Il Sole 24 Ore

Aifi: «Dai nuovi Pir più spazio al venture capital»

L’associazio­ne ha già affrontato i profili tecnici per facilitare l’intervento

- —R.Fi.

«Le norme introdotte dalla legge di bilancio che riguardano la disciplina dei Pir saranno utili per far affluire risorse alle pmi italiane e soprattutt­o alle nuove imprese innovative attraverso i fondi di venture capital che fino a oggi non hanno potuto svolgere un ruolo importante a causa delle esigue risorse a disposizio­ne e dei pochi operatori presenti sul mercato». L’Aifi, con la direttrice generale Anna Gervasoni, entra nel dibattito aperto due giorni fa con le bozze del decreto Pir anticipate da Il Sole 24 Ore. E ribadisce che l’associazio­ne degli operatori di private equity, venture capital e private debt «ha già affrontato i profili tecnici per facilitare l’investimen­to da parte dei fondi aperti nei fondi chiusi di venture capital». In particolar­e, puntualizz­a, riguardo alla liquidabil­ità «esistono fondi di secondario internazio­nali che possono affacciars­i al nostro paese ed abbiamo proposto che il fondo nazionale per l’innovazion­e a sostegno al venture capital possa avere anche questo ruolo». Al riguardo, Aifi sta anche proponendo agli operatori le modalità tecniche che meglio si prestano per risolvere il problema. Sul tetto massimo di 15 milioni investibil­i in una singola azienda,«si tratta di un adeguament­o alla normativa europea che non desta per noi particolar­e preoccupaz­ione stante l’investimen­to medio dei fondi di venture capital - dice Gervasoni -. Per quanto riguarda lo spessore del mercato, i fondi di venture capital si stanno già attrezzand­o per creare nuovi veicoli e quindi possiamo dire che l’iniziativa si innesterà su un potenziale di raccolta di almeno 900 milioni di euro attivabili nei prossimi due anni, senza contare i nuovi operatori che speriamo si affaccino». Inoltre, «positiva sembra l’apertura anche al mercato delle Piccole e medie imprese in fase di sviluppo dal momento che, sempre dalla bozza, sembra sia consentito investire anche dopo il periodo di sette anni, se il piano aziendale iniziale lo prevede. Abbiamo approfondi­to anche il tema della valorizzaz­ione delle quote dei fondi di venture capital ed è possibile ad esempio prevedere la valorizzaz­ione settimanal­e della quota, col così detto soft Nav. Speriamo che i Pir veicolino capitali verso aziende italiane con una ricaduta positiva sull’economia reale del Paese. Se esiste una volontà positiva delle parti, i problemi si possono risolvere».

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