Venezuela, la Cina offre aiuto sul blackout
Il governo di Nicolas Maduro sta faticosamente cercando di porre fine al blackout che da molti giorni paralizza il Venezuela causando disagi a persone, strutture sanitarie e imprese e saccheggi su vasta scala. La Cina ha offerto aiuto e assistenza tecnica alle autorità governative per far tornare il Paese al più presto alla normalità, almeno sul piano energetico.
Il tentativo di un ripristino della corrente era in corso ieri nella parte orientale del Paese e gli stessi cinesi concordano con la versione governativa secondo la quale i blackout sarebbero stati causati da azioni di sabotaggio. Secondo alcuni esperti ci sarebbero stati problemi tra le linee di trasmissione che collegano la centrale idroelettrica di Guri, nella parte sudorientale del Paese, e la rete elettrica nazionale. Senza elettricità gli ospedali hanno fatto fatica a mantenere l’operatività delle attrezzature più importanti, ingenti quantità di prodotti alimentari sono marcite nel caldo tropicale e le esportazioni dai terminal petroliferi sono state bloccate. Lunedì il Paese non è stato in grado di fornire acqua potabile ai suoi abitanti e code chilometriche si sono formare per riempire le taniche nei pressi di tubi fognari.
Quanto al sostegno di Pechino, del tema ha parlato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, durante una conferenza stampa, esprimendo «profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nel Paese». La Cina, ha proseguito, è disposta a fornire aiuto e supporto tecnico per ristabilire la rete elettrica in Venezuela: «Speriamo che vengano presto chiarite le ragioni del problema». Il Governo di Maduro attribuisce la colpa del blackout a un cyberattacco proveniente dagli Stati Uniti. Il presidente sostiene di avere le prove e ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta con l’assistenza dell’Onu, della Russia, dell’Iran, della Cina e di Cuba.