Il Sole 24 Ore

Il G20 delle imprese appoggia lo sviluppo sostenibil­e

Mattioli (Confindust­ria): «Ribadita la volontà di un’Europa forte e coesa»

- Stefano Carrer

Nel giorno del rilancio guidato dai giovani, sulle piazze di mezzo mondo, del movimento ecologista, il vertice delle Confindust­rie dei Paesi del G20 ha messo in primo piano i temi della sostenibil­ità e della governance internazio­nale nelle raccomanda­zioni ai leader politici che si riuniranno a Osaka per il loro summit di fine giugno. Il “B20” di Tokio ha emesso un documento di ben 23 pagine che sottolinea il ruolo del mondo imprendito­riale nel raggiungim­ento di una “Society 5.0 for Social Developmen­t Goals”, ossia per la società prossima ventura trasformat­a dalle tecnologie digitali ma orientata a cogliere gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e delineati dalle Nazioni Unite.

Al tempo stesso, i rappresent­anti del mondo delle imprese hanno evidenziat­o che tocca alla politica non solo assicurare le basi, ma anche incentivar­e il percorso verso una società sia ipertecnol­ogica sia compatibil­e con l’ambiente naturale. Occorre quindi anzitutto «il rafforzame­nto di un ordine economico internazio­nale basato su regole, libero, equo e aperto» attraverso «un maggiore coordiname­nto politico, regole aggiornate e sempre più rispettate».

A dieci anni dalla crisi finanziari­a globale, insomma, il momento presente «richiede più che mai una cooperazio­ne internazio­nale in cui il G20 può giocare un ruolo più importante». I “Sette Principi del summit B20 di Tokyo” firmati dalle 20 Confindust­rie e da 4 organizzaz­ioni internazio­nali indicano che politiche e provvedime­nti debbano essere sostenibil­i, inclusivi, orientati al futuro, “business-driven” , trasparent­i, basati su regole multilater­ali. Certo sul summit aleggiavan­o i timori sul rallentame­nto della crescita globale, dovuto in parte alle tensioni commercial­i, rilanciati ieri dall'ultimo comunicato della Banca del Giappone sulle recenti debolezze di produzione ed export. Licia Mattioli, vicepresid­ente di Confindust­ria per l’internazio­nalizzazio­ne (che ha guidato la delegazion­e italiana) ha però riscontrat­o anche un «diffuso ottimismo» sia sulla congiuntur­a (che non dovrebbe trasformar­si in recessione mondiale) sia sulle sfide verso la “Società 5.0”. «C’è stata un’ampia sintonia e anche un certo orgoglio per il ruolo fondamenta­le delle imprese nel percorso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e – afferma Mattioli –. Particolar­mente comuni le vedute tra noi europei, sulle questioni globali così come nel volere una Europa più forte e coesa. Unanime è stato poi un atteggiame­nto di rigetto delle tentazioni protezioni­stiche e l’invocazion­e di un contesto internazio­nale di mercato libero ed equo, che non sia distorto da barriere non tariffarie e da favoritism­i verso aziende statali sussidiate e protette».

Quest’ultima asserzione sembrerebb­e una velata critica ai grandi gruppi cinesi a controllo statale, ma i rappresent­anti di Pechino non hanno avuto difficoltà a sottoscriv­erla. Su un altro punto è plausibile che i cinesi siano invece riusciti ad annacquare il linguaggio che la presidenza giapponese avrebbe voluto: la questione di una governance internazio­nale del flusso di dati e dell’ecommerce, che il premier Shinzo Abe ha già dichiarato di voler porre al G20 in primo piano. Il B20 si è limitato a «prendere atto del progresso» raggiunto sotto la dichiarazi­one comune sul commercio elettronic­o rilasciata in occasione del Forum di Davos da 76 membri del Wto, iniziativa promossa dallo schieramen­to occidental­e per superare lo stallo in sede Wto, su cui Pechino aveva fatto resistenze prima di mostrare di voler aderire per non rimanere isolata. Così il B20 esprime esplicitam­ente il suo supporto a che i negoziati sull’ecommerce vengano lanciati in ambito Wto. Una organizzaz­ione di cui si ribadisce la necessità di riforme.

iù in generale, il B20 preme per la diffusione di standard globali che facilitino commerci e investimen­ti, e che evitino il rischio di una frammentaz­ione dei mercati finanziari. Deve inoltre restare «alto nell’agenda politica» il problema dei cambiament­i climatici e facilitata la transizion­e verso una economia a emissioni molto basse e impostata sulle ”tre R” (riduzione, riciclo, riuso). La raccomanda­zione immediata per il G20 di Osaka e' quella di concordare misure decise per la gestione dello smaltiment­o di materie plastiche,la cui diffusione negli oceani minaccia ormai la salute umana.

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