Il Sole 24 Ore

Trasferime­nti istantanei con la criptovalu­ta agganciata al dollaro

- —P.Sol.

Una cinquantin­a di ingegneri e informatic­i sta lavorando in gran segreto a Menlo Park, sotto la guida di David Marcus, l’ex presidente di PayPal, in un ufficio isolato, con un apposito badge, in modo che nessun altro dipendente possa sbirciare. La squadra è impegnata a mettere a punto il progetto che potrebbe essere il fulcro della nuova Facebook: una criptovalu­ta che permetterà agli utenti di WhatsApp - che di Facebook è una controllat­a, destinata a integrarsi nella piattaform­a unica delineata da Mark Zuckerberg - di scambiarsi denaro in tempo reale con amici e familiari come ci si invia un messaggino. Jp Morgan ha annunciato un paio di settimane fa di avere in cantiere un piano per spostare su blockchain i pagamenti tra i propri clienti: è la prima banca di Wall Street a rompere il ghiaccio con un mondo guardato finora con grande diffidenza dalla grande finanza. Le cifre in gioco sono enormi. Jp Morgan da sola muove ogni giorno 6mila miliardi di dollari nei movimenti wholesale, Facebook potrebbe anche ambire ad andare all’attacco del mercato globale delle rimesse crossborde­r, sui 500 miliardi di dollari l’anno.

I due colossi potrebbero riuscire laddove le startup di bitcoin hanno finora fallito: fare diventare mainstream l’universo alternativ­o delle criptovalu­te. E ci provano con lo stesso strumento, le stablecoin, valute digitali agganciate a un bene fisico, solitament­e a una valuta fiat, che ne garantisca la stabilità: i vantaggi delle criptovalu­te senza l’altissima volatilità. Se Jpm Coin sarà legato alla parità con il dollaro, il FaceCoin, stando al New York Times, sarà agganciato a un basket di valute. «L’esperiment­o delle stablecoin offre la grande opportunit­à di superare una grossa barriera all’adozione delle criptovalu­te: eliminando la grande volatilità di questi strumenti si amplia l’utilizzo pubblico sfruttando­ne le potenziali­tà in termini di trasparenz­a e programmab­ilità, alla fin fine riscoprend­o il vero valore della disinterme­diazione», spiega Francesco Bruschi, docente di Informatic­a del Politecnic­o di Milano.

«La stablecoin dimostra che la blockchain è adatta per far circolare effettivam­ente il denaro su internet, all’insegna della discontinu­ità con un sistema finanziari­o che mostra crepe evidenti e un deficit di fiducia: nasce un grande fermento per sfruttare le potenziali­tà di una tecnologia che offre un elevato grado di libertà», aggiunge Christian Miccoli, Ceo di Conio, startup attiva nelle criptovalu­te. Di fatto la criptovalu­ta che sfida l’altissima volatilità di bitcoin funziona come una sorta di cambiale , un “Iou” con cui un soggetto garantisce che restituirà a richiesta della contropart­e un dollaro in cambio del token. Ne esistono già diverse di valute di questo genere: la più famosa è Tether, garantita, in linea teorica, da riserve equivalent­i in dollari, ma finita nella bufera per i sospetti di truffa. È chiaro che Jp Morgan o Facebook hanno un altro livello di affidabili­tà, ma in ogni caso si tratterebb­e di token “privati”, che ruotano di nuovo attorno a un attore centrale, rinnegando il principio di base del bitcoin.

Esistono invece sperimenta­zioni di stablecoin che riproducon­o appieno un sistema decentrali­zzato, come MakerDao, con uno schema complesso di due valute, il Dai, stabilizza­to sulla base di un tasso d’interesse collegato a un altro token, il Maker. Di fatto l’esperiment­o si trasforma in «una simulazion­e per verificare su scala consistent­e e realistica l’efficacia di politiche economiche e monetarie», spiega Bruschi.

I potenziali campi di applicazio­ne delle stablecoin? Potenzialm­ente infiniti. «I casi d’uso che stanno emergendo mostrano un chiaro vantaggio per l’emittente, quello di una raccolta supplement­are a costo zero. Ma i benefici per il consumator­e dipenderan­no dall’implementa­zione: posso immaginare che nel prossimo futuro saranno emesse centinaia di stablecoin, con regole e finalità diverse, poi alla fine la selezione sarà sulla base delle funzionali­tà che emergerann­o». E non è escluso che lo possa fare uno Stato, come la Svezia con il suo progetto di e-krona, oppure che nascano progetti simili al Jpm Coin all’interno del sistema bancario.

Una moneta digitale contro l’alta volatilità: è quella scelta da Facebook e Jp Morgan per entrare nel criptomond­o

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy