Nuovo bond in yen a un anno di distanza
A poco più di un anno di distanza Intesa Sanpaolo torna ad affacciarsi sul mercato delle emissioni con titoli denominati in yen. Oggi la banca collocherà infatti obbligazioni in valuta nipponica a 3 e 15 anni, replicando in parte quanto effettuato nel febbraio 2018, quando sul primario finirono quattro tranche a 3, 5, 10 e 15 anni per complessivi 46,6 miliardi di yen (350 milioni di euro).
L’obiettivo dell’operazione che si inserisce nel programma Emtn da complessivi 70 miliardi di euro ed è curata da Barclays, Daiwa, Nomura e Smbc Nikko - è lo stesso della precedente, diversificare cioè la base degli investitori per essere un emittente globale. Il «prezzo» sarà invece presumibilmente differente, perché nel frattempo la percezione del rischio da parte del mercato nei confronti dell’Italia e dei suoi emittenti è radicalmente cambiata. Se infatti un anno fa le tranche a 3 e 15 anni erano erano riuscite a spuntare tassi pari a rispettivamente 26 e 55 punti base sulla curva swap in yen, le prime indicazioni di rendimento per l’attuale emissione viaggiano su livelli oltre l’1% superiori: 135 punti base per il bond triennale e 165 per il 15 anni. In ogni caso per Intesa Sanpaolo si tratta della seconda operazione compiuta quest’anno dopo il covered bond a 5 anni di fine febbraio.
Ieri intanto anche UniCredit ha concesso il bis a distanza ravvicinata: un giorno dopo il titolo perpetuo Additional Tier 1 da un miliardo di euro emesso dalla capogruppo, è toccato alla controllata Bank Austria riaffacciarsi sul mercato. In questo caso si tratta di un covered bond decennale da 500 milioni - curato in qualità di bookrunner da Abn Amro, Natixis, NordLb, Raiffeisen Bank International, oltre che dalla stessa UniCredit - che ha attirato ordini per circa 2,2 miliardi da parte di oltre 120 investitori con un’ampia diversificazione geografica e per tipologia. La cedola è fissa e pari allo 0,625%, tasso superiore di 15 base rispetto al mid swap. L’operazione rientra nel funding plan di Bank Austria nell’ambito del self funding delle controllate di Unicredit.