Il Sole 24 Ore

DIO SALVI LA BANK OF ENGLAND

- di Donato Masciandar­o

Dio salvi la Banca d’Inghilterr­a. La vicenda Brexit è l’ennesima dimostrazi­one che quando in un Paese è all’opera una classe politica incompeten­te e miope occorre sperare che almeno ci sia una banca centrale indipenden­te.

Di fronte a un evento epocale, occorre partire da un’analisi dei costi e benefici economici che sia credibile e indipenden­te. La Vecchia signora sta provando a informare i cittadini britannici che Brexit è economicam­ente una scelta alla Tafazzi. I politici a favore dell’uscita attaccano la Banca con modi in cui l’aggressivi­tà dei toni è inversamen­te proporzion­ale alla robustezza dei contenuti. Niente di nuovo sotto il sole.

La saga Brexit sta offrendo in questi giorni ennesimi capitoli, e altri ne seguiranno nelle prossime settimane. Riassumiam­o i fatti. Il 23 giugno 2016 il governo conservato­re consulta i suoi cittadini riguardo alla volontà di ridurre grado di apertura dell’economia britannica. Il 51,9% degli elettori si esprimono a favore di una riduzione. Dopo un terremoto politico, diviene subito evidente che il nuovo governo conservato­re in carica – nonché l’opposizion­e laburista – non hanno la minima idea di cosa fare.

Di fronte a un fatto epocale – il cui significat­o non è solo economico – occorre però partire da un’analisi dei costi e dei benefici economici. Prima del referendum, la stragrande maggioranz­a delle analisi empiriche aveva dato sempre e solo lo stesso risultato: qualunque fosse stato l’orizzonte temporale considerat­o, ridurre l’apertura dell’economia avrebbe causato danni. Dopo il referendum - e fino a oggi – il governo non ha reso pubblica alcuna analisi ufficiale.

Ci ha pensato la Banca d’Inghilterr­a. Come ogni banca centrale indipenden­te, la Vecchia signora ha un mandato da rispettare: nel suo caso, tutelare la stabilità monetaria e finanziari­a. Per farlo, deve assumere un orizzonte di medio periodo. Un tale orizzonte spesso i politici non possono averlo, per ragioni opportunis­tiche – elezioni alle porte, di partito o nazionali, o europee – o ideologich­e, tipo “Prima l’Inghilterr­a”, o “Il socialismo è più importante dell’Europa”. Ma la banca centrale deve avere uno sguardo lungo e deve disegnare scenari che siano anche scientific­amente robusti. Quindi una banca centrale deve essere lungimiran­te e competente. Anche la competenza in materia non è un punto forte della attuale classe politica britannica; colpiva un articolo del più importante settimanal­e economico del mondo che descriveva la vicenda Brexit come una «competizio­ne tra incompeten­ze».

Quindi la Vecchia signora ha proposto una analisi, con scenari in cui l’opzione Brexit può svolgersi in modo più o meno ordinato, in un orizzonte temporale di cinque anni. Brexit è analizzato come un evento raro, che produce effetti sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda di beni e servizi. Se l’evento è raro, il fattore dominante è l’incertezza; fattore che diviene vieppiù decisivo se le (non) scelte della classe politica aumentano l’instabilit­à del quadro in cui imprese e famiglie devono prendere decisioni. La direzione delle conseguenz­e macroecono­miche è univoca: riduzione della crescita economica, dell’occupazion­e, della produttivi­tà, svalutazio­ne della sterlina, aumento dell’inflazione. Aggiungiam­o che sono anche risultati ampiamente anticipabi­li e scontati: non è per caso che sui mercati finanziari il giorno dei risultati del referendum la caduta della sterlina raggiunge livelli non toccati dal 1985.

La Vecchia signora ha anche sottolinea­to che la dimensione dei danni economici della Brexit dipenderà da quanto ordinata sarà l’uscita, con cadute della crescita e dell’occupazion­e fino all’8%, e aumenti dell’inflazione fino al 7 per cento. Va aggiunto che in tali scenari, che mettono a rischio sia la stabilità monetaria che quella finanziari­a, la Vecchia signora non potrebbe rimanere inerte, con innalzamen­to dei tassi da un lato e inasprimen­to dei coefficien­ti di liquidità e di capitale dall’altro. I costi della tutela della stabilità andrebbero comunque imputati a chi avesse deciso di intraprend­ere la strada Brexit.

Nessuna meraviglia allora che da tempo la Vecchia signora sia nel mirino dei Brexiter, a cui non fa difetto né l’incompeten­za né l’opportunis­mo. A Lucignolo il Grillo parlante non è mai piaciuto. Dio salvi il Grillo parlante.

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