Appalti, norma ammazza-gare Torna il regolamento unico
Fino a un milione di euro affidamenti diretti, fino a 5 trattative con cinque inviti
La norma-chiave della riforma del codice degli appalti messa a punto dal governo gialloverde passa dal disegno di legge delega approvato dieci giorni fa al decreto legge sbloccacantieri che dovrebbe avere il via libera del Consiglio dei ministri mercoledì prossimo. Si tratta della previsione di un regolamento generale unico attuativo del codice che di fatto depotenzierà le linee guida affidate finora all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), trasformandole da soft law in norme cogenti. Nel regolamento finiranno anche tutti gli altri decreti attuativi. Palazzo Chigi motiva questa decisione con la necessità di semplificare la vita delle imprese che non dovranno più correre dietro ai vari strumenti attuativi. Un regolamento generale unico sarà, ovviamente, anche molto più rigido, se si considera la procedura per approvare il decreto legislativo. Ma questo sembra anche l’obiettivo del governo: evitare una flessibilità delle norme e rendere più stabile la disciplina sugli appalti.
Con questa norma va di fatto in pezzi il codice degli appalti vigente o almeno la sua impostazione di fondo. Le «schede» messe a punto da Palazzo Chigi e trasmesse ieri anche alle parti sociali contengono, però, una grande quantità di altri ritocchi alla disciplina.
Oltre ai commissari (si veda l’articolo in basso), si prevede la semplificazione di una serie di passaggi al Cipe e al Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Nuove norme ammazza-gare: si alza ancora, a un milione di euro, la soglia per l’affidamento diretto di lavori senza obbligo di motivazione, mentre fra un milione e cinque milioni vi è una procedura negoziata con l’obbligo di invitare cinque imprese. Una rimodulazione devastante sotto il profilo della trasparenza delle gare che però si richiama ai margini concessi dalle direttive Ue.
Tra le novità più importanti c’è il tentativo di circoscrivere la responsabilità per danno erario e il reato di abuso di ufficio per i funzionari pubblici. Prevista l’esclusione della colpa grave in caso di conformità del comportamento a pronunzie giurisdizionali, linee guida Anac, o parere di altre autorità.
Semplificato il subappalto, secondo le richieste contenute nella lettera di messa in mora della Ue. Resta fermo il limite del 30% subappaltabile ma sparisce l’obbligo di indicare la troika dei subappaltatori nell’offerta in gara.
A un altro grave problema, la carenza di iscritti all’Albo per i commissari di gara, si sopperisce consentendo alla stazione appaltante, qualora manchino gli iscritti all’albo, di nominare persone non iscritte all’albo. Non è chiaro se si tratti di una liberalizzazione piena o debba sottostare a qualche criterio.