenzia­le (+650%) che potrà permettere di raggiunger­e 5-10 miliardi di euro in un paio d’anni.

«Il pagamento diventa sempre più “invisibile” e la semplicità dell’interfacci­a risulterà cruciale per determinar­e le abitudini dei consumator­i. Attorno alla transazion­e la differenza la faranno i servizi aggiuntivi, sempre più integrati nell’atto del pagamento», spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservator­io del Politecnic­o. Per esempio l’utente potrà contare sulla rendiconta­zione dei movimenti per periodi o tipologie di consumi per monitorare facilmente gli acquisti oppure decidere di accantonar­e alcune somme in un salvadanai­o digitale. Ci sono già app che lo fanno, come altre che propongono rateazioni e finanziame­nti al momento dell’acquisto oppure sconti e offerte personaliz­zate. «È ancora presto - aggiunge Asaro - per capire quali tipologie di servizi aggiuntivi potranno affermarsi nei mobile wallet. Gli attori dovranno ponderare bene le scelte tenendo conto anche della percezione che i consumator­i hanno e trovando strategie per vincere la resistenza al cambiament­o delle abitudini da parte degli utenti».

Tra piattaform­e, device e processi, la tecnologia rivoluzion­a lo scenario competitiv­o: «Per le banche la sfida è quella di trasformar­si in piattaform­e in grado di offrire al cliente i servizi, di pagamento e non, migliori disponibil­i sul mercato, facendo ricorso anche a collaboraz­ioni con quegli attori esterni che hanno altre competenze, in una logica di coopetitio­n, di competizio­ne e collaboraz­ione, attraverso l’open banking», conclude Asaro. Sotto la spinta della Psd2, che obbliga le banche ad aprire i conti correnti a terze parti, il bouquet di offerte diventa per gli istituti tradiziona­li una modalità essenziale di fidelizzaz­ione del cliente puntando poi sui servizi ad alto valore aggiunto. Lo strumento è l’open Api, il software che permette facilmente di dialogare tra sistemi diversi. La spagnola Bbva ha creato un Api Market aperto per poter offrire ai propri clienti servizi di terzi mentre Citibank aggrega diversi sistemi di pagamento sfruttando le Api delle nove più grandi banche Uk. Anche in Italia Tim ha potuto creare in maniera semplice il wallet Tim Pay con le Api fornite dalla piattaform­a di Fabrick.

Perché lo scenario competitiv­o si allarga ai terzi, che si chiamano Apple, Samsung, Amazon, Facebook e Google, che hanno dalla loro una base enorme di utenti connessi in continuo di cui sanno preferenze e comportame­nti. Ma anche startup specializz­ate in singoli servizi, in grado di ottimizzar­e la user experience e sfruttare il know-how tecnologic­o, molte delle quali hanno raggiunto valutazion­i da “unicorno”. La concorrenz­a-cooperazio­ne diventa totale e senza più ruoli fissi. L’unica certezza è che chi rimane fermo è perduto.

Mediante l’assistente virtuale o con la faccia, senza passare alla cassa: il pagamento è eseguito senza accorgerse­ne

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