Pagelle fiscali, debutto al buio per 3,8 milioni di partite Iva
Il passaggio. Addio agli studi di settore ma i nuovi indici «Isa» attendono le norme d’attuazione. Si parte senza sperimentazione I premi. È il punto chiave ancora mancante: la riduzione di adempimenti e obblighi in base al voto di affidabilità del contr
Partenza a ostacoli per le nuove pagelle fiscali di oltre 3,8 milioni di partite Iva, che da quest’anno prendono il posto di studi di settore e parametri. I 175 indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), chiamati da quest’anno a sostituire gli studi di settore per far crescere la compliance di professionisti e imprese, non sono ancora del tutto pronti. Sono almeno quattro i nodi strategici ancora da sciogliere. Due su tutti: l’assenza ancora del provvedimento che definisce il cosiddetto sistema premiale, ossia lo strumento che prevede la riduzione di adempimenti e obblighi fiscali in funzione del voto preso con la pagella fiscale; la mancanza del correttivo individuale che l’agenzia delle Entrate deve comunicare, nel rispetto della privacy, a imprese e intermediari. Ci sono poi altri due nodi forse più formali, ma come spesso nel Fisco divengono sostanza: la mancata sperimentazione, almeno dei 69 Isa approvati nel 2017, così come era stato promesso a imprese e professionisti; la messa a punto del software necessario per elaborare le nuove pagelle fiscali.
Il sistema premiale
La mancanza dei criteri per il premiale incide però sui versamenti per il saldo Iva in scadenza oggi. Questo perché tra i vantaggi “promessi” a chi consegue un voto elevato nelle pagelle c’è anche la possibilità di compensare i crediti Iva senza visto di conformità fino a 50mila euro. Un’opportunità, quindi, che non sarà utilizzabile a stretto giro, proprio perché ancora non sono stati fissati i requisiti in base al quale si può avere accesso ai vantaggi che, tra l’altro, coprono anche la riduzione di alcuni termini di accertamento.
Anche per questo professionisti e imprese hanno fatto un’opera di forcing sull’amministrazione finanziaria nelle ultime settimane. Ma il provvedimento resta ancora in fase di gestazione. Con una conseguenza diretta anche in termini di emersione del sommerso, considerando che il nuovo meccanismo parte senza spinta alla compliance. Puntare a un «9» nella pagella fiscale per ottenere meno vincoli sulle compensazioni o rimborsi senza obbligo di garanzia è uno stimolo forte ad alzare l’asticella di ricavi o compensi dichiarati. Ma allo stato attuale l’assenza di regole sposta in avanti qualsiasi tipo di decisione degli operatori interessati. Anche se questa fase collegata alle liquidazione annuale è particolarmente delicata perché collegata a doppio filo alla presentazione della dichiarazione Iva (la scadenza finale è il prossimo 30 aprile), che rappresenta la “base” di quanto fatturato nel corso del 2018, da “tradurre” poi sia nelle prossime dichiarazioni dei redditi che nella compilazione degli Isa.
Il correttivo individuale
Pensato per tarare meglio il grado di affidabilità dell’impresa tramite la valutazione del comportamento del contribuente su 8 anni, senza appesantire gli adempimenti a imprese e professionisti che sulla base degli Isa avrebbero dovuto comunicare i dati contabili e fiscali, il correttivo individuale è l’altro grande assente al momento. Il riepilogo della vita di un’attività che l’amministrazione finanziaria trasmette agli intermediari delegati deve rispettare, infatti, i criteri di privacy in base al “mandato” conferito dal contribuente. Il rischio è di allungare i tempi su una campagna dichiarativa già partita e, quindi, di rispolverare la richiesta di proroga per i versamenti d’imposta: una “tradizione” per molto tempo in voga con gli studi di settore.
Il software
A questo si aggiunge anche l’assenza (a oggi) del software di compilazione delle nuove pagelle fiscali. In realtà l’amministrazione finanziaria sarebbe anche pronta a rilasciare le specifiche tecniche e il programma, ma senza requisiti per il premiale e senza certezze sui correttivi la prima versione non può essere ancora diffusa.
La mancata sperimentazione
Ultimo, ma non meno importante, il mancato rispetto di una promessa fatta con la nascita degli Isa di sperimentare sul campo almeno la prima tranche di pagelle fiscali approvate. Promessa che è rimasta sulla carta e anche per questo la partenza è giudicata da imprese e professionisti al buio.