Strage in moschea, 49 vittime. Viminale: rischio emulazione
È di 49 morti e 48 feriti il bilancio dell’attacco contro due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda. Arrestate 4 persone tra cui il killer, un suprematista bianco che si ispira a Breivik, l’assassino di Utoya. Circolare del dipartimento di Pubblica sicurezza a questure e prefetture: «Rischio di gesti di emulazione o ritorsione».
Un attacco terroristico contro i musulmani. In nome della destra estrema, A Christchurch, in Nuova Zelanda, sulla costa est della South Island, 49 persone sono morte e altrettante ferite nell’attacco di due moschee. Sulla mitragliatrice usata dall’attentatore appare il nome di Luca Traini, l’estremista che l’anno scorso attaccò i migranti a Macerata, insieme a quello di Sebastiano Venier, il doge di Venezia vincitore della battaglia di Lepanto e di Carlo Martello, che prevalse a Poitiers.
Il primo attacco ha colpito la moschea Al Noor. Alle 13.45 locali un uomo è entrato nel tempio e ha aperto il fuoco per oltre due minuti. Un video su internet, poi rimosso su richiesta delle autorità, ha mostrato il lento massacro. Uscito dalla moschea, l’uomo ha colpito altre persone sul marciapiede, per poi rientrare nel tempio continuando a sparare. Il terrorista è poi tornato nella sua auto, dalla quale proveniva la musica di Fire, del gruppo The Crazy World of Arthur Brown («I am the god of hellfire»). Nel secondo attacco, alla moschea di Linwood, a 5 km di distanza, sono state uccise sette persone.
La polizia ha arrestato tre persone. Due ordigni esplosivi sono stati trovati su un’auto. A Dunedin, 360 chilometri a sud, alcune abitazioni sono state evacuate per consentire perquisizioni ma la polizia non ha specificato come l’operazione sia legata all’attentato.
L’attacco è stato rivendicato da un giovane di 28 anni che ha spiegato di essere australiano e di estrema destra (ecofascista) attraverso un manifesto di 74 pagine lanciato sui social media con il nome di Brenton Tarrant. Il documento imita l’analogo, ma più lungo (1.500 pagine) documento di Anders Behring Breivik che nel 2011 uccise 77 giovani socialdemocratici impegnati in un summer camp.
La sua principale ispiratrice sarebbe però Candace Owens, commentatrice conservatrice afroamericana già pronta ad azioni legali - che ha difeso le politiche di Adolf Hitler (pur giudicandolo poi «un maniaco psicotico e omicida») criticandolo solo in quanto “globalista” («Voleva che tutti fossero tedeschi»). Il paese ideale è invece la Cina. L’attacco a Stoccolma da parte di Rakhmat Akilov, un uzbeko che ha ucciso cinque persone tra cui una bambina di 11 anni, avrebbe scatenato la sua rabbia, mentre il desiderio di violenza sarebbe sorto in Francia alla vista dei migranti. L’uomo ha spiegato di aver scelto la Nuova Zelanda perché è un paese molto lontano ma interessato da forti flussi migratori. Sul suo fucile, nel video, appare il numero 14, che potrebbe essere un riferimento a uno slogan attribuito al Mein Kampf di Hitler (ma in realtà opera del suprematista bianco David Lane); il simbolo del Sole nero, e sui caricatori, tra gli altri, il nome di Luca Traini. L’avvocato dell’italiano, Giancarlo Giulianelli, ha definito «del tutto ingiustificato» l’accostamento.
I leader di tutto il mondo - compresi Donald Trump e il papa - hanno condannato l’atto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di «segnale d’allarme gravissimo», mentre il premier Giuseppe Conte ha giudicato «inaccettabile qualunque forma di intolleranza odio e violenza».
Tre arresti, l’attacco è stato rivendicato da un 28enne. Sulle sue armi i nomi del doge Venier e Luca Traini