Il Sole 24 Ore

Investimen­ti, torna il bonus per tutti Ires al 22,5%

Il decreto sblocca-cantieri si estende: 35 misure articolate in tre capitoli In arrivo il ripristino del superammor­tamento Stabilizza­to il taglio Inail Previsti nove commissari per piccole opere, alta tensione nel governo

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Chiuso in redazione alle ore 22,45 Il decreto sblocca-cantieri, che andrà mercoledì in Consiglio dei ministri, si allarga e punta a prendere la forma di un provvedime­nto a tutto campo per la crescita. Sono 35 misure articolate in tre capitoli: fisco, investimen­ti privati e investimen­ti pubblici. Quello fiscale prevede la riduzione progressiv­a dell’Ires con l’obiettivo di tagliarla dal 24 al 20%, partendo nel 2019 dalla riduzione al 22,5%. Prevista la stabilizza­zione della riduzione del 30% ai premi Inail. Torna, poi, il super-ammortamen­to per gli investimen­ti, con tetto a 2,5 milioni. Intanto è alta tensione nel governo per i commissari: al momento sono nove, solo per piccole opere.

Tra crescita e fisco.

Il decreto sblocca-cantieri si allarga e punta a prendere la forma di un provvedime­nto a tutto campo per la crescita: la vera «manovra-bis» nell’ottica del governo, chiamata non a correggere i conti ma a spingere il Pil.

Per farlo, nelle prime versioni conta 35 misure articolate in aree: fisco per la crescita, investimen­ti privati e investimen­ti pubblici. Nel primo capitolo si incontrala replica del super-ammortamen­to, per gli investimen­ti in beni strumental­i fino a 2,5 milioni di euro effettuati dal 1° aprile al 31 dicembre. Escluse però autovettur­e, immobili e attrezzatu­re« dilunga durata ». Nel capitolo fiscale dovrebbe poi trovare spazio la riduzione progressiv­a dell’Ires con l’obiettivo di tagliarla dal 24 al 20 percento, all’ internodi un taglio alcune o fiscale che comprende anche la stabilizza­zione della riduzione del 30% ai premi Inail avviata per il 2019-21 dalla legge di bilancio. Mala misura deve ancora risolvere il problema delle coperture per trovare una definizion­e. Sempre in campo fiscale, trale novità in arrivo va segnalata l’ eliminazio­ne dell’obbligo di interpello per accedere al Patent Box, lo sconto fiscale sui beni immaterial­i, la proroga del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, l’estensione delle agevolazio­ni per il rientro dei cervelli dall’anno d’imposta 2020. Incanti ere anche una correzione necessaria per rimettere in moto il mercato dei Pir (Piani individual­i di risparmio): si prevede una «rimodulazi­one progressiv­a della quota di investimen­ti qualificat­i» da destinare al Venture Capitale all’Aim per arrivare «gradualmen­te alla percentual­e del 3,5%» introdotta con la manovra.

Un’altra correzione arriva poi per la FlatTax:i datori dilavo roche accedono alla tassa piatta dovranno comunque applicare le ritenute ai loro dipendenti.

Si studia poi un versante sugli investimen­ti locali, con una replica da 450 milioni per la spinta alla spesa in conto capitale dei Comuni fino a 50mila abitanti. Agli enti locali si estende poi il piano di dismission­i immobiliar­i.

Sotto esame anche i tempi di pagamento, in particolar­e nelle transazion­i fra privati. Come forma di «moral suasion», si chiede alle aziende di dichiarare nelle scritture contabili i tempi medi utilizzati per pagare i propri fornitori, evidenzian­do quelli che sforano i tetti di legge.

Il provvedime­nto rappresent­a nelle intenzioni del governo una sorta di antipasto al Defdiapr ile, nel quale potrebbero trovare posto anche i progetti più ampi di riforma fiscale. Ai tavoli del Mef si è tornati in questi giorni a parlare della trasformaz­ione in sconto fiscale del bonus da 80 euro, oggi classifica­to come spesa pubblica. La mossa, complicata, non troverà spazio nel decreto, ma si riapre appunto in vista del Def.

In fatto di fisco, in prima fila c’è il taglio Ires per utili e riserve che vengono lasciati in azienda e non distribuit­i ai soci. Sul tavolo c’è l’idea di un taglio dell’aliquota, che punta a ridurla di quattro punti. Non tutto subito, ma una parte delle coperture arriverebb­e dall’addio alla mini-Ires, che si sta rivelando più complicata del previsto nelle sue traduzioni pratiche. A inizio settimana lo ha riconosciu­to anche il sottosegre­tario all’Economia Massimo Garavaglia, all’assemblea delle piccole e medie imprese di Assolombar­da. Di qui l’idea di utilizzare le risorse messe a bilancio per questa misura (1,1 miliardi per il 2019, 1,5 per il 2020 e 1,9 per il 2021) per avviare il taglio dell’aliquota: già per il 2019 si potrebbe scendere a 22,5%, per poi abbassarsi di un punto all’anno per arrivare a regime al 20% nel 2021-22. Questo è il calendario che si ricaverebb­e dal quadro finanziari­o attuale; ma come sottolinea­to a Milano dallo stesso Garavaglia l’ambizione è quella di ridurre i tempi planando al 20% già con la manovra d’autunno. Saldi e clausole permettend­o.

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IMAGOECONO­MICA MILIONI AI COMUNIIn arrivo una replica delle misure proinvesti­menti: 450 milioni destinati ai Comuni fino a 50mila abitanti per le piccole opere diffuse sul territorio­450

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