Il G20 delle imprese appoggia lo sviluppo sostenibile
Mattioli (Confindustria): «Ribadita la volontà di un’Europa forte e coesa»
Nel giorno del rilancio guidato dai giovani, sulle piazze di mezzo mondo, del movimento ecologista, il vertice delle Confindustrie dei Paesi del G20 ha messo in primo piano i temi della sostenibilità e della governance internazionale nelle raccomandazioni ai leader politici che si riuniranno a Osaka per il loro summit di fine giugno. Il “B20” di Tokio ha emesso un documento di ben 23 pagine che sottolinea il ruolo del mondo imprenditoriale nel raggiungimento di una “Society 5.0 for Social Development Goals”, ossia per la società prossima ventura trasformata dalle tecnologie digitali ma orientata a cogliere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dalle Nazioni Unite.
Al tempo stesso, i rappresentanti del mondo delle imprese hanno evidenziato che tocca alla politica non solo assicurare le basi, ma anche incentivare il percorso verso una società sia ipertecnologica sia compatibile con l’ambiente naturale. Occorre quindi anzitutto «il rafforzamento di un ordine economico internazionale basato su regole, libero, equo e aperto» attraverso «un maggiore coordinamento politico, regole aggiornate e sempre più rispettate».
A dieci anni dalla crisi finanziaria globale, insomma, il momento presente «richiede più che mai una cooperazione internazionale in cui il G20 può giocare un ruolo più importante». I “Sette Principi del summit B20 di Tokyo” firmati dalle 20 Confindustrie e da 4 organizzazioni internazionali indicano che politiche e provvedimenti debbano essere sostenibili, inclusivi, orientati al futuro, “business-driven” , trasparenti, basati su regole multilaterali. Certo sul summit aleggiavano i timori sul rallentamento della crescita globale, dovuto in parte alle tensioni commerciali, rilanciati ieri dall'ultimo comunicato della Banca del Giappone sulle recenti debolezze di produzione ed export. Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione (che ha guidato la delegazione italiana) ha però riscontrato anche un «diffuso ottimismo» sia sulla congiuntura (che non dovrebbe trasformarsi in recessione mondiale) sia sulle sfide verso la “Società 5.0”. «C’è stata un’ampia sintonia e anche un certo orgoglio per il ruolo fondamentale delle imprese nel percorso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile – afferma Mattioli –. Particolarmente comuni le vedute tra noi europei, sulle questioni globali così come nel volere una Europa più forte e coesa. Unanime è stato poi un atteggiamento di rigetto delle tentazioni protezionistiche e l’invocazione di un contesto internazionale di mercato libero ed equo, che non sia distorto da barriere non tariffarie e da favoritismi verso aziende statali sussidiate e protette».
Quest’ultima asserzione sembrerebbe una velata critica ai grandi gruppi cinesi a controllo statale, ma i rappresentanti di Pechino non hanno avuto difficoltà a sottoscriverla. Su un altro punto è plausibile che i cinesi siano invece riusciti ad annacquare il linguaggio che la presidenza giapponese avrebbe voluto: la questione di una governance internazionale del flusso di dati e dell’ecommerce, che il premier Shinzo Abe ha già dichiarato di voler porre al G20 in primo piano. Il B20 si è limitato a «prendere atto del progresso» raggiunto sotto la dichiarazione comune sul commercio elettronico rilasciata in occasione del Forum di Davos da 76 membri del Wto, iniziativa promossa dallo schieramento occidentale per superare lo stallo in sede Wto, su cui Pechino aveva fatto resistenze prima di mostrare di voler aderire per non rimanere isolata. Così il B20 esprime esplicitamente il suo supporto a che i negoziati sull’ecommerce vengano lanciati in ambito Wto. Una organizzazione di cui si ribadisce la necessità di riforme.
iù in generale, il B20 preme per la diffusione di standard globali che facilitino commerci e investimenti, e che evitino il rischio di una frammentazione dei mercati finanziari. Deve inoltre restare «alto nell’agenda politica» il problema dei cambiamenti climatici e facilitata la transizione verso una economia a emissioni molto basse e impostata sulle ”tre R” (riduzione, riciclo, riuso). La raccomandazione immediata per il G20 di Osaka e' quella di concordare misure decise per la gestione dello smaltimento di materie plastiche,la cui diffusione negli oceani minaccia ormai la salute umana.