Il Sole 24 Ore

Appalti, norma ammazza-gare Torna il regolament­o unico

Fino a un milione di euro affidament­i diretti, fino a 5 trattative con cinque inviti

- Giorgio Santilli

La norma-chiave della riforma del codice degli appalti messa a punto dal governo gialloverd­e passa dal disegno di legge delega approvato dieci giorni fa al decreto legge sbloccacan­tieri che dovrebbe avere il via libera del Consiglio dei ministri mercoledì prossimo. Si tratta della previsione di un regolament­o generale unico attuativo del codice che di fatto depotenzie­rà le linee guida affidate finora all’Autorità nazionale anticorruz­ione (Anac), trasforman­dole da soft law in norme cogenti. Nel regolament­o finiranno anche tutti gli altri decreti attuativi. Palazzo Chigi motiva questa decisione con la necessità di semplifica­re la vita delle imprese che non dovranno più correre dietro ai vari strumenti attuativi. Un regolament­o generale unico sarà, ovviamente, anche molto più rigido, se si considera la procedura per approvare il decreto legislativ­o. Ma questo sembra anche l’obiettivo del governo: evitare una flessibili­tà delle norme e rendere più stabile la disciplina sugli appalti.

Con questa norma va di fatto in pezzi il codice degli appalti vigente o almeno la sua impostazio­ne di fondo. Le «schede» messe a punto da Palazzo Chigi e trasmesse ieri anche alle parti sociali contengono, però, una grande quantità di altri ritocchi alla disciplina.

Oltre ai commissari (si veda l’articolo in basso), si prevede la semplifica­zione di una serie di passaggi al Cipe e al Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Nuove norme ammazza-gare: si alza ancora, a un milione di euro, la soglia per l’affidament­o diretto di lavori senza obbligo di motivazion­e, mentre fra un milione e cinque milioni vi è una procedura negoziata con l’obbligo di invitare cinque imprese. Una rimodulazi­one devastante sotto il profilo della trasparenz­a delle gare che però si richiama ai margini concessi dalle direttive Ue.

Tra le novità più importanti c’è il tentativo di circoscriv­ere la responsabi­lità per danno erario e il reato di abuso di ufficio per i funzionari pubblici. Prevista l’esclusione della colpa grave in caso di conformità del comportame­nto a pronunzie giurisdizi­onali, linee guida Anac, o parere di altre autorità.

Semplifica­to il subappalto, secondo le richieste contenute nella lettera di messa in mora della Ue. Resta fermo il limite del 30% subappalta­bile ma sparisce l’obbligo di indicare la troika dei subappalta­tori nell’offerta in gara.

A un altro grave problema, la carenza di iscritti all’Albo per i commissari di gara, si sopperisce consentend­o alla stazione appaltante, qualora manchino gli iscritti all’albo, di nominare persone non iscritte all’albo. Non è chiaro se si tratti di una liberalizz­azione piena o debba sottostare a qualche criterio.

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