Nove commissari, è lite. Salvini: più condivisione
Il vicepremier leghista protesta con Conte Nell’elenco solo piccole opere
Nove commissari per nove opere, piccole per la maggior parte e quasi tutte al Centro-Sud. La bozza di articolato del decreto sblocca cantieri circolata ieri in serata fa esplodere le tensioni tra il M5S, che si intesta il provvedimento, e la Lega, il cui stato maggiore esplode: «Il testo così è irricevibile». Fibrillazioni che si aggiungono a quelle sul memorandum Italia-Cina e sul decreto terremoto. E che Matteo Salvini sintetizza direttamente al premier Giuseppe Conte, lamentando la «scarsa condivisione».
«Per gli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari - recita la norma il presidente del Consiglio, su proposta del ministro delle Infrastrutture, dispone la nomina di uno o più commissari straordinari cui spetta l’assunzione di una determinazione ritenuta necessaria per l’avvio ovvero prosecuzione dei lavori anche sospesi». La lista delle opere da commissariare subito parte dalla Lioni-Grottaminarda, arteria di collegamento tra la bassa Irpinia e il resto della Campania. Segue la Galleria idraulica Pavoncelli, dieci chilometri per portare l’acqua alla Valle del Sele fino a Conza della Campania, per arrivare all’acquedotto pugliese. Si prosegue con il commissario straordinario di Reggio Calabria, interventi per Roma Capitale, il commissario per il sistema idropotabile della Capitale, il programma di interventi per i piccoli Comuni, la struttura Mose-Venezia, interventi per la salvaguardia della laguna. Fino al commissario per la viabilità in Sicilia che già scatena tempeste.
«No a un elenco a misura dei Cin- que Stelle», tuonano dal Carroccio. E non placa gli animi la rassicurazione secondo cui il numero dei cantieri potrà lievitare durante l’iter parlamentare. Le tipologie di commissari sono immaginate a geometria variabile. Quello per la Sicilia sarà la figura più robusta, in termini di poteri sostitutivi, l’unico per cui si evoca il “modello Genova”. Gli altri commissari straordinari potranno coincidere con i presidenti delle Regioni (dovrebbe succedere per la Lioni-Grottaminarda, per la quale si pensa al governatore Vincenzo De Luca). Oppure con amministratori che hanno competenze sulle opere, come è già accaduto con l’Ad di Rfi, Maurizio Gentile, per la Napoli-Bari.
I commissari, secondo la bozza, saranno coordinati da InvestItalia, la nuova struttura tecnica creata a Palazzo Chigi. Il marchio Cinque Stelle è chiaro, a partire dal rigetto della proposta leghista di un unico commissario straordinario. «Nessuno che stia chiuso in ufficio a Roma, ma uomini che dovranno stare sul territorio e conoscerlo bene», assicura Toninelli. Inaccettabile creare «un doppione» del dicastero, gli fa eco il vicepremier Luigi Di Maio, rivendicando che il decreto è «a firma M5S». «L’importante è sbloccare, non sono geloso del timbro», replica Salvini. Ma avverte: «Io e gli altri ministri della Lega vogliamo leggere riga per riga cosa c’è scritto lì dentro».
È solo l’antipasto. Sulla selezione delle opere «strategiche» da inserire nel decreto si preannuncia un confronto serratissimo fino a martedì, quando l’Esecutivo conta di arrivare al testo definitivo da portare mercoledì in Consiglio dei ministri. Con il M5S propenso a privilegiare i cantieri del Centro-Sud e la Lega che non ci sta a veder estromesse le opere care al Nord. Come la Pedemontana o la Tav Brescia-Padova segnalate dal governatore lombardo Attilio Fontana. Senza contare i 6 miliardi di opere progettate da Aspi, tra cui la Gronda e il Passante di Bologna, pronte per essere appaltate.«Ma in molti casi non c’è bisogno di commissari», sottolineano fonti governative M5S. La stessa convinzione vale per l’autostrada Asti-Cuneo in Piemonte, dove lunedì Conte effettuerà un sopralluogo con Toninelli.