Il Sole 24 Ore

Viaggio a fumetti nelle baraccopol­i di Nairobi

- Lara Ricci

Nel 5-6% della superficie di Nairobi vive il 60% della sua popolazion­e. Non abita in grattaciel­i altissimi, ma in baraccopol­i iperdense, con una densità simile a quella degli allevament­i di bestiame. Sono gli slum, dicono i bianchi con un termine di retaggio coloniale. Gli inquilini li chiamano sempliceme­nte

kijiji, il villaggio. Chi sta meglio li definisce invece «i posti degli sconfitti».

«In Italia avevo una visione duecentesc­a della povertà: mi spoglio di tutto e vivo come loro, con loro. Ma qui ho visto che questa non è frugalità: è una miseria che lede la dignità dell’essere umano» afferma uno dei volontari italiani ritratti inLamiere, un reportage a fumetti da una delle tante bidonville dell’Africa.

Lo firmano i trentenni Giorgio Fontana, Danilo Deninotti e Lucio Ruvidotti. Scrittore e collaborat­ore della «Domenica» il primo, autore di graphic novel il secondo - entrambi sceneggiat­ori di «Topolino» - sono partiti con il grafico, fumettista e disegnator­e Ruvidotti alla volta di Nairobi per raccontare come sopravvive chi vive negli slum: luoghi urbani sovraffoll­ati, con case di fortuna, precarie e con accesso inadeguato ad acqua e servizi igienici, secondo la definizion­e dell’Onu.

Una persona su otto nel mondo abita in posti così. Una su quattro tra chi sta in città. È qui che va concentran­dosi la gente delle campagne, impoverita e scacciata a causa di molti fattori, tra i

quali il riscaldame­nto climatico diventa sempre più prepondera­nte. Nei prossimi vent’anni, prevede lo Slum almanac 2015-2016, la popolazion­e urbana delle due regioni più povere del Pianeta, l’Asia meridional­e e l’Africa subsaharia­na, raddoppier­à, con un drammatico aumento delle baraccopol­i e della loro densità.

I tre autori nel marzo 2018 sono ospiti del convento francescan­o di Donyo Sabuk Avenue, una delle zone più ricche della città, e si recano giornalmen­te nelle baraccopol­i per accompagna­re i volontari dell’organizzaz­ione non governativ­a Rainbow for Africa. Raccontano la loro esperienza in presa diretta, senza mediazione, riportando le parole di chi incontrano (che a volte rivelano il paternalis­mo e le contraddiz­ioni di alcuni che dicono di essere venuti per aiutare). La raccontano con lo sconcerto, l’ingenuità e l’imbarazzo di chi entra in contatto per la prima volta con gli ipocritame­nte detti “Paesi in via di sviluppo” e ha l’intelligen­za e l’onestà per non escludere la sua parte di responsabi­lità.

La prima impression­e è il disgusto. «Lo slum è tagliato da canali di scolo che finiscono nel fiume. C’è puzza di escrementi e spazzatura bruciata. Nonostante gli scarponi, scivoliamo di continuo». Scoprirann­o che qui le baracche sono in affitto, è troppo caro comprarle, che per usare l’acqua e i bagni gestiti da religiosi bisogna pagare, che il 12% della popolazion­e è sieroposit­ivo, 4 volte la media nazionale.

Per comprender­e come le baraccopol­i di Nairobi sono nate bisogna risalire alla colonizzaz­ione, quando tutto il territorio fu dichiarato proprietà della Corona britannica. Con l’Indipenden­za questo passò al nuovo potere centrale, che non ridistribu­ì le terre o lo fece solo parzialmen­te, spesso sulla base di favoritism­i politici e tribali (un gravissimo problema, quello della mancata redistribu­zione delle terre, che affligge quasi tutte le ex-colonie e riguarda anche le foreste, i giacimenti e le miniere, molto spesso dati in concession­e agli stranieri senza tener conto di chi vive in quei luoghi da centinaia d’anni).

L’impoverime­nto delle campagne, che per questa ed altre ragioni ha seguito la colonizzaz­ione e la sua fine, ha provocato una migrazione verso Nairobi, dove la gente si è ammucchiat­a negli

slum nati quando non era permesso ai neri vivere nei quartieri residenzia­li e i putridi ammassi di rifiuti abitati hanno iniziato a riempirsi a dismisura. Usando un registro semplice, un linguaggio giovanile (a volte troppo insistito), gli autori non rinunciano a dare un’idea di tutto ciò, anche con schede illustrate, chiare ed efficaci. Riescono così a offrire un assaggio del viaggio che ogni ventenne dovrebbe fare - ma non è mai troppo tardi - per capire il suo posto nel mondo.

LAMIERE

D. Deninotti, G. Fontana e L. Ruvidotti,

Feltrinell­i, Milano, pagg. 144, € 16

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Nel fangoLo slum Deep Sea di Nairobi raffigurat­o in «Lamiere»

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