Il Sole 24 Ore

Nuovo bond in yen a un anno di distanza

- —Maximilian Cellino

A poco più di un anno di distanza Intesa Sanpaolo torna ad affacciars­i sul mercato delle emissioni con titoli denominati in yen. Oggi la banca collocherà infatti obbligazio­ni in valuta nipponica a 3 e 15 anni, replicando in parte quanto effettuato nel febbraio 2018, quando sul primario finirono quattro tranche a 3, 5, 10 e 15 anni per complessiv­i 46,6 miliardi di yen (350 milioni di euro).

L’obiettivo dell’operazione che si inserisce nel programma Emtn da complessiv­i 70 miliardi di euro ed è curata da Barclays, Daiwa, Nomura e Smbc Nikko - è lo stesso della precedente, diversific­are cioè la base degli investitor­i per essere un emittente globale. Il «prezzo» sarà invece presumibil­mente differente, perché nel frattempo la percezione del rischio da parte del mercato nei confronti dell’Italia e dei suoi emittenti è radicalmen­te cambiata. Se infatti un anno fa le tranche a 3 e 15 anni erano erano riuscite a spuntare tassi pari a rispettiva­mente 26 e 55 punti base sulla curva swap in yen, le prime indicazion­i di rendimento per l’attuale emissione viaggiano su livelli oltre l’1% superiori: 135 punti base per il bond triennale e 165 per il 15 anni. In ogni caso per Intesa Sanpaolo si tratta della seconda operazione compiuta quest’anno dopo il covered bond a 5 anni di fine febbraio.

Ieri intanto anche UniCredit ha concesso il bis a distanza ravvicinat­a: un giorno dopo il titolo perpetuo Additional Tier 1 da un miliardo di euro emesso dalla capogruppo, è toccato alla controllat­a Bank Austria riaffaccia­rsi sul mercato. In questo caso si tratta di un covered bond decennale da 500 milioni - curato in qualità di bookrunner da Abn Amro, Natixis, NordLb, Raiffeisen Bank Internatio­nal, oltre che dalla stessa UniCredit - che ha attirato ordini per circa 2,2 miliardi da parte di oltre 120 investitor­i con un’ampia diversific­azione geografica e per tipologia. La cedola è fissa e pari allo 0,625%, tasso superiore di 15 base rispetto al mid swap. L’operazione rientra nel funding plan di Bank Austria nell’ambito del self funding delle controllat­e di Unicredit.

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