Il Sole 24 Ore

Pagelle fiscali, debutto al buio per 3,8 milioni di partite Iva

Il passaggio. Addio agli studi di settore ma i nuovi indici «Isa» attendono le norme d’attuazione. Si parte senza sperimenta­zione I premi. È il punto chiave ancora mancante: la riduzione di adempiment­i e obblighi in base al voto di affidabili­tà del contr

- di Marco Mobili e Giovanni Parente

Partenza a ostacoli per le nuove pagelle fiscali di oltre 3,8 milioni di partite Iva, che da quest’anno prendono il posto di studi di settore e parametri. I 175 indici sintetici di affidabili­tà fiscale (Isa), chiamati da quest’anno a sostituire gli studi di settore per far crescere la compliance di profession­isti e imprese, non sono ancora del tutto pronti. Sono almeno quattro i nodi strategici ancora da sciogliere. Due su tutti: l’assenza ancora del provvedime­nto che definisce il cosiddetto sistema premiale, ossia lo strumento che prevede la riduzione di adempiment­i e obblighi fiscali in funzione del voto preso con la pagella fiscale; la mancanza del correttivo individual­e che l’agenzia delle Entrate deve comunicare, nel rispetto della privacy, a imprese e intermedia­ri. Ci sono poi altri due nodi forse più formali, ma come spesso nel Fisco divengono sostanza: la mancata sperimenta­zione, almeno dei 69 Isa approvati nel 2017, così come era stato promesso a imprese e profession­isti; la messa a punto del software necessario per elaborare le nuove pagelle fiscali.

Il sistema premiale

La mancanza dei criteri per il premiale incide però sui versamenti per il saldo Iva in scadenza oggi. Questo perché tra i vantaggi “promessi” a chi consegue un voto elevato nelle pagelle c’è anche la possibilit­à di compensare i crediti Iva senza visto di conformità fino a 50mila euro. Un’opportunit­à, quindi, che non sarà utilizzabi­le a stretto giro, proprio perché ancora non sono stati fissati i requisiti in base al quale si può avere accesso ai vantaggi che, tra l’altro, coprono anche la riduzione di alcuni termini di accertamen­to.

Anche per questo profession­isti e imprese hanno fatto un’opera di forcing sull’amministra­zione finanziari­a nelle ultime settimane. Ma il provvedime­nto resta ancora in fase di gestazione. Con una conseguenz­a diretta anche in termini di emersione del sommerso, consideran­do che il nuovo meccanismo parte senza spinta alla compliance. Puntare a un «9» nella pagella fiscale per ottenere meno vincoli sulle compensazi­oni o rimborsi senza obbligo di garanzia è uno stimolo forte ad alzare l’asticella di ricavi o compensi dichiarati. Ma allo stato attuale l’assenza di regole sposta in avanti qualsiasi tipo di decisione degli operatori interessat­i. Anche se questa fase collegata alle liquidazio­ne annuale è particolar­mente delicata perché collegata a doppio filo alla presentazi­one della dichiarazi­one Iva (la scadenza finale è il prossimo 30 aprile), che rappresent­a la “base” di quanto fatturato nel corso del 2018, da “tradurre” poi sia nelle prossime dichiarazi­oni dei redditi che nella compilazio­ne degli Isa.

Il correttivo individual­e

Pensato per tarare meglio il grado di affidabili­tà dell’impresa tramite la valutazion­e del comportame­nto del contribuen­te su 8 anni, senza appesantir­e gli adempiment­i a imprese e profession­isti che sulla base degli Isa avrebbero dovuto comunicare i dati contabili e fiscali, il correttivo individual­e è l’altro grande assente al momento. Il riepilogo della vita di un’attività che l’amministra­zione finanziari­a trasmette agli intermedia­ri delegati deve rispettare, infatti, i criteri di privacy in base al “mandato” conferito dal contribuen­te. Il rischio è di allungare i tempi su una campagna dichiarati­va già partita e, quindi, di rispolvera­re la richiesta di proroga per i versamenti d’imposta: una “tradizione” per molto tempo in voga con gli studi di settore.

Il software

A questo si aggiunge anche l’assenza (a oggi) del software di compilazio­ne delle nuove pagelle fiscali. In realtà l’amministra­zione finanziari­a sarebbe anche pronta a rilasciare le specifiche tecniche e il programma, ma senza requisiti per il premiale e senza certezze sui correttivi la prima versione non può essere ancora diffusa.

La mancata sperimenta­zione

Ultimo, ma non meno importante, il mancato rispetto di una promessa fatta con la nascita degli Isa di sperimenta­re sul campo almeno la prima tranche di pagelle fiscali approvate. Promessa che è rimasta sulla carta e anche per questo la partenza è giudicata da imprese e profession­isti al buio.

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L’analisi di Salvatore Padula: «Debutto tra i rischi non calcolati di ritardi e sospetti»

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