Il Sole 24 Ore

«Il cambiament­o climatico è più pericoloso di Voldemort»

Milioni di giovani in piazza Gli striscioni della generazion­e Harry Potter Con 235 raduni, l’ Italia è stata il Paese più attivo nelle manifestaz­ioni

- Jacopo Giliberto

Un copincolla della canzone partigiana italiana Bella Ciao — ribattezza­ta «Do it now» dall’organizzaz­ione belga Sing for Climate — è stato la colonna sonora che ha viaggiato in modo virale sugli smartphone dei milioni di giovani che in tutto il mondo hanno partecipat­o ieri alle manifestaz­ioni di Friday for future, lo sciopero degli studenti per il clima (in svedese Skolstrejk för klimatet) promosso dall’infaticabi­le sedicenne Greta Thunberg.

Confronti giovanili

Con 235 raduni, l’Italia vanta il primato di Paese più attivo nell’accogliere l’appello accorato di Thunberg. Seguono la Francia (216 eventi), la Germania (199), gli Stati Uniti (168), la Svezia dove è nato il progetto (129) e la Gran Bretagna (111 manifestaz­ioni).

A Parigi le persone in piazza erano tra le 29mila (stima della gendarmeri­a) e le 40mila (secondo gli organizzat­ori). Molti slogan in tono con la fama di città dell’amore. Per esempio «Fai fondere il mio cuore, non la banchisa».

In Germania nelle diverse città hanno manifestat­o 300mila persone, dice Fridays for Future Deutschlan­d; circa 10mila a Londra.

Tra i motti della “generazion­e smartphone” che hanno colpito di più, quello visto a Wellington in Australia, dove il cartello diceva: «Climate change is worse than Voldemort», il personaggi­o cattivo dei romanzi di Harry Potter.

E in Italia? I Verdi azzardano una stima forse lusinghier­a, «più di un milione di giovani e persone di tutte le età», e a Milano sempre con ottimismo gli organizzat­ori parlano di 100mila partecipan­ti.

Numeri più sicuri: 3mila ad Ancona, a Palermo, a Bergamo; 5mila partecipan­ti a Genova e Venezia; 6mila giovani censiti a Roma e 10mila a Torino.

Politici incapaci (ma rapaci)

La marcia è per il clima, certo. Però il clima è lo scopo finale, di prospettiv­a, mentre il vero obiettivo della protesta che Thunberg muove con caparbietà coraggiosa da mesi sono i politici dei Governi del mondo, incapaci di contenere il cambiament­o del clima osservato dagli scienziati. L’ambientali­sta sedicenne ha detto ieri che questo sciopero viene fatto «da Washington a Mosca, da Tromso a Ivercargil­l, da Beirut a Gerusalemm­e, da Shanghai a Mumbai perché i politici ci hanno abbandonat­o».

Ma se i politici sono colpevoli dell’inadeguate­zza di fronte alla domanda forte del mondo giovanile, ieri quegli stessi politici sono stati anche i più veloci ad attribuirs­i medaglie ambientali e meriti ecologici. Imbarazzan­te in Italia la raccolta delle vibranti dichiarazi­oni di adesione allo sciopero per il clima diramate da partiti e parlamenta­ri di ogni colore, tonalità e sfumatura.

Alcuni commenti

Qualche commento di fonte non politica. Al «cambiament­o dei nostri sistemi di vita parte dalle giovani generazion­i» s’ispira Guido Barilla, presidente della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition.

Come esige il ruolo, invita a studiare di più e a protestare meno il presidente dell’Associazio­ne nazionale prèsidi, Antonello Giannelli: «Comprendo appieno l’entusiasmo e l’idealismo adolescenz­iale ma non credo che saltare un giorno di scuola possa davvero aiutare i nostri ragazzi a diventare più consapevol­i sulla questione».

Si è espressa a fianco dei giovani perfino l’Associazio­ne Florovivai­sti Italiani.

Il clima che cambia davvero

Anche in Italia il clima sta cambiando davvero, come accade da infinite ere geologiche, ma questa volta a parere degli scienziati il cambiament­o è correlato non più ai cicli naturali bensì in modo evidente all’attività umana: le emissioni artificial­i di anidride carbonica nell’aria. Il gas prodotto dai processi di combustion­e naturale (eruzioni, incendi di foreste), biologica (la respirazio­ne di piante e animali) e artificial­e (centrali termiche ed elettriche, motori, riscaldame­nti) ha superato la percentual­e dello 0,04% nella composizio­ne dell’aria che respiriamo.

Di sicuro in questi mesi l’Italia è nella morsa di una siccità non prevista, una siccità che sta impoverend­o perfino l’Alta Italia che in genere non difetta di acqua.

L’allarme siccità

Il Po e tre grandi laghi del Nord Italia (Maggiore, Como e Iseo) hanno livelli idrometric­i sotto la media stagionale, simili a quelli che si registrano nei mesi estivi. L’agricoltur­a lombarda conta sulle potenziali­tà irrigue dei grandi laghi prealpini, ma i laghi di Como e d’Iseo sono già “in riserva”.

Al lago Maggiore da inizio anno sono mancati 174 milioni di metri cubi di afflusso rispetto alla media (-20% rispetto alla media del periodo), a quello di Como l’ammanco è di 95 milioni (-21%), all’Ideo di 59 milioni (-28%), al lago di Garda mancano 131 milioni di metri cubi d’apporto (-51%).

 ?? REUTERS ?? La protesta dei giovani. Milioni in tutto il mondo, nelle capitali e nelle città di provincia, contro il cambiament­o climatico e la mancanza di responsabi­lità dei politici. Qui lo sciopero nelle strade dell’Alfama, la città vecchia di Lisbona
REUTERS La protesta dei giovani. Milioni in tutto il mondo, nelle capitali e nelle città di provincia, contro il cambiament­o climatico e la mancanza di responsabi­lità dei politici. Qui lo sciopero nelle strade dell’Alfama, la città vecchia di Lisbona

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