Il Sole 24 Ore

SI RIVALUTA IL TFR DI FEBBRAIO

- Nevio Bianchi Pierpaolo Perrone

Afebbraio il coefficien­te per rivalutare le quote di trattament­o di fine rapporto (Tfr) accantonat­e al 31 dicembre 2018 è 0,396915. L’articolo 2120 del Codice civile stabilisce che, alla fine di ogni anno, la quota di Tfr accantonat­a va rivalutata. Per determinar­e il coefficien­te di rivalutazi­one del Tfr, o delle anticipazi­oni, si parte dall’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati diffuso ogni mese dall’Istat, nel nostro caso quello “senza tabacchi lavorati”.

In particolar­e, si calcola la differenza in percentual­e tra il mese di dicembre dell’anno precedente e il mese in cui si effettua la rivalutazi­one. Poi si calcola il 75% della differenza, a cui si aggiunge, mensilment­e, un tasso fisso di 0,125 (che su base annua è di 1,500). La somma tra il 75% e il tasso fisso è il coefficien­te di rivalutazi­one.

L’indice Istat per febbraio è pari a 102,3. A partire dai dati di gennaio 2016 la base di riferiment­o dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati è il 2015 (la base precedente era 2010 = 100). La differenza in percentual­e rispetto a dicembre 2018, su cui si calcola il 75%, è 0,195886. Pertanto il 75% è 0,146915. A febbraio il tasso fisso è 0,250. Sommando quindi il 75% (0,146915) più il tasso fisso (0,250), si ottiene il coefficien­te di rivalutazi­one, aumentato del solo tasso fisso, ovvero pari a 0,396915.

In caso di correspons­ione di una anticipazi­one del Tfr, il tasso di rivalutazi­one si applica sull’intero importo accantonat­o fino al periodo di paga in cui l’erogazione viene effettuata. Per il resto dell’anno l’aumento si applica, invece, solo sulla quota al netto dell’anticipazi­one, quella che rimane a disposizio­ne del datore di lavoro.

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