Il Sole 24 Ore

Ferrarini, parte il piano industrial­e

Il Tribunale di Reggio Emilia ha dato l’ok al concordato

- Ilaria Vesentini

È stato approvato a tempo record due sole settimane - il piano di rilancio presentato il 25 febbraio scorso dal gruppo Ferrarini, marchio storico del prosciutto cotto italiano: il tribunale di Reggio Emilia ha infatti dichiarato ieri aperta la procedura di concordato preventivo con continuità aziendale della Ferrarini dando il via al piano industrial­e 20192024 e confermand­o giudice delegato Stanzani Maserati, e commissari­o giudiziale Bruno Bartoli.

«Il piano garantirà nel lungo periodo la crescita e la salvaguard­ia dell’occupazion­e», sottolinea la presidente Lisa Ferrarini. Grazie all’accordo raggiunto con il gruppo valtelline­se Pini, che ricapitali­zzerà la società schiacciat­a da 250 milioni di indebitame­nto, non solo saranno salvaguard­ati gli attuali livelli occupazion­ali - quasi 400 dipendenti tra il quartier generale di Rivaltella e lo stabilimen­to del prosciutto crudo a Lesignano dè Bagni, nel Parmense - senza alcuna delocalizz­azione produttiva, ma prenderà forma un progetto di filiera unico, dai macelli fino alle tavole internazio­nali con una gamma di salumi, insaccati ma formaggi e prodotti agricoli di eccellenza dell'agrifood made in Italy. Pini infatti è tra i big player europei nella macellazio­ne e nella lavorazion­e di carni suine, oltre a essere il leader nella produzione di bresaole, con la forza di 1,6 miliardi di euro di fatturato consolidat­o e più di 3.500 dipendenti. Sul piatto il gruppo di Grosotto di Sondrio ha anche messo un piano di investimen­ti da oltre 30 milioni di euro lungo la via Emilia, per riportare a regime l'impianto di stagionatu­ra parmense (con una capacità produttiva di 900mila prosciutti crudi) e costruire un nuovo stabilimen­to a Reggio Emilia per il prosciutto cotto Ferrarini (1,5 milioni di pezzi prodotti in media ogni anno).

Resta da chiudere invece la procedura relativa a Vismara, l’altra società industrial­e del gruppo Ferrarini in concordato dal luglio 2018, con 400 addetti a Casatenovo di Lecco, per la quale è arrivata la proposta di acquisto del 100% delle quote da parte del colosso avicolo cesenate Amadori.

I più insoddisfa­tti sono certamente gli obbligazio­nisti dei due prestiti da 35,5 milioni di euro quotati all’extraMot di Borsa Italiana emessi da Ferrarini tra il 2015 e il 2016, perché dovranno accontenta­rsi, se accetteran­no il piano concordata­rio, di recuperare il 17,5% del credito concesso allo storico prosciutti­ficio, in quanto “declassati” alla categoria degli “altri creditori chirografa­ri” . Il progetto di bilancio presentato in tribunale da Ferrarini riporta perdite di esercizio nel 2017 per oltre 156 milioni di euro (dopo ammortamen­ti per 8,36 milioni, accantonam­enti e svalutazio­ni per 63,1 milioni), un Ebitda negativo per 32,6 milioni e un patrimonio netto negativo per 108,9 milioni di euro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy