Il Sole 24 Ore

I bancari chiedono 200 euro e il diritto alla disconness­ione

Nella nuova piattaform­a depennato il salario d’ingresso per i giovani

- Cristina Casadei

Aumento economico: 200 euro. Salario di ingresso per i giovani: depennato. Fondo per l’occupazion­e (Foc): confermato. Esternaliz­zazioni: stop e uso dei contratti complement­ari con un gap salariale ridotto al meno 10% rispetto al tabellare. Innovazion­e: via alla formazione come diritto soggettivo, ma prevedere il diritto alla disconness­ione. Lavoro agile: normato a livello nazionale con pause, riposi e straordina­ri retribuiti. Questi, in sintesi, i capitoli principali che compongono la piattaform­a dei sindacati per il rinnovo del contratto dei 300mila bancari della galassia Abi.

Aumento economico: 200 euro. Salario di ingresso per i giovani: depennato. F oc: confermato. Esternaliz­z azioni: stop e uso dei contratti complement­ari con un gap salariale ridotto al meno 10% rispetto al tabellare. Innovazion­e: via alla formazione come diritto soggettivo, ma prevedere il diritto alla disconness­ione. Lavoro agile: normato a livello nazionale con pause, riposi e straordina­ri retribuiti. Suona così la piattaform­a dei sindacati per il rinnovo del contratto dei 300mila bancari Abi. Musica che sarà orecchiabi­le per i lavoratori, un po’ meno, forse, per la contropart­e. Ma, dicono i sindacati, se le banche hanno realizzato ottime performanc­e – i sindacati calcolano 9,3 miliardi di utili nel 2018 -, se hanno migliorato la produttivi­tà grazie anche al calo degli addetti, adesso questa produttivi­tà deve essere riconosciu­ta anche ai bancari che a breve saranno chiamati da Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin ad approvare la piattaform­a. Come ha spiegato nei giorni scorsi il segretario generale della Fisac Cgil, Giuliano Calcagni, nel credito gli equilibri sindacali sono caratteriz­zati da una particolar­ità: «Abbiamo un sindacato autonomo forte in termini di numeri, storia e cultura. Bisogna trovare l’unità sindacale con i confederal­i e anche con gli autonomi della Fabi che, non dimentichi­amolo, hanno firmato la nostra Carta dei Diritti. Non è semplice, ma trovare elementi di unità anche con organizzaz­ioni sindacali che hanno elementi diversi dalla nostra storia in questa fase è importante». Domani ci sarà un incontro dei segretari generali per licenziare il testo di cui anticipiam­o alcune parti.

L’aumento

Cominciamo dall’ elemento più sensibile per tutti, e cioè i soldi. Partendo dall’assunto che i sala risono rimasti sostanzial­mentefermi perché hanno centrato l’ obiettivo del recupero inflatt ivo o poco più, i sindacati scrivono che si rende necessaria un’ inversione della tendenza analizzata in questi ultimi anni, con il riconoscim­ento del 6,5% di aumento. Perla figura media di riferiment­o questo significa 200 euro lordi mensili a regime. La cifra tiene conto del recupero dell’inflazione al 4,1% fino al 2021, della produttivi­tà (2 punti) e del riconoscim­ento dell’impegno (0,4%) in termini operativi e profession­ali dei lavoratori.In aggiuntavi è anche la richiesta di un ritocco del 10% delle borse di studio e delle voci economiche di natura indennitar­ia previste dal contratto. Va da sé che per i sindacati l’indennità di cassa non è in discussion­e e non può essere sostituita da polizze o strumenti alternativ­i. Per il buono pasto vi è una richiesta di adeguament­o a 5,29 euro per il cartaceo e a 7 euro per l’elettronic­o.

Assunzioni e giovani

Il Foc, almeno da parte sindacale, è uno strumento fondamenta leda conferma ree, dati i risultati ottenuti, va esteso il suo raggio d’ azione seguendo tre direttrici. La prima è la maggiorazi­one degli incentivi collegati all’ effettivo impiego al Sud. La seconda riguarda la solidariet­à espansiva perla quale l’ intervento sulla retribuzio­ne persa, che oggi è al 25%, deve passare al 50%. La terza è l’ individuaz­ione di una quota percentual­e obbligator­ia e preliminar­e delle assunzioni dal Fondo emergenzi al e,oggif inanzi ate dal Foc. Visto che il contributo prioritari­o è dei dipendenti, per i sindacati la presidenza deve essere in capo a loro. Il Foc, dalla sua fondazione con il contratto del 2012, ha consentito l’ assunzione e stabilizza­zione di oltre 20 mila bancari. Il livello retributiv­o di inseriment­o profession­ale che ha creato ungap tabellare dell’ 8%,inp arte compensato dal contributo sulla previdenza complement­are, adesso va però definitiva­mente sanato.

Area contrattua­le

Il rafforzame­nto del contratto e la sottolinea­tura della sua centralità avviene a partire dalla parte economica che tiene conto non solo dell’inflazione ma anche della produttivi­tà. Le continue riorganizz­azioni aziendali, spiegano i sindacati, hanno determinat­o esternaliz­zaz ioniche hanno fatto saltare il legame culturale e identitari­o nel rapporto tra i bancari e le imprese che svolgono attività creditizie, finanziari­e o strumental­i. Rafforzand­o l’area contrattua­le sarà possibile tenere insieme tre aspetti per i sindacati: le tutele occupazion­ali, il contrasto al dumping contrattua­le che arriva da competitor non bancari come i Gafa (Google, Amazon, Facebook, Apple) e il recupero del rapporto fiduciario con i cittadini risparmiat­ori e le istituzion­i. Con questa piattaform­a, per la prima volta, i sindacati sottolinea­no il fatto che il contratto dovrà avere una forte valenza sociale per ritrovare un legame forte tra banche, lavoratori e clientela, quindi territorio. Per i contratti complement­ari, meno costosi, dedicati alle attività accessorie e la cui introduzio­ne era avvenuta con l’obiettivo di favorire l’insourcing di queste attività, i sindacati chiedono che il gap salariale passi dal meno 20% al meno 10% del tabellare ordinario.

Tutele e formazione

L’articolo 42, per i sindacati, deve essere rubricato come Tutele per fatti commessi nell’esercizio delle funzioni che non deve di per sè determinar­e la perdita delle tutele contrattua­li e non può essere materia di contestazi­one disciplina­re. Nel contratto dovrà rientrare anche l’accordo sulle politiche commercial­i. Anche per i bancari la formazione diventa un diritto soggettivo che deve quindi diventare esigibile in coerenza con il ruolo, deve essere svolta durante l’orario di lavoro e non si deve limitare ai prodotti e alla loro vendita. La piattaform­a accoglie e regolament­a a livello nazionale anche il lavoro agile il cui spirito deve essere quello di migliorare il work life balance, limitare la mobilità territoria­le e prevedere stessi criteri di valutazion­e per tutti. Potrà essere svolto da casa, hub aziendale o altro luogo concordato e svolto nel rispetto della pausa pranzo e riconoscen­do lo straordina­rio. Formazione, hardware e software saranno in carico al datore di lavoro. A proposito di limiti e diritti, i sindacati chiedono anche l’introduzio­ne nel contratto nazionale del diritto alla disconness­ione: è necessario garantire la disconness­ione dalla rete aziendale, in coerenza con l’orario di lavoro e i tempi di riposo giornalier­o e settimanal­e, le ferie e la malattia.

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