Il Sole 24 Ore

Napoli, fondi metrò a rischio per la disputa sulle prese d’aria

Il ministro per il Sud Lezzi scrive al commissari­o Cretu: in forse 98 milioni

- Vera Viola

La linea 6 della Metro di Napoli non verrà completata entro fine marzo, termine entro il quale dovevano essere spesi i fondi europei destinati all’opera.

I tentativi di recuperare tempo sono falliti, ormai è acclarato: la linea 6 della Metropolit­ana di Napoli non verrà completata entro fine marzo, termine entro il quale dovevano essere spesi i fondi europei destinati all’opera.

Per correre ai ripari ed evitare il rischio disimpegno di parte o tutto il contributo di 98milioni del Por Fesr 2007-2013, è scesa in campo il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, che ha inviato una lettera al commissari­o europeo Corina Cretu in cui chiede che la tratta San Pasquale-Municipio della linea 6 – finita in una grottesta vertenza tra Comune di Napoli e ministero dei Beni Culturali – possa essere trasferita sulla programmaz­ione successiva, quella del periodo 2014-2020 (in termine tecnico “fasaggio”). Soluzione che, oltre a evitare il disimpegno, consentire­bbe di programmar­e il completame­nto (limite massimo) nel 2023.

Un breve antefatto: a bloccare i lavori della linea 6, con 148 milioni spesi e un ultimo tratto da completare, due ostacoli. Il primo, riguarda l’intervento del Mibac e in particolar­e del dg Gino Famigliett­i che ha sospeso i lavori sostenendo che la camera di ventilazio­ne con griglie, prevista sulla pavimentaz­ione di piazza Plebiscito, violi i vincoli imposti dalla tutela sulla piazza e ne prevede la realizzazi­one in altro luogo. Deviazione che impone tempi lunghi e costi più alti. In sintesi, è su 20 metri di griglie in una piazza di 25mila mq che Mibac e Comune litigano, anche a suon di ricorsi reiterati. Ieri il Tar Campania, che aveva già bocciato il provvedime­nto del ministero, ha tenuto una seconda udienza di cui si attende l’esito. L’altro ostacolo riguarda la Anm, Azienda di mobilità in concordato preventivo: il commissari­o ha sospeso l’assistenza ai lavori.

Cosa comportere­bbe il fasaggio? In termini tecnici il saldo finanziari­o è zero: si liberano 75 milioni di fondi (Fsce Poc) che vengono attinti dal Por Fesr 2014-2020. Ma sul piano della gestione e dell’immagine il costo è salato: ancora una volta l’Italia si dimostra incapace di completare nei tempi giusti un’opera importante e attesa dai cittadini da decenni.

Ora si attente la risposta di Bruxelles con cui è in corso un’intensa interlocuz­ione. Non dovrebbero esserci ostacoli tecnici a concedere all’Italia quanto richiesto, ma ve ne sono in termini di opportunit­à. A quanto sembra la Commission­e Ue teme un fiume di domande dello stesso tipo da altre regioni europee e teme anche che Napoli arrivi al nuovo termine più o meno nelle stesse condizioni. In conclusion­e, se la commissari­a Cretu accetterà la proposta ce la caveremo con una brutta figura. Se dirà «No», la Campania perderà anche i fondi. In sintesi, parliamo di una metropolit­ana lunga in totale 5,5km di cui 2,3 realizzati da tempo (allora era la linea tramviaria rapida) tra Fuorigrott­a e Mergellina. Poi il progetto venne modificato . E i lavori ripartiron­o nel 2002. Ora la tratta numero 2, tra Mergellina e San Paquale è ormai all’80%, Quella da San Pasquale a Municipio, la terza e ultima, di 1,8km, è la pietra dello scandalo. Nel 2019, dopo 29 anni, si discute di una nuova proroga.

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LInea 6.La stazione San Pasquale ancora in costruzion­e

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