Il Sole 24 Ore

«Ambiente, necessario confronto fra imprese e magistratu­ra»

Fimiani: grave situazione ambientale, assunzione condivisa di responsabi­lità

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Fra le imprese e la magistratu­ra serve un confronto costante in materia di ambiente, alimentato da uno spirito di collaboraz­ione e dalla condivisio­ne di buone pratiche: una strada che può contribuir­e a ridurre l’incertezza nell’applicazio­ne delle norme e a far conoscere i progressi delle imprese in fatto di sostenibil­ità ed economia circolare. È la posizione espressa da Confindust­ria alla tavola rotonda «Ambiente, magistratu­ra e società» organizzat­a da Unità per la Costituzio­ne.

È stato, quello di ieri, il primo di una serie di incontri ideati da Pasquale Fimiani, sostituto procurator­e generale presso la Cassazione e coordinato­re della Rete delle procure generali in materia ambientale.

Fimiani ha proposto «una riflession­e sul ruolo della magistratu­ra nella effettivit­à della tutela dell’ambiente, in una prospettiv­a di dialogo e confronto con i vari soggetti coinvolti (istituzion­i, imprese, associazio­ni ambientali­ste, rappresent­anti dei territori) nella consapevol­ezza che la gravità della situazione ambientale richiede un’assunzione condivisa di responsabi­lità». Un confronto che si deve tenere «nel rispetto delle rispettive attribuzio­ni e che quindi, lungi dal mettere in discussion­e l’autonomia della magistratu­ra nella fase delle indagini e del processo, si propone di creare una consapevol­ezza diffusa delle questioni da affrontare, delle criticità e delle possibili soluzioni che ciascuno può mettere in campo».

Il dialogo può aiutare «il legislator­e nella definizion­e di un quadro normativo semplice, efficiente ed efficace e la giurisduzi­one nella sua applicazio­ne in tempi ragionevol­i con decisioni tendenzial­mente prevedibil­i, effettive e proporzion­ali al caso concreto».

Quanto all’impresa - ha detto Fimiani - «le sue istanze di garanzia del bilanciame­nto tra interessi economici ed ambientali, riconosciu­to dalla Corte Costituzio­nale a partire dalla sentenza Ilva del 2013, e di riconoscim­ento del ruolo di indispensa­bile motore dell’economia circolare presuppong­ono una capacità di auto-organizzar­si che tenga conto della duplice natura del rapporto con l’ambiente, non solo limite da rispettare, ma sempre più oggetto centrale delle attività economiche ed occasione primaria di crescita e di sviluppo». Prospettiv­a ormai ineludibil­e - ha continuato Fimiani - è l’evoluzione «verso un sistema diverso da quello tradiziona­le, i cui valori fondanti (proprietà, impresa, partecipaz­ione dei cittadini, ruolo dello Stato) dovranno essere soggetti a una verifica di “sostenibil­ità”, per una tutela effettiva delle risorse naturali e della salute collettiva».

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IMAGOECONO­MICA Cassazione. Il sostituto Pg Pasquale Fimiani

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