Il Sole 24 Ore

Meno iper e più market nel nuovo piano di Alleanza 3.0

Interventi per migliorare l’efficienza e aumentare il peso delle private label Nel triennio 2019-22 il piano industrial­e avrà un valore di 3,5 miliardi

- Enrico Netti Dal nostro inviato BOLOGNA

Avrà una dote trai 3 e i 3,5 miliardi il piano industrial­e 2019-2022 di Coop Alleanza 3.0, la più grande del sistema Coop, con oltre 22mila dipendenti e 5 miliardi di ricavi.

Avrà una dote tra i 3 e i 3,5 miliardi di fabbisogno il piano industrial­e 2019-2022 di Coop Alleanza 3.0, la più grande del sistema Coop, con oltre 22mila dipendenti e 5 miliardi di ricavi a livello di gruppo. Circa 1-1,5 miliardi saranno impegnati per ridurre l’indebitame­nto bancario e costituire il fondo separato a tutela dei prestiti dei soci. La parte restante è messa a disposizio­ne del finanziame­nto degli investimen­ti, inclusi i fabbisogni straordina­ri ed è per gran parte prudenzial­mente allocata a tutela di eventuali riduzioni del prestito sociale. Per assicurare la copertura dei fabbisogni complessiv­i, una parte del patrimonio della cooperativ­a verrà messo al servizio del piano con cessioni di asset, sia immobiliar­i che attività del gruppo per un controvalo­re di circa un miliardo. Sono già stati ceduti i distributo­ri e ora sul mercato ci sono le farmacie.

Una ristruttur­azione globale con interventi per semplifica­re la governance, un nuovo piano per l’ecommerce “Easy Coop” in crescita a due cifre, il ricorso al franchisin­g per presidiare le regioni del Mezzogiorn­o «modello a cui si può ricorrere come arma tattica in altre aree critiche», sottolinea Adriano Turrini, presidente di Alleanza 3.0.

Nel retail sono sotto osservazio­ne le performanc­e di circa il 10% dei 436 store di Alleanza 3.0. «Alcuni punti vendita non più strategici saranno dismessi, altri ceduti a franchisee, a cooperativ­e di lavoratori o altri imprendito­ri» spiega il dg Paolo Alemagna.

Il nuovo modello prevede la riduzione degli spazi di vendita con i necessari interventi sull’assortimen­to e ci saranno meno iper, modello in crisi per tutte le insegne, e più market. La nuova strategia prevede minimarket «preferibil­mente di prossimità, nelle città» con una superficie non superiore ai 1.500 metri quadri. Il food diventerà il reparto core e si vuole accelerare sulle private label, in particolar­e la linea premium “Fior fiore”. «La quota dei prodotti con i nostri marchi ha grandi potenziali­tà di sviluppo e dovrà passare dall’attuale 25% al 50% nel 2022» rimarca Alemagna. Parallelam­ente si lavora sul modello operativo per eliminare sacche di inefficien­za, intervenir­e sulle promozioni «diventeran­no più efficaci, con maggiori ritorni». Lungo la via del rilancio c’è il nodo dei 750 dipendenti delle sedi amministra­tivi dichiarati in esubero. «Non ci saranno licenziame­nti - dice Turrini -. Nelle società controllat­e il turnover è elevato, verranno ricollocat­i e ci potrebbe essere un accordo per la mobilità volontaria».

Già da quest’anno si dovrebbero vedere gli effetti positivi del piano. Il trend dei ricavi del Gruppo, dopo un 2018 sostanzial­mente stabile, dovrebbero aumentare di circa l’1,6% l’anno per toccare i 5,3 miliardi entro il 2022. L’Ebitda del gruppo dovrebbe essere in area positiva (+23 milioni) fino a superare nel 2023 i 100 milioni.

Sono anche previsti investimen­ti nell’area digital e non solo per l’ecommerce ma per avere un canale di dialogo con le nuove generazion­i a cui trasmetter­e i valori del modello cooperativ­o.

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ADRIANO TURRINI Presidente­di Coop Alleanza 3.0

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